Il racconto di un salvataggio sulla Vos Hestia
Grazie alla generosità dei nostri sostenitori, compresi quelli che hanno aderito al programma Io Save the Children, quest'anno abbiamo potuto portare avanti le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale con la nave "Vos Hestia".
L’obiettivo della nostra nave è stato quello di salvare i bambini in mare. Bambini che non hanno avuto altra scelta che lasciare la propria casa, pur conoscendo i rischi della traversata.
Il nostro team a bordo ha preso parte a operazioni di salvataggio anche molto difficili e impegnative, come quella che ci ha raccontato Gabriele Casini, Media Manager sulla "Vos Hestia".
"La chiamata della Guardia Costiera è arrivata durante il nostro quinto giorno in mare. Ognuno di noi aveva già preso la posizione assegnatagli, quando abbiamo avvistato all’orizzonte un piccolo oggetto galleggiante. Una volta avvicinati, ho visto una piccola barca bianca e rossa oscillare tra le onde grosse del mare in autunno.
Le persone erano stipate in ogni centimetro di superficie disponibile. Anche il tetto della piccola cabina era sovraffollato, rendendo pesante la parte superiore della barca e aumentando il rischio di ribaltamento, che divenne la nostra prima preoccupazione insieme alle condizioni di salute delle persone nella stiva.
Abbiamo individuato una bambina siriana che viaggiava con una bombola di ossigeno. Aveva urgente bisogno di cure specializzate e, fortunatamente, siamo riusciti a organizzare un’evacuazione medica immediata in elicottero. Se fossimo arrivati due ore più tardi, non ce l’avrebbe fatta.
Ad una ragazza eritrea di 27 anni e incinta di 8 mesi è stata diagnosticata una grave complicazione legata alla gravidanza. La sua vita e quella del suo bimbo erano a rischio. Il nostro medico ha richiesto un’altra immediata evacuazione medica per trasportare la ragazza a terra, dove avrebbe potuto ricevere tutte le cure salva vita di cui aveva bisogno.
Effettuare un’operazione di questo tipo di notte, su una nave in movimento e in uno spazio così ristretto implica una certa dose di rischio, ma l’evacuazione era l'unico modo per garantire la sopravvivenza della donna e del suo bambino. La mattina dopo, poco prima di arrivare in Italia, è arrivata la notizia della nascita del bambino, sano, poche ore dopo l'arrivo della donna sulla terra ferma. Eravamo talmente felici che tutti, anche le persone tratte in salvo, hanno iniziato a festeggiare e celebrare e la notizia della nascita si è diffusa rapidamente nella nave. È stato un momento molto commovente.
Anche se ho partecipato a molti salvataggi non credo che sia possibile abituarsi alla vista di queste fragili e pericolose imbarcazioni così assurdamente stipate di centinaia di persone.
È l'intenso mix di vita, morte e speranza che rende questa esperienza forse la più umanamente travolgente che abbia mai sperimentato. Un’esperienza che ha cambiato il mio modo di vedere il mondo".
Il nostro staff a bordo della nave ha lavorato per proteggere la vita di tantissimi bambini e adolescenti, assicurando loro supporto anche dopo essere sbarcati in Italia.
Per continuare a portare il nostro aiuto ai bambini in difficoltà in tutto il mondo, abbiamo bisogno anche di te: diventa un donatore Io Save the Children!