130.000 bambini intrappolati nel Nord di Gaza

Sacha Myers / Save the Children

La situazione nel nord di Gaza non consente più alle persone di sopravvivere. Sappiamo che ci sono circa 130.000 bambini sotto i 10 anni intrappolati in drammatiche condizioni, in una zona quasi del tutto inaccessibile agli operatori umanitari, dove non arrivano cibo o forniture mediche, nonostante i continui allarmi sul rischio carestia.

Nord di Gaza: cosa è successo in 50 giorni di assedio

Dal 6 ottobre 2024, i bambini che vivono nella parte settentrionale della Striscia e nei governatorati, sono stati quasi completamente tagliati fuori dalla distribuzione di cibo, acqua e medicine, quando le forze israeliane hanno dichiarato l'area zona militare chiusa. Tutto ciò accade mentre il Famine Review Committee (FRC) lancia l’allarme sulla carestia imminente o che probabilmente è già in corso nell'area.

Le Nazioni Unite hanno anche avvertito che l'intera popolazione del governatorato nell’area settentrionale era a rischio di morte. Nonostante questi avvertimenti, i tentativi del personale umanitario di accedervi sono stati ripetutamente negati dalle forze israeliane.

130.000 bambini intrappolati

Ogni guerra è una guerra contro i bambini, che anziché imparare a leggere, scrivere, andare in bicicletta, devono imparare a fuggire dai bombardamenti per non finire all’obitorio. A Gaza, vale lo stesso, una guerra contro i più vulnerabili, e non c'è modo più semplice per spiegarlo che guardare le cifre delle morti: oltre 4 persone uccise su 10 sono bambini. Di questi, la maggior parte ha un'età compresa tra i 5 e i 9 anni.

Molte famiglie sono intrappolate a nord della Striscia perché non sono state in grado di fuggire, a causa di parenti anziani o disabili, o per la mancanza di alternative di fuga in altre parti. A nord di Gaza, i genitori hanno raccontato al nostro staff di sentirsi “soffocare” e di essere completamente “privi di energia”.

Ruba, madre di due figli racconta ad un nostro partner nel nord di Gaza: “Sono intrappolata con i miei figli sotto bombe, razzi e proiettili, senza un posto dove scappare. Mia madre è paralizzata e non posso lasciarla indietro. Mio fratello è stato ucciso, mio marito è stato rapito e non so se sia ancora vivo. La nostra casa è stata distrutta e siamo vivi per miracolo. Senza cibo, senza acqua pulita e con questa paura costante, entrambi i miei figli hanno eruzioni cutanee sul corpo e mia figlia sta perdendo sangue, ma non ci sono medicine, nessun aiuto e non posso fare assolutamente nulla. Piangono e mi chiedono perché non possiamo semplicemente andarcene, perché il loro padre non è con noi, perché non possiamo tornare a una vita normale”.

Aiuti bloccati per migliaia di bambini in emergenza

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato che il modo in cui sono state condotte le ostilità potrebbe causare “la potenziale distruzione della popolazione palestinese” nel governatorato più settentrionale di Gaza.

In queste condizioni, per oltre sette settimane anche noi non siamo stati in grado di avere accesso al nord di Gaza per consegnare pacchi alimentari a 5.000 famiglie, insieme a 725 kit igienici e altri aiuti. Prima che l'area fosse chiusa, abbiamo lavorato con i partner locali per raggiungere migliaia di bambini in emergenza nella zona, distribuendo oltre 1.000 pacchi alimentari, 600 kit igienici e fornendo un supporto psicosociale, attività ricreative e gestione caso per caso a circa 15.000 bambini e famiglie. I 5.000 pacchi alimentari sono stati di conseguenza reindirizzati e consegnati nel sud della Striscia, dove le necessità sono ancora molto forti, anche se non così critiche come nell’area a Nord.

Anche le forniture mediche non arrivano più nel nord di Gaza: circa 10.000 bambini a Jabalia, Beit Lahiya e Beit Hanoun non hanno potuto partecipare alla campagna di vaccinazione contro la poliomielite, grazie alla quale circa 113.000 bambini nel nord di Gaza (l'88% dei bambini sotto i 10 anni, target della vaccinazione), tra settembre e novembre 2024, hanno ricevuto una o entrambe le dosi previste.

Il nostro intervento


Lavoriamo nei Territori Palestinesi Occupati (oPt) dal 1953 ed è presente in modo permanente a Gaza, dove forniamo assistenza in denaro, assistenza medica, nutrizione, protezione, supporto all'istruzione informale e supporto alla salute mentale e psicosociale per minori e adulti di riferimento. Siamo il terzo più grande fornitore di supporto economico a Gaza, e distribuiamo alle famiglie denaro in modo che possano acquistare cibo e altri beni essenziali.

Insieme ai partner locali, stiamo consegnando beni essenzialialle famiglie nei rifugi e nelle abitazioni: acqua potabile, cibo, prodotti per l'igiene, materassi, coperte e vestiti invernali per bambini, materiale didattico, giocattoli e giochi. Stiamo sostenendo l'accesso umanitario immediato e senza restrizioni per garantire che gli aiuti essenziali raggiungano le bambine e i bambini più in difficoltà.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa. 

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