Un impegno comune europeo in difesa dei minori migranti
Di fronte alle centinaia di bambini che continuano a rischiare e a perdere la vita nel Mediterraneo e agli ostacoli frapposti ai soccorsi, l’Europa non trova una voce comune in difesa dei diritti - in particolare di chi è più vulnerabile, come i minori che affrontano questi viaggi drammatici completamente soli, senza nessun adulto di riferimento al loro fianco - preoccupandosi invece di rafforzare le proprie frontiere.
Siamo impegnati concretamente da 10 anni al fianco dei bambini e dei minori stranieri non accompagnati giunti in Italia, lavorando nei porti di sbarco, nelle strutture di prima accoglienza e in alcune grandi città, per garantire loro la protezione e le opportunità di cui hanno bisogno. Da tempo denunciamo ripetutamente le condizioni di vulnerabilità di questi bambini e adolescenti, raccogliendo le loro terribili testimonianze sulle violenze compiute dai trafficanti lungo tutto il percorso e la permanenza in Libia.
Di fronte a tutto ciò, serve un impegno concreto comune, in modo da condividere le responsabilità e lavorare insieme con i paesi terzi, di origine o di transito dei migranti per trovare modalità sostenibili per affrontare il fenomeno migratorio.
Sistemi come il Ricollocamento, il Reinsediamento e i “Corridoi umanitari” sono state prime risposte comuni europee per far fronte al flusso di rifugiati e di migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, ma purtroppo solo parziali e insufficienti. Perché le responsabilità possano essere davvero condivise è urgente che gli Stati Membri dell’UE, la Commissione europea e il Parlamento europeo giungano ad una riforma della legislazione sull’asilo e in particolare del sistema di Dublino. Una riforma che deve avvenire nel rispetto prioritario del superiore interesse dei minori e tenere conto delle loro specifiche vulnerabilità.
È arrivato il momento di investire in una più solida e condivisa accoglienza e in tutte quelle misure che possano facilitare una reale integrazione dei minori migranti nelle nostre società, a partire dall’apprendimento della lingua, della scolarizzazione e dell’inserimento lavorativo, per offrire loro l’opportunità di diventare adulti in un paese che non conoscono e di sentirsi parte attiva e responsabile delle comunità in cui vivono.