Ius Soli, Ius Sanguinis, Ius Scholae e Ius Culturae: quali sono le differenze

La presenza di alunni e alunne con background migratorio nelle nostre scuole è strutturale da anni ormai: secondo gli ultimi dati dell’Ufficio Statistica del Ministero dell’Istruzione e del Merito [1], nelle scuole ci sono 914.860 studenti e studentesse con cittadinanza non italiana. Bambine, bambini e adolescenti “italiani” di fatto ma non di diritto.

Da anni in Italia si attende una riforma sostanziale della legge che riconosca piena cittadinanza ai bambini e alle bambine che nascono o giungono da piccoli nel nostro Paese. Negli ultimi anni in Parlamento sono state presentate diverse proposte di legge, differenti per contenuti e ampiezza. Tuttavia, il processo legislativo non ha mai portato ad una riforma.

Che differenza c'è tra i principi dello ius soli e dello ius sanguinis? E cosa si intende, invece, utilizzando le più recenti espressioni “ius scholae” e “ius culturae”? Chiariamo meglio il significato di ius soli, scholae, sanguinis e culturae, e di come viene acquisita la cittadinanza in Italia.

Che vuol dire Ius Soli?

Il principio dello ius soli (dal latino “diritto del suolo”) prevede che la cittadinanza sia acquisita per il fatto di essere nati sul territorio dello Stato. La cittadinanza, quindi, è legata al luogo di nascita. 

Si definisce“condizionato” o “temperato” quando per ottenere la cittadinanza non basta essere nati nel territorio dello Stato, ma bisogna avere altri requisiti. In Italia attualmente lo ius soli viene concesso solo in casi eccezionali: per i figli di genitori ignoti, per i figli di genitori apolidi (senza cittadinanza) e per i figli di genitori stranieri che, secondo le leggi dello Stato di appartenenza, non possono trasmettere loro la cittadinanza.

Ad oggi in nessun Paese europeo vige lo ius soli “puro”, ma molti Stati hanno approvato diverse forme di ius soli “temperato” o “condizionato”, in cui al requisito di nascita sul territorio se ne aggiungono altri relativi alla condizione dei genitori. Ad esempio, essere in possesso di un permesso di soggiorno e aver risieduto nel Paese per un certo periodo di tempo.

Che vuol dire Ius Sanguinis?

Il principio dello ius sanguinis prevede che la cittadinanza sia acquisita per discendenza o filiazione. In Italia, si ottiene la cittadinanza tramite questo principio, o pernaturalizzazione, come prevede la Legge 91 del 1992. Pertanto, il cittadino di origine straniera, anche se nato in Italia, non acquisisce automaticamente e autonomamente la cittadinanza italiana, neanche se i suoi genitori risiedono regolarmente nel territorio da molti anni.

Il cittadino straniero può richiedere la cittadinanza italiana se ha raggiunto i 10 anni di residenza regolare ininterrotta (naturalizzazione) [2]. Il figlio minorenne di genitori stranieri può a sua volta acquisire la cittadinanza se uno dei due genitori ha acquisito la cittadinanza per naturalizzazione e vi convive stabilmente. In alternativa, può chiederla a 18 anni di età, entro il compimento dei 19, se è nato in Italia e vi ha risieduto stabilmente e ininterrottamente.

Il procedimento di acquisizione della cittadinanza in Italia presenta un iter complesso, costoso ed estremamente lungo. Non tutte le famiglie riescono a completarlo, così che anche i minorenni di quelle famiglie perdono opportunità preziose per il loro futuro.

Che vuol dire Ius Scholae? 

Ius scholae,è un’espressione recente, coniata negli anni scorsi per indicare la possibilità di acquisire la cittadinanza al compimento di un ciclo di studi. Di ius scholae si è tornato a parlare recentemente nel dibattito politico, ma già a marzo 2018 era stato presentato un testo di riforma della legge sulla cittadinanza basato su questa regola. 

La proposta, arenatasi alla Camera a giugno 2022 in seguito al cambio di Governo, prevedeva il riconoscimento della cittadinanza italiana per i minorenni stranieri nati in Italia o arrivati prima del compimento dei 12 anni che avessero risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia, e che vi avessero frequentato regolarmente almeno 5 anni di studio, in uno o più cicli scolastici. Puoi approfondire anche nel nostro articolo su Ius Scholae: cosa prevede.

Che vuol dire Ius Culturae?

Lo “ius culturae” è un’espressione coniata per definire un’altra specifica proposta di legge approvata dalla Camera nell’ottobre del 2015, fermatasi al Senato nel 2017, che prevedeva l’ottenimento della cittadinanza per i minori stranieri nati in Italia o entrati entro il 12esimo anno di età, che avessero “frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli presso istituti scolastici del sistema nazionale, o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali”, conclusi con la promozione.

In sostanza la proposta di legge legava la concessione della cittadinanza al completamento di un ciclo scolastico con successo.

“Ius Soli” condizionato: perché lo chiediamo

Da anni chiediamo al Parlamento di rivedere l'attuale legge sulla cittadinanza, una legge vecchia 30 anni, per riconoscere la cittadinanza ai bambini, alle bambine e a tutti coloro che sono nati o arrivati da piccoli nel nostro Paese, rispondendo a una domanda di appartenenza e diritti rimasta per troppo tempo inascoltata. 

Lo scorso anno abbiamo lanciato una petizione chiedendo al Parlamento che una riforma della legge sulla cittadinanza venga finalmente discussa e approvata. Ciò che abbiamo chiesto è uno "ius soli  condizionato” (o “temperato)" dalla residenza legale dei genitori in Italia, come già accade in molti altri Paesi europei. 

firma la petizione

Il cambiamento riguarderebbe minori che di fatto si sentono italiani ma formalmente non lo sono, e che per questo motivo non possono partecipare pienamente e attivamente alla vita sociale, e in prospettiva futura anche politica ed economica, del Paese. Si tratta di offrire un'equa opportunità alle nuove generazioni che vivono in Italia e introdurre una legge al passo con i tempi che possa portare beneficio a tutti e contribuire allo sviluppo del Paese. In una stagione delicata come quella della crescita, la cittadinanza è fondamentale per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità nella quale si cresce e sostenere le aspirazioni per il futuro.

Per approfondire:

Leggi anche il nostro report “Il mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane”, in cui abbiamo approfondito l'argomento presentando uno spaccato di diseguaglianze educative che compromettono i percorsi di crescita di bambine, bambini e adolescenti in Italia. 


Note:
[1] Ministero dell’Istruzione e del Merito, Ufficio di Statistica, Gli alunni con cittadinanza non italiana a.s. 2022-2023, Agosto 2024.

[2] Oltre ai 10 anni di residenza regolare ininterrotta, il cittadino straniero deve essere in possesso di determinati requisiti. In particolare, il richiedente deve dimostrare di avere redditi sufficienti al sostentamento, di non avere precedenti penali, di non essere in possesso di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica.

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche