La guerra in Afghanistan e la situazione per le donne e le bambine
La maggior parte della popolazione in Afghanistan non ha mai vissuto in un contesto di pace. Il protrarsi delle violenze ha seriamente minato lo sviluppo del Paese, aumentando i livelli di povertà e impoverendo i meccanismi di ripresa della popolazione.
La guerra in Afghanistan: la situazione oggi dopo 40 anni senza pace
Sebbene siano disponibili pochi dati, sappiamo che l’Afghanistan è al 170esimo posto su 189 paesi nell'Indice di Sviluppo Umano del 2019*.
La vulnerabilità è elevata: i livelli di povertà sono altissimi, l'insicurezza alimentare diffusa e l'accesso all'acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie limitate. I disastri naturali - come alluvioni e terremoti - sono frequenti e alcune parti del Paese sono ancora controllate dai miliziani.
Afghanistan: una guerra sui bambini
Come tutte le guerre, anche quella in Afghanistan è una guerra sui bambini. Oltre 40 anni di conflitto hanno avuto un impatto su diverse generazioni e si riflette in un allarmante aumento delle vittime tra i minori negli ultimi anni e si stima che a fine 2020, saranno 14 milioni gli afghani che avranno bisogno di aiuti umanitari.
Qui la violenza è parte della realtà della vita di tutti i giorni di bambini, bambine e adolescenti. Al di là del terribile costo in termini di vite umane, il conflitto ha colpito anche tutti gli aspetti della vita dei bambini che si ritrovano ad affrontare ancora enormi ostacoli nell’accesso ai servizi di base come l’assistenza sanitaria e l’istruzione.
Più di un terzo della popolazione vive a più di due ore dalla struttura sanitaria più vicina e anche prima della pandemia circa 3,7 milioni di bambini, quasi la metà di tutti i bambini in età scolare, non erano iscritti a scuola. Immaginate quindi quanto sia difficile curarsi, anche per le malattie più comuni, ed andare a scuola, fattore fondamentale per la costruzione di un futuro di queste generazioni.
In una ricerca che abbiamo condotto lo scorso anno, leggiamo che più della metà dei bambini che abbiamo intervistato ci ha detto di non sentirsi al sicuro mentre va a scuola a causa del conflitto che li mette in una situazione di pericolo reale e costante.
In questo contesto, la pandemia da Covid-19 ha esacerbato una situazione già disperata.
Il conflitto ha avuto anche un impatto devastante sulla salute mentale e sul benessere psicosociale di milioni di uomini, donne e bambini. Ciò ha portato a quella che è stata descritta come una "crisi di salute mentale", con un'intera generazione di afghani segnata dal trauma della violenza; milioni di persone soffrono di depressione e ansia a causa dei traumi legati alla guerra.
La situazione delle donne e delle bambine in Afghanistan
In Afghanistan oltre il 60% dei minori esclusi dal sistema scolastico sono bambine e in alcune province questo tasso è sostanzialmente più alto. Nonostante ci siano stati dei miglioramenti, c'è ancora una significativa resistenza all'educazione delle ragazze nel Paese.
Norme culturali profondamente radicate, fattori socio-culturali, credenze tradizionali e povertà contribuiscono a minare l'educazione delle ragazze. Le ragazze continuano a sposarsi in giovane età (il 17% si sposa prima di aver compiuto 15 anni e circa il 46% delle ragazze si sposa prima dei 18 anni). Le adolescenti sposate hanno possibilità molto limitate rispetto alle loro coetanee non sposate: non hanno accesso all’istruzione, non sono libere di interagire con i coetanei e non riescono ad emanciparsi economicamente. Le ragazze che si sposano molto giovani tendono a subire abusi e violenze e non hanno accesso alle cure o alle informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva. Secondo un’analisi demografica del Paese, il matrimonio precoce è il secondo motivo di abbandono scolastico per le ragazze (19% a fronte del 3% dei ragazzi).
Le barriere all’educazione per le bambine e le ragazze
In Afghanistan le barriere di accesso all’istruzione per le bambine sono molteplici: la distanza dalla scuola, poche insegnanti femminili, strutture senza acqua, indisponibilità di servizi igienici separati e mancanza di sostegno a casa da parte dei genitori che non riconoscono l’educazione delle figlie come una priorità. Inoltre, le ragazze si vedono affrontare la continua paura della violenza in un contesto pericoloso quando viaggiano da e verso la scuola. Già alle ragazze di terza elementare non è più permesso di condividere la stessa aula con dei maschi e dovrebbero frequentare una scuola femminile con insegnanti donne.
Tuttavia, la proporzione di scuole specifiche per le ragazze è molto bassa: solo il 16% del totale delle scuole rispetto al 49% che sono miste e il 36% sono scuole maschili. Oltre a ciò, le scuole femminili sono difficili da raggiungere dalle aree rurali. Le insegnanti donne rappresentano solo un terzo di tutti gli insegnanti e spesso alle ragazze non è permesso di avere insegnanti uomini, soprattutto quando diventano adolescenti. Ciò non solo ha un impatto negativo sull'accesso delle ragazze all'istruzione, ma crea una mancanza di modelli di ruolo positivi e d’ispirazione per le ragazze.
Il nostro intervento in Aghanistan per bambini e bambine
Operiamo in Afghanistan dal 1976 per fornire un cambiamento duraturo alla vita dei bambini in tutto il Paese.
Da oltre 100 anni lottiamo per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro a ogni costo. Questo è possibile solo grazie ai donatori che hanno a cuore il futuro dei bambini. Anche tu puoi aiutarci a intervenire per portare soccorso ai bambini più in difficoltà con una donazione, anche piccola. Ti ringraziamo già da subito per il contributo che potrai dare.
Da gennaio a ottobre 2020 abbiamo raggiunto oltre 516.220 persone di cui 213.571 bambini, attraverso il sostegno umanitario. Abbiamo supportato oltre 2.000 famiglie colpite da calamità naturali attraverso la fornitura di kit di beni di prima necessità; abbiamo costruito dei punti per il lavaggio delle mani di cui hanno beneficiato 4.525 bambini che hanno ricevuto kit igienici e attività di sensibilizzazione sulle corrette pratiche igieniche. Abbiamo inoltre supportato 5.927 bambini e insegnanti attraverso formazione, campagne per il rientro sicuro a scuola durante la pandemia e supportato ulteriori 377 famiglie attraverso un sostegno economico per poter soddisfare i loro bisogni primari. Abbiamo inoltre fornito cure mediche e servizi di nutrizione attraverso le nostre cliniche mobili ad oltre 39.200 persone di cui 13.642 bambini. Infine, 3.158 bambini sotto i 5 anni hanno ricevuto trattamenti per la cura della malnutrizione.
*L'indice di sviluppo umano (HDI, Human Development Index) è un indicatore di sviluppo macroeconomico. È stato utilizzato, accanto al PIL (prodotto interno lordo), dalle Nazioni Unite a partire dal 1993 per valutare la qualità della vita nei Paesi membri.