Insieme a UNICEF per i minori migranti in frontiera
Da gennaio alla prima metà di aprile di quest’anno, il 16 aprile per l’esattezza, oltre 8.520 migranti e rifugiati hanno raggiunto le nostre coste. Tra questi 1196, il 14%, erano minori stranieri non accompagnati.
Lampedusa e Ventimiglia rappresentano le due frontiere opposte che fanno parte di un sistema di accoglienza e protezioni dei minori che presentano ancora sfide molto evidenti.
Per dare una risposta immediata ai bisogni dei minori che raggiungono questi due avamposti abbiamo unito le forze con UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, e da dicembre 2020 abbiamo sviluppato un programma di intervento comune.
Tra le principali azioni: primo soccorso psicologico, informazioni sui loro diritti, nonché sui servizi e sulle opportunità disponibili, una valutazione tempestiva delle potenziali vulnerabilità e problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere, e con la distribuzione di kit contenenti materiali utili per il viaggio e l’igiene personale.
I numeri dei primi 4 mesi di intervento
Grazie questo programma, tra dicembre e marzo a Ventimiglia sono stati assistiti 72 nuclei familiari con 116 bambini a carico e raggiunti oltre 169 minori non accompagnati, tra cui 6 ragazze. A Lampedusa i numeri parlano invece di 59 famiglie con 130 bambini, di cui 52 bambine, 181 donne e 404 minori stranieri non accompagnati, di cui almeno 33 ragazze. Le giovani sono esposte a rischi specifici, non sempre sono identificate come minori dalle autorità predisposte ed è difficile accedere a informazioni e servizi dedicati. Questo a causa delle particolari modalità con cui le minori viaggiano, spesso aggregandosi a famiglie o accompagnatori adulti e in virtù del fatto che molte non dichiarano la loro minore età, anche perché obbligate, o vittime di tratta.
Una collaborazione rinnovata fino a dicembre 2021
Dopo i primi 4 mesi di attività, abbiamo rinnovato questa collaborazione congiunta con UNICEF fino a dicembre 2021, a supporto dei minori migranti in arrivo attraverso la rotta del Mediterraneo centrale e quella balcanica con team a Lampedusa e Ventimiglia. Tra gli interventi portati avanti nell’ambito del programma congiunto uno spazio per ragazze, lo Youth Corner, realizzato nel Child Friendly Space, un luogo sicuro che offre ascolto e protezione a minori soli e famiglie. Tra le opportunità offerte anche il servizio di Helpline Minori Migranti di Save the Children e di informativa tramite la piattaforma on-line U-Report on the Move di UNICEF.
Le prime fasi di accoglienza dopo le operazioni di soccorso sono estremamente importanti e critiche per riconoscere subito i minori e identificare prontamente le situazioni più vulnerabili, incluse le adolescenti non accompagnate. È necessario che possano accedere a spazi a loro riservati, per garantire la loro sicurezza e incolumità e accedere a colloqui con personale qualificato nel rispetto della riservatezza.
Continuaimo ancora a registrare casi di respingimenti di minori non accompagnati alla frontiera tra Italia e Francia e auspicano che per loro e per tutte le famiglie in transito a Ventimiglia vengano predisposte misure di accoglienza adeguate, facendo anche appello ai Comuni limitrofi affinché individuino soluzioni sostenibili.
In frontiera: Lampedusa e Ventimiglia
Lampedusa continua ad essere uno dei principali punti di arrivo e resta uno dei luoghi di prima accoglienza ed è al centro delle operazioni di soccorso e salvataggio nel Mediterraneo Centrale. Ciclicamente l’hotspot ospita molte più persone di quanto la struttura sia capace di accogliere e le procedure di prevenzione del contagio da Covid-19 hanno reso ancora più complessa la capacità di identificazione dei soggetti più vulnerabili e bisognosi di attenzione specifica. Di fatto, non sempre sono garantiti spazi dedicati a minori soli, famiglie con bambini e donne.
A Ventimiglia la situazione appare ancora drammatica. Secondo dati raccolti dal nostro team attivo sul posto, circa 200 minorenni soli hanno oltrepassato la frontiera nel 2020. Sono bambini e adolescenti senza figure di riferimento, che affrontano pericolosi viaggi in mare per raggiungere un porto sicuro o che attraversano la rotta balcanica, tentando di raggiungere i Paesi del Nord Europa, spesso per ricongiungersi con i propri familiari, senza la possibilità di un pasto caldo o di un tetto sopra la testa, senza assistenza sanitaria, esposti al rischio di sfruttamento e violenza. Dopo la chiusura del Campo Roja a luglio 2020 a Ventimiglia, si sono ulteriormente ridotti fino a quasi scomparire i servizi di assistenza e accoglienza per bambini, adolescenti e famiglie. Tanti minori dichiarano inoltre di essere respinti alla frontiera con la Francia e rinviati in Italia, vedendo così rifiutato il diritto alla protezione per minore età.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.