Tagli aiuti umanitari: a rischio l’educazione di 1,8 milioni di bambini 

Elias Mcito/SCI DRC

I tagli ai finanziamenti minacciano di indebolire uno degli strumenti più potenti che abbiamo per trasformare la vita dei bambini: l’educazione, di cui ogni bambino ne ha diritto.

Nel 2024 i nostri programmi educativi hanno raggiunto direttamente oltre 7,6 milioni di bambini in 60 Paesi, compresi quelli costretti ad affrontare conflitti, cambiamenti climatici e altre emergenze.

Tagli aiuti sull'educazione 

A causa dei tagli agli aiuti umanitari internazionali più di 1,8 milioni di bambini non potranno più accedere all’educazione. Questi tagli stanno colpendo i nostri programmi educativi in oltre 20 Paesi, dalla Repubblica Democratica del Congo alla Siria, fino alla Tanzania. Ma è proprio nei contesti di emergenza che l'educazione salva la vita dei bambini. 

Secondo i dati della Banca Mondiale [1], oggi quasi 400 milioni di bambini in età scolare non sanno leggere o scrivere. Più della metà di tutti i bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni non ha accesso alla scuola materna. In alcuni contesti umanitari e di conflitto, dove la nostra Organizzazione è l'unica a fornire servizi educativi, la situazione è ancora peggiore. Le bambine e i bambini nei campi profughi e di sfollamento non perderanno solo l'educazione scolastica, ma anche sostegni fondamentali: cibo, servizi di salute mentale e spazi sicuri. L'educazione è una priorità assoluta anche in caso di crisi, è questo ci è stato ripetuto più volta dai bambini, genitori e operatori, persone che le crisi le vivono tutti i giorni sulla loro pelle [2].

Offrire un’educazione ai bambini in contesti di emergenza, significa tenerli protetti in uno spazio sicuro, dando loro un senso di stabilità, fornendo informazioni vitali per la loro sicurezza di fronte a bombe inesplose e la prevenzione dalle malattie. 

bambini senza più accesso all'educazione

In Tanzania, oltre 50.000 bambini rischiano di perdere in parte o tutto il loro percorso educativo a causa dei tagli agli aiuti. Questo ha gravi conseguenze per i bambini, come ha spiegato la responsabile di un campo profughi nel nord-ovest del Paese. Isack, dirigente scolastico, ha segnalato che la frequenza scolastica, gli abbandoni e i risultati degli studenti sono peggiorati, poiché i tagli ai finanziamenti non coprono più i quaderni gratuiti e gli assorbenti per le ragazze, necessari per andare a scuola. 

Sabera, 14 anni, è una degli oltre un milione di rifugiati Rohingya che vivono nei campi sovraffollati di Cox's Bazar, in Bangladesh, da quando è fuggita con la sua famiglia dalle violenze in Myanmar nel 2017. Frequentava il centro di apprendimento sostenuto dalla nostra Organizzazione che è stato chiuso in seguito ai tagli, gli stessi tagli che hanno colpito l'educazione di oltre 2.400 bambini nei campi di Cox's Bazar e nelle comunità ospitanti. Nelle parole di Sabera se ne comprendono le conseguenze: “Mi piaceva studiare e imparare nelle mie lezioni. All'improvviso ho saputo che il centro di apprendimento avrebbe chiuso e ho sentito che qualcuno mi avrebbe strappato la libertà e la felicità. Pensavo che al termine di questo anno sarei stata ammessa alla classe successiva, che mi avrebbe aperto un mondo completamente nuovo, ma quel sogno ora è svanito”. 

Nella Repubblica Democratica del Congo, oltre 21.300 bambini nel Sud Kivu, devastato dalla guerra, non hanno più accesso al materiale didattico e i loro insegnanti hanno interrotto la formazione.

Nel campo di Al Hol, in Siria, sono stati chiusi 2 nostri spazi di apprendimento. Per 640 bambini, significa strappare via luoghi sicuri, per l'educazione e servizi di salute mentale. 640 bambini che convivono tutti i giorni con la minaccia del lavoro minorile e della violenza.

L'educazione è l’investimento per un futuro migliore

“Gli aiuti internazionali significano speranza, pace e creazione di percorsi per un futuro migliore e l'educazione è il simbolo di un investimento che dà i suoi frutti nel lungo termine. È l’inizio di un processo di apprendimento che non riguarda solo i bambini interessati dal singolo intervento, ma che avrà impatto sulle generazioni future, in cui ogni battuta d’arresto si ripercuoterà sulle famiglie e la comunità per gli anni a venire”, ha dichiarato Susan Nicolai, direttrice di Save the Children International per l'educazione.

Questa è una crisi senza precedenti. I tagli agli aiuti umanitari sono tagli contro i bambini e ora più che mai hanno bisogno di te.

dona ora

Chiediamo ai leader mondiali, ai partner e a tutti i donatori di investire finanziariamente nei bambini e nel loro futuro. Le conseguenze dei tagli sul settore umanitario e degli aiuti saranno importanti e sostanziali, ma siamo impegnati a lavorare con i leader mondiali, le istituzioni e la società civile per riformare il sistema, contribuendo a creare un apparato di finanziamento globale più equo e stabile per assistere le persone più vulnerabili.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa


Note:

[1] https://www.savethechildren.net/news/global-goals-two-5-children-starting-school-won-t-be-able-read-age-10-unless-world-leaders-take 
[2] https://resourcecentre.savethechildren.net/document/education-against-odds-meeting-marginalised-childrens-demands-quality-education/ 
 

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