PNRR e mense scolastiche: un servizio per ridurre le disuguaglianze
Nonostante i progressi compiuti negli anni, il sistema educativo in Italia presenta ancora numerose carenze, che si riflettono negli elevati tassi di dispersione esplicita e implicita e nella quota di giovani NEET. Queste carenze sono il risultato di disparità che investono tanto la sfera educativa quanto quella socioeconomica in cui crescono i minori. Inoltre, non può passare inosservato che 1 bambino su 20 vive in povertà alimentare e circa 3 minori su 10 sono in sovrappeso o obesi.
In questo quadro, il servizio mensa nelle scuole diventa essenziale per garantire uguali opportunità di apprendimento e salute. Oltre a ridurre le disuguaglianze, il servizio mensa è anche un’occasione per assicurare ai minori il consumo di almeno un pasto sano ed equilibrato al giorno. Vi è dunque la necessità di investimenti pubblici per sanare queste disuguaglianze: gli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevedono la costruzione o ristrutturazione di 1.000 strutture per il servizio mensa, ma tale investimento non è sufficiente a garantire che i bambini e le bambine, soprattutto in condizioni di vulnerabilità, usufruiscano del servizio.
Mense scolastiche per ridurre le disuguaglianze
I dati relativi alla dispersione scolastica in Italia risultano superiori alla media europea, rispettivamente 11,5% contro il 9,6% (dati relativi al 2022)[1]. Il tempo pieno rappresenta uno strumento fondamentale per combattere la dispersione implicita e può portare benefici di breve e lungo periodo, non solo per agli alunni ma anche ai loro genitori.
E per rendere fattibile l’estensione del tempo pieno è necessario dotare le scuole di mense. La percentuale di minori che frequenta il servizio mensa, nelle scuole primarie italiane, è ancora troppo bassa e spesso l’accesso a tale servizio è carente proprio in quelle aree in cui si concentra un numero maggiore di minori in condizioni di vulnerabilità economica. Nell’a.s. 2021/2022 ancora solo il 38,06% delle classi della scuola primaria era a tempo pieno e poco più della metà degli alunni della primaria frequentava la mensa scolastica. [2]
Dalla nostra ultima elaborazione dati con Osservatorio Italiano Conti Pubblici sul tema “Mense scolastiche: un servizio essenziale per ridurre le disuguaglianze”, emerge che poco più di un bambino su due (55,2%) frequenta la mensa, ma con forti differenze territoriali, si va da valori compresi tra il 6% e l’8% nelle province di Palermo, Ragusa e Siracusa, al 96% di Firenze. E solo 2 bambini su 5 usufruiscono del tempo pieno, con valori più bassi in Molise (9,4%) e Sicilia (11,1%).
Perché è importante dotare le scuole di mense
Alla luce di questi dati, il servizio mensa nelle scuole diventa essenziale per garantire uguali opportunità di apprendimento e salute. Ecco perché è importante dotare le scuole di mense:
Una corretta alimentazione a scuola contribuisce allo sviluppo psicofisico dei bambini, soprattutto per quei minori che a casa non hanno un’alimentazione adeguata alla loro crescita, e inoltre ne rafforza le capacità cognitive.
- Oltre ai benefici sulla salute dei minori, la mensa rappresenta anche un momento di socialità che può contribuire a rafforzare le cosiddette “soft skill” dei bambini e delle bambine.
- Un pasto gratuito ed equilibrato al giorno può contribuire ad aumentare i livelli di apprendimento di tutti gli alunni del nostro Paese, riducendo in modo drastico la dispersione scolastica esplicita e implicita.
- La corretta alimentazione è poi particolarmente importante se consideriamo che il 27% dei minori nel nostro Paese è in sovrappeso o obeso, con valori che superano il 30% in molte regioni del Mezzogiorno.
PNRR scuole: gli investimenti previsti
La Missione 4 del PNRR è interamente dedicata all’Istruzione e Ricerca. In quest’ambito sono previsti i seguenti investimenti:
- 4,6 miliardi per asili nido e scuole dell’infanzia.
- 300 milioni per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola, 1 miliardo e mezzo per la riduzione dei divari territoriali.
- Più di 800 milioni sono dedicati al miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti e più di 3 miliardi per migliorare le nuove competenze e linguaggi digitali.
- Quasi 4 miliardi sono previsti per un piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica [3].
Nello specifico, il PNRR stanziava per il “Piano di estensione del tempo pieno e mense”, originariamente 960 milioni. Ecco le 2 componenti:
- Un piano di 360 milioni di euro per finanziare l’incremento dell’offerta formativa e, nello specifico, l’allungamento dell’orario scolastico.
- Un piano di 400 milioni per la costruzione e/o messa in sicurezza di mense in almeno 1.000 edifici scolastici, successivamente innalzato a 600 milioni tramite decreto ministeriale del 7 giugno 2022 per garantire l’effettivo finanziamento di 1.000 edifici scolastici come da requisiti PNRR.
Dalle graduatorie definitive pubblicate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito risulta che, complessivamente, sono stati finanziati 1052 interventi. Secondo la ripartizione dei fondi circa il 58% dei fondi sarebbe dovuto andare alle regioni del sud Italia, per colmare il divario territoriale. Tuttavia, le graduatorie pubblicate mostrano un sottoutilizzo delle risorse disponibili da parte di queste regioni, cui sono assegnate il 47% circa delle risorse allocate. Quindi, il riequilibrio delle disparità territoriali sarà raggiunto solo parzialmente con i fondi del PNRR.
Assicurare i servizi essenziali nella scuola italiana
Gli investimenti previsti dal PNRR sono certamente utili ma al momento non è possibile stimare quanti saranno i nuovi posti mensa effettivamente creati né se tali posti garantiranno l’accesso ai minori in condizioni di maggiore vulnerabilità. Inoltre, per garantire un pasto sano a tutti i bambini di una scuola è necessario che i Comuni siano in grado di organizzare e finanziare un servizio di qualità giorno per giorno.
Secondo il nostro dossier rendere gratuita la mensa scolastica per il 10% dei bambini delle primarie, a partire dai più deprivati, comporterebbe una spesa di bilancio di circa 243 milioni che salirebbe a circa 2,4 miliardi se si volesse assicurare il servizio gratuito a tutte le bambine e i bambini della scuola primaria. È prioritario riconoscere la mensa come un servizio essenziale anche per contrastare la povertà assoluta e l’abbandono scolastico, che riguardano rispettivamente il 13,4% e l’11,5% dei minori del nostro Paese.
La povertà assoluta incide su tutte le dimensioni di vita dei bambini, dalla salute ai percorsi educativi, e mina alle fondamenta le opportunità per la loro crescita. Sono necessari provvedimenti immediati, come ad esempio la gratuità delle mense scolastiche per i minori in povertà, e assicurare a tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti opportunità di crescita.
Leggi anche l'articolo su Scuola: poco più di un bambino su due ha accesso al servizio mensa.
Note:
[1 – 2] Report “Il mondo in una classe” - Elaborazione Save the Children su dati Ministero dell’Istruzione e del Merito, a.s. 2021/2022,
[3] Report “Verso il futuro" - Un’analisi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso le lenti dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, maggio 2021.