Educare alle emozioni e ai sentimenti: 3 attività da fare a scuola

Riconoscere, accettare e vivere le nostre emozioni a pieno ci renderà più forti, resilienti e consapevoli del valore dell’altro. In un momento storico così delicato e difficile, è naturale riflettere sulle proprie abitudini, su quello che è il presente e sperimentare tante emozioni diverse e forti.

In questo, il ruolo della scuola è fondamentale per l’educazione alle emozioni di bambini, bambine e adolescenti al fine della consapevolezza del sé e degli altri.

L’educazione alle emozioni: perché è importante

Inevitabilmente in questo contesto molti bambini e ragazzi risentono di un clima di incertezza in cui sia la dimensione educativa che quella emotiva giocano un ruolo fondamentale. È molto importante quindi non sottovalutare l’impatto emotivo in ambito scolastico in quanto l'apprendimento, se non accompagnato da un'attenzione all'espressione e all'ascolto delle emozioni di bambine, bambini e ragazze e ragazzi, risulta essere inefficace in un momento come questo. Molte scuole stanno lavorando proprio per introdurre quello che tanti insegnanti chiedono da tempo: spazio dedicato all’educazione all’affettività e alle emozioni. 

Educare alle emozioni e ai sentimenti: 3 attività da fare in classe

Di seguito abbiamo pensato ad alcune attività utili per gli insegnanti di scuole primarie e secondarie per intraprendere insieme agli alunni i temi dell’educazione emotiva e sentimentale.

  • 1. Emozioni in colori e parole 

L’insegnante invita gli studenti a chiudere gli occhi e pensare a questo momento così particolare, focalizzandosi su alcuni aspetti: una cosa bella di questo periodo, un aspetto della propria vita diverso dal solito, un momento difficile, una situazione che ha provocato preoccupazione.

Ognuno scrive e/o disegna (per i più piccoli) queste situazioni e i pensieri associati. Una volta raccolti i propri pensieri ci si confronta apertamente nell’attività di circle time. Quest’attività permetterà di conoscere e riconoscere negli altri le proprie emozioni dando loro la totale legittimazione ad esistere e manifestarsi.

  • 2. Che faccia hai? 

Utilizzando la tecnica del brainstorming, l’insegnante chiede ai partecipanti di dividere il foglio in due colonne: nella prima dovranno elencare tutte le emozioni che conoscono e in quella a fianco iniziare ad indicare le caratteristiche che contraddistinguono le singole emozioni e permettono di riconoscerle negli altri (es. caratteristiche del volto, indici verbali, comportamentali e fisiologici – come sudare, arrossire, avere il battito accelerato etc.).

Successivamente riflettere insieme rispetto all’universalità delle emozioni: "Come riusciamo a capire quando qualcuno prova una certa emozione?", "Ci sono caratteristiche specifiche di certe emozioni?", "Le emozioni si manifestano nello stesso modo?", “Ci sono parti del corpo che manifestano più apertamente le emozioni?". Un ulteriore aspetto di confronto può essere il valore adattivo o disadattivo delle emozioni: “Il fatto che la felicità o la tristezza siano facilmente riconoscibili nel volto dell’altro, può essere utile per capire come comportarci?”. Stimolare l’empatia, fare proprie alcune caratteristiche delle emozioni di base sono solo alcuni dei preziosi risultati che quest’attività permetterà di raggiungere.

  • 3. Una tempesta di emozioni 

L’insegnante divide la classe in gruppi e chiede ai partecipanti di scrivere tutte le emozioni che vengono loro in mente (tempo 5 minuti). Dopodiché per ogni emozione andremo ad aggiungere "quando si prova", in quali situazioni, lasciando altri 10-15 minuti. Ogni gruppo sceglie poi un portavoce che esporrà alla classe ciò che il gruppo ha scritto. A partire da quanto riportato, l’insegnante guiderà una discussione differenziando i diversi tipi di emozioni (le emozioni primarie: felicità, tristezza, paura, rabbia, disgusto e sorpresa).

Infine l’insegnante stimolerà le ragazze e i ragazzi per arrivare a definire le emozioni secondarie come ad es. vergogna, gelosia, imbarazzo, senso di colpa che sono emozioni secondarie in quanto richiedono auto-consapevolezza che implica coscienza, "senso di me" e consapevolezza dell'altro. In questa attività riusciremo quindi a lavorare sul concetto di emozioni primarie e secondarie con un approccio pratico che permetterà agli alunni di ritrovarcisi e riconoscerle più facilmente.

I benefici dell’alfabetizzazione emotiva a scuola

Sempre più viene evidenziata una stretta correlazione fra comportamenti assertivi dello studente e rendimento scolastico: un alunno in grado di esprimere e vigilare sulla sua emotività, che comunica e si relaziona positivamente con gli altri, è mosso da maggiore curiosità, ha voglia di apprendere e sceglie di prendersi cura della propria persona, orientato a gestire con autonomia se stesso. 

Per una società che ha come valore il benessere di tutti, ci deve essere unaproposta pedagogica stabile che riguardi la sfera del sé, non solo per chi è in difficoltà ma per ogni singolo alunno, con ricadute positive sul gruppo classe e sulla relazione con i docenti e con la famiglia

Promuovere un’alfabetizzazione emotiva permette a bambini e ragazzi di comprendere le proprie emozioni, sapersi immedesimare negli altri, sviluppare empatia. Il lavoro degli insegnanti con attività ad hoc può aiutare bambini e ragazzi ad esplorare quello che sentono, a guardarlo e affrontarlo se necessario, ma non reprimerlo, per costruire individui realmente autonomi e compiuti, che non abbiano paure da affrontare, ma sentimenti da condividere. 

La scuola, dunque, dall’istituzione primaria a quella secondaria, deve fornire un’educazione affettiva e sentimentale per la consapevolezza del sé, per la gestione delle emozioni proprie e altrui e per una comunicazione efficace attraverso contenuti e metodologia specifici e con un impegno interdisciplinare. 


Contributo realizzato insieme a Riccardo Giuliano, docente supporter di Fuoriclasse in Movimento.

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