Repubblica Democratica del Congo: ho visto uccidere i bambini
La crisi che si protrae nella Repubblica Democratica del Congo è una delle crisi più grandi e complesse al mondo. Le violenze da parte delle milizie si diffondono e intensificano in sempre più aree. Anche laddove la situazione torna stabile le persone hanno ormai perso tutto e pur tornando ai loro villaggi non possono tornare ad una vita normale.
Per i bambini della Repubblica Democratica del Congo le scuole e le case, da luoghi sicuri sono diventati uno dei punti di reclutamento da parte dei gruppi armati.
I gruppi armati rapiscono i bambini che si ritrovano a dover affrontare una realtà inimmaginabile. Presi con la forza, viene imposto loro l’uso di alcool e droghe prima di essere inviati in prima linea a combattere, promettendo loro dei compensi che non arriveranno mai.
Tshibola e Kadima sono due fratelli di 15 e 16 anni. Un giorno i conflitti nel Paese si sono inaspriti e i gruppi armati hanno raggiunto il loro villaggio. Durante l’attacco i due ragazzi sono stati presi con la forza dai gruppi armati e sperati così dalle loro famiglie.
“Prima di entrare nella milizia ero un bambino come tutti gli altri. Non avevo altra scelta. Quando le milizie sono arrivate al villaggio hanno minacciato di morte chi non li avesse seguiti”. Racconta Kadima.
“Ho combattuto per 6 giorni fino a quando ho deciso di fuggire. Ho visto uccidere tantissimi bambini”. Continua Kadima.
Abbiamo supportato Kadima e Tshibola attraverso i nostri Centri a Misura di Bambino, dove i bambini fuggiti dalle violenze possono giocare, apprendere e sentirsi sicuri. Attraverso il supporto psicologico aiutiamo i bambini a ritrovare il senso di normalità perduto e a rielaborare i traumi subiti.
Interventi per la protezione dei minori dal reclutamento da parte di gruppi armati, per il supporto psicologico di coloro che ne sono stati vittima, così come cibo, acqua pulita e servizi igienico-sanitari sono essenziali e urgenti.
Tredici milioni di persone, oltre il 60% delle quali sono bambini (7,9 milioni), hanno necessità urgente di ricevere aiuti umanitari. Nello scorso weekend a Ginevra, insieme alle Nazioni Unite e organizzazioni non governative e a donatori internazionali abbiamo lanciato un appello affinché i governi si impegnino a supportare finanziariamente la risposta a questa emergenza.