Coronavirus: non dimenticare i bambini nella "fase due"

Il lockdown che stanno vivendo i bambini e gli adolescenti in Italia chiusi tra le mura delle loro case, in molti casi sovraffollate e prive di spazi adeguati, rischia di creare gravi ripercussioni sulla loro crescita. Attraverso il nostro lavoro nei territori più svantaggiati, osserviamo come sia sempre più difficile per i bambini e per le loro famiglie scandire la quotidianità in questa fase delicata, dall’alimentazione scorretta all’uso smodato dei videogiochi, dall’isolamento allo stravolgimento del ritmo sonno-veglia sino alla perdita di concentrazione e motivazione per lo studio. 

Coronavirus: il lockdown per i bambini svantaggiati

Questi problemi sono ancora più accentuati per quei bambini che vivono in ambienti piccoli e sovraffollati, in famiglie oggi angosciate dal futuro a causa della perdita del lavoro, senza le connessioni e i device necessari per seguire la didattica a distanza o in famiglie che vivono situazioni di crisi e di conflitto.

Mentre il Paese si interroga sulle modalità della ripartenza economica e produttiva, è urgente mettere al centro gli spazi e le opportunità da assicurare ai bambini e agli adolescenti, sia per quanto riguarda la didattica che le attività extrascolastiche, perché la salute dei minori, sia dal punto di vista fisico che psicologico, sia pienamente protetta e perché venga loro garantito, nel pieno rispetto della loro sicurezza, il diritto al gioco e alla socialità.

Garantire la ripartenza per bambini e ragazzi

È necessario un piano organico che comprenda sia la scuola sia le attività territoriali e che coinvolga, in rete, tutti gli attori, a partire dalle scuole, le famiglie, le istituzioni locali, l’associazionismo e il volontariato. Dobbiamo riuscire a garantire ad ogni bambino e bambina, a partire da quelli che vivono nei territori più svantaggiati, un ambiente educativo e di gioco protetto e ricco di opportunità, puntando anche sul volontariato e sull’impegno civico per la realizzazione di attività di gioco, sport e movimento.

Un piano straordinario di servizio civile

In questo quadro potrebbe essere lanciato anche un bando straordinario di servizio civile, per impegnare i ragazzi e le ragazze in attività educative, ricreative e motorie, anche estive, con il duplice obiettivo di ridurre da un lato la perdita di apprendimento accumulata durante i mesi dell’emergenza e, dall’altro, di promuovere l’attivazione di tanti giovani usciti dal sistema dell’istruzione e ancora fuori dal mondo del lavoro.

Nessun bambino deve restare indietro a causa dell’emergenza Coronavirus: aiutaci a non lasciarli soli!

 

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