Il pericolo è la nostra realtà: gli attacchi ai bambini in Cisgiordania

Secondo la ricerca “Il pericolo è la nostra realtà”, nei territori palestinesi occupati - in Cisgiordania - gli attacchi con i gas lacrimogeni contro gli studenti dentro e vicino alle scuole sono raddoppiati in un anno. Solo con l'emergenza Coronavirus e con la conseguente chiusura delle scuole, questi attacchi sono scesi a zero, una tendenza che deve essere mantenuta anche quando la pandemia sarà alle spalle.

Il report “il pericolo è la nostra realtà”

Nel nostro report “Il pericolo è la nostra realtà”, abbiamo raccolto le testimonianze di oltre 400 bambini delle comunità più colpite dal conflitto in Cisgiordania e gli attacchi più comuni segnalati dagli studenti consistono nell'uso di gas lacrimogeni e nelle incursioni militari

In particolare, 3 studenti su 4 hanno riferito che le loro scuole sono state attaccate, una percentuale che sale al 93% per i bambini e i ragazzi di Nablus. Tre bambini su 4, inoltre, hanno paura di incontrare militari o coloni mentre vanno a scuola e temono di essere insultati o minacciati con gas lacrimogeni o aggressioni fisiche. Uno studente su 4, ancora, non si sente al sicuro quando è a scuola e molti soffrono di ansia e stress che si manifestano attraverso sintomi fisici come tremori incontrollabili e svenimenti oppure perdita di autostima e paura. Quasi un terzo dei bambini ha poi raccontato di avere difficoltà a concentrarsi in classe a causa delle situazioni che si trovano ad affrontare quotidianamente e, tra questi, 8 su 10 hanno detto che sullo svolgimento delle loro attività in classe incide fortemente la paura.

Solo il coronavirus ha fermato gli attacchi alle scuole

Con la chiusura delle scuole a inizio marzo in risposta all’emergenza Coronavirus, non sono stati registrati attacchi contro il diritto all'istruzione dei bambini. Di contro, a marzo 2019 erano stati rilevati 47 incidenti, tra cui nove casi di gas lacrimogeni su scuole e studenti e l'uso di gas lacrimogeni è raddoppiato tra il 2018 e il 2019.

La testimonianza di una bambina

"Alcuni studenti hanno iniziato a piangere e altri stavano soffocando quando i soldati hanno sparato i gas lacrimogeni. Non riuscivamo a respirare, anche a causa della paura e dell’ansia che provavamo. C'era un odore di gas e ci bruciavano gli occhi. A scuola non eravamo equipaggiati per affrontare una simile esperienza. È stato doloroso e spaventoso", è la testimonianza di Rima, 13 anni, che ha ricordato l’attacco contro la sua scuola a Betlemme.

Gli effetti dei gas lacrimogeni sui bambini

I gas lacrimogeni infiammano, irritano e danneggiano i polmoni a breve e medio termine. Il Coronavirus si dimostra particolarmente letale per le persone con precedenti malattie polmonari, infiammazioni e danni e per questo, nonostante le prime evidenze di Covid-19 suggeriscano che i bambini siano meno vulnerabili degli adulti, c’è il timore che l'esposizione cronica ai gas lacrimogeni possa rappresentare un fattore di rischio.

Il diritto all’istruzione dei bambini palestinesi

Il diritto all'istruzione dei bambini palestinesi è stato minato per troppo tempo. Non dovrebbe essere una pandemia globale a risparmiare i bambini dalle conseguenze dei gas lacrimogeni mentre vanno a scuola. Le parti in conflitto ora hanno l’occasione di ricominciare daccapo e dare l’opportunità ai bambini palestinesi di studiare e imparare in sicurezza e di non associare più la scuola alla violenza e alla paura.


In Cisgiordania, le scuole riapriranno per consentire a 76 mila studenti di scuole secondarie di sostenere gli esami a partire dal 30 maggio. Sono state organizzate sale extra per consentire il distanziamento sociale e il processo dovrebbe durare una decina di giorni. 

Chiediamo al governo israeliano di prendere provvedimenti immediati per garantire ai bambini palestinesi un accesso sicuro a un'istruzione di qualità, in linea con gli obblighi previsti dal diritto internazionale. L'uso di gas lacrimogeni e armi contro i bambini deve cessare definitivamente, anche all'interno e nelle vicinanze delle scuole e nelle aree densamente popolate, e tutte le parti in conflitto dovrebbero moltiplicare i propri sforzi per trovare soluzioni a lungo termine per una pace duratura.

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

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