Di ritorno dalla Conferenza nazionale dell’Infanzia, qualche riflessione
Alla quarta Conferenza nazionale (Bari, 27 e 28 marzo) abbiamo trascorso giorni densi e molto partecipati. Quattro i temi di discussione: la crescita della povertà minorile, di fronte al dato agghiacciante di oltre un milione di minori in Italia in povertà assoluta; la situazione dei bambini e dei ragazzi che sono fuori dalla propria famiglia, in comunità o in affidamento, tra i quali ce ne sono 1.900 in attesa di adozione, ma troppo poco si sa di loro; l’integrazione dei minori di origine straniera, mentre ancora attendiamo una riforma della legge della cittadinanza che garantisca a chi nasce e cresce nel nostro paese la possibilità di sentirsi pienamente italiano; la situazione dei servizi socio educativi per la prima infanzia, deboli dappertutto e quasi inesistenti nelle regioni del sud, dove peraltro giacciono milioni di euro di fondi comunitari destinati agli asili mai utilizzati. Su questi temi, si è registrato un mix produttivo tra il punto di vista degli operatori sul campo e quello degli esperti della comunità scientifica. Il dato più positivo di questa Conferenza forse è stata proprio la sintonia che si è consolidata tra i partecipanti provenienti da tutta Italia. Lavorando in gruppi, sono state formulate molte ipotesi di intervento. Ed era impossibile non registrare il senso di urgenza che proveniva dai tanti che, come noi, sono a diretto contatto con i ragazzi più a rischio.
Il grande limite della Conferenza credo sia stato invece la mancanza di una agenda sulla quale confrontarsi. Era dal 2009 che la Conferenza non veniva convocata e le aspettative in questo senso erano alte. Il neoministro del welfare Poletti intervenendo ai lavori lo ha riconosciuto con onestà: ha deciso di mantenere l’appuntamento già programmato ma non ha fatto in tempo a presentarsi con una proposta strategica, anche se ha assunto l’impegno di ricostituire nei prossimi giorni l’Osservatorio che avrà il mandato di elaborare il nuovo piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.
Sul bilancio della Conferenza, allora, proporrei di sospendere il giudizio: molto dipenderà da quanto e come le proposte emerse e – prima ancora – l’allarme sul peggioramento delle condizioni dei minori in Italia verrà preso sul serio dal nuovo governo e tradotto in impegni misurabili. Il titolo della Conferenza era “Investire sull’infanzia” e siamo pronti a fare un’apertura di credito (a tempo determinato): le proposte sono sul piatto sono serie, puntuali e hanno i piedi per terra. Ora si tratta di fare presto. E qui torneremo a parlarne.
Per approfondimenti: www.conferenzainfanzia.info/