Minori e tecnologie digitali: differenze di genere
Bambine e bambini accedono ad internet in età sempre più precoce, oltre la metà dei bambini e bambine in Italia, di 6-10 anni usa abitualmente la rete, le ragazze in particolare mostrano buone competenze digitali anche lievemente più alte rispetto ai loro coetanei maschi eppure scelgono raramente facoltà tecnologiche all’Università. È quanto emerge dalla nostra indagine “Che genere di tecnologie? Ragazze e digitale tra opportunità e rischi”, diffusa oggi vicini al Safer Internet Day, realizzata da un’esclusiva elaborazione di dati realizzata da Istat.
L’indagine analizza una generazione di bambine e bambini cresciuta utilizzando la rete pressoché quotidianamente e considerando il web un vero e proprio spazio di socializzazione e conferma come l’accesso ad Internet di bambine e bambini avvenga in età sempre più giovane.
“L’indagine di Save the Children intende essere un primo passo per approfondire anche gli ostacoli e i rischi che potrebbero frenare i processi di empowerment delle ragazze, mettendo a fuoco il ruolo che le tecnologie potrebbero avere nel rafforzare o meno gli stereotipi di genere e indagando il fenomeno della violenza tra pari e della violenza di genere nelle relazioni online”, dichiara Raffaela Milano, Direttrice programmi Italia-Europa di Save the Children.
Nella ricerca, viene infatti sottolineato come spesso gli ambienti mediali, specchio della società, non siano neutri rispetto al genere e siano connessi a preesistenti stereotipi e disuguaglianze, anche di genere.
“È necessario prevedere programmi atti a valorizzare e dare continuità agli interessi e alla formazione delle ragazze nelle materie tecnico-scientifiche, al fine di renderle protagoniste attive dell’innovazione tecnologica in atto. Un ulteriore ostacolo alla possibilità di fruire appieno delle opportunità offerte dalle tecnologie digitali e che merita di essere approfondito è rappresentato dalla dimensione della violenza che le ragazze sperimentano online” prosegue Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Sottolineiamo inoltre come anche negli scorsi anni erano emersi dati significativi che sottolineano come la quasi totalità delle ragazze possieda uno smartphone e sia attiva sui social network più dei coetanei maschi. Anche nella condivisione di foto o video personali sui profili, si registra una maggiore attività da parte delle ragazze. A molte di loro è capitato di leggere commenti violenti sui social o sulle chat che frequentano e di ricevere da individui conosciuti sul web, video o immagini particolarmente violenti che le hanno messe a disagio. Inoltre, inviare o ricevere messaggi con riferimenti sessuali è ritenuto dalle ragazze, un comportamento diffuso tra gli amici come è frequente è anche l’invio di “video/immagini/attivare la webcam seminudi, nudi per ricevere regali, come ad esempio ricariche telefoniche”.
La bassa percezione del rischio online è sottolineata anche dal fatto che per alcune di loro sia sempre sicuro condividere materiale intimo in una cerchia ristretta “perché lo fanno tutti”.
Il mondo digitale è anche il luogo dove si sperimenta spesso per la prima volta la differenza e gli stereotipi di genere, ma le reazioni possono essere molto differenti: alcune ragazze non subiscono passivamente i modelli di genere affermando che “non esistono maschi e femmine, esistono le persone”; altre, invece, esprimono la percezione di una differenza quando riportano critiche e insulti rivolti a una ragazza che sono spesso legati al suo presunto o reale comportamento sessuale
“Il fenomeno della violenza online presenta caratteristiche e confini estremamente mobili e sono pochi i dati presenti in letteratura. Per questo, serve garantire un monitoraggio che coinvolga anche scuole e famiglie per assicurare azioni di prevenzione e di risposta alla violenza online” conclude Raffaela Milano.