Rapporto Piccoli Schiavi Invisibili
La tratta degli esseri umani, che coinvolge per più della metà dei casi donne, ragazze e bambine, ma anche ragazzi e bambini, è ancora uno dei mercati illeciti più diffusi e proficui in tutto il mondo, insieme al traffico di droga e armi. In Europa 1 vittima su 4 è minorenne. I soli casi accertati nel 2020, che hanno dato luogo a procedimenti giudiziari e condanne, riguardano 109.216 vittime, un numero che non rappresenta le proporzioni reali del fenomeno in gran parte sommerso.
Tramite la XII edizione del rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili”, vogliamo mettere in luce le condizioni delle piccole e giovani vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento nel nostro Paese, con riferimento anche all’impatto della pandemia che le ha rese ancora più invisibili e irraggiungibili.
Dati significativi e profili delle vittime
In Europa, si stima che il traffico di esseri umani produca in un anno 29,4 miliardi di euro di profitti. Ben un quarto dei soli 14.000 casi identificati riguardano vittime minorenni, intrappolate in gran parte nello sfruttamento della prostituzione arrivando al 64%.
In Italia, i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta erano 1.911, con 706 nuove prese in carico nel corso dell’anno, in gran parte di sesso femminile ovvero il 75,6%, mentre i minori rappresentavano il 3,3% del totale (61).
Tra le vittime assistite, la forma di sfruttamento che prevale è quella sessuale, con il 48,9%, seguita dallo sfruttamento lavorativo che arriva al 18,8%. Tra i paesi di origine delle vittime prevale la Nigeria con il 65,5%, seguita da Pakistan con il 4,5%, Marocco con il 2,6%, da Gambia con il 2,5% e Costa d’Avorio con il 2,3%.
Infatti, nel report viene tracciato il profilo dei gruppi di donne e minori più esposti alla tratta e allo sfruttamento, a partire dai casi delle vittime assistite dal sistema anti-tratta, che accoglie principalmente donne molto giovani o minorenni di origine nigeriana, sfruttate nel circuito della prostituzione. La principale motivazione che spinge queste ragazze nel circuito della tratta è legata al conteso di povertà, fragilità e disgregazione familiare nel contesto di origine in Nigeria, che facilita l’adescamento e il miraggio di potersi fare carico economicamente dei propri familiari una volta giunte in Italia con la falsa promessa di un lavoro regolare, che si trasforma invece nello sfruttamento.
Tra i gruppi maggiormente a rischio di sfruttamento, soprattutto sessuale, in Italia, desta allarme una presenza in crescita delle giovani donne e minori ivoriane. Il fenomeno riguarda il 4,6% delle 130 donne e ragazze con figli minori (161) che risultano assistite dal sistema anti-tratta italiano all’8 giugno 2022 e che sono in aumento, due volte vittime dello sfruttamento, degli abusi e spesso di ricatti estremi che fanno leva sulla loro condizione di madri particolarmente vulnerabili. Nel 45,4% dei casi hanno tra i 18 e i 25 anni, ma c’è anche chi ne ha meno di 17.
Guarda il video con la testimonianza di una ragazza vittima di tratta che supportiamo con i nostri progetti.
Il fenomeno dell’e-trafficking: la tratta digitale
Inoltre, da quanto emerso dalla ricerca, le organizzazioni criminali attive nel traffico di esseri umani si sono adattate alle restrizioni della mobilità transnazionale imposte dal contenimento della pandemia. Risultano di fatti amplificati lo sfruttamento sessuale in door e l’ausilio della rete, costringendo le giovani vittime ad accettare lavori ancora più rischiosi e sottopagati, spesso a limite o fuori dalla legalità.
Nel 2021, l’Europol ha ricevuto 28.758 segnalazioni di tratta o traffico di esseri umani, con 6.139 nuovi casi. Le organizzazioni criminali hanno utilizzato sempre di più i canali alternativi, come gli ambienti digitali, creando un vero e proprio sistema di e-trafficking. Spieghiamo di cosa si tratta:
Chat online, social media, agenzie di collocamento online, siti web di assistenza all’immigrazione contraffatti per reclutare potenziali vittime, forum sul dark web, pagamento dei servizi legati allo sfruttamento tramite criptovalute. Il fenomeno dell’e-trafficking è l’utilizzo dei canali di comunicazione elencati, per diversi tipi di sfruttamento, che possono riguardare altre forme di sfruttamento, oltre a quello sessuale e lavorativo.
Nel 2021 in Italia si sono stati registrati 5.316 casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, con un aumento del 47% rispetto al 2020, e 531 minori vittime di adescamento online, con una concentrazione di casi nella fascia 10-13 anni.
“Il fenomeno della “tratta digitale” si è affermato particolarmente nel periodo dell’emergenza Covid. Se i criminali hanno saputo cogliere molto rapidamente le opportunità del digitale, le autorità di competenza e la rete di protezione devono oggi fronteggiare diverse sfide nel cercare di contrastare il fenomeno. Dobbiamo rafforzare gli strumenti di monitoraggio e conoscenza dell’e-trafficking e dello sfruttamento indoor, coinvolgendo istituzioni nazionali, sovranazionali e internazionali e organizzazioni indipendenti attive nella protezione dei minori” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Il nostro intervento nel supporto alle vittime di tratta e sfruttamento
Siamo impegnati da anni in Italia nella protezione di bambini, bambine, adolescenti e giovani vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento, con interventi differenziati in base alle reali esigenze dei soggetti più vulnerabili. Nel 2021, grazie a progetti specifici dedicati alle vittime di tratta e sfruttamento, sono state raggiunte più di 1.000 persone, in gran parte giovani donne e minori.
Tra i progetti messi in campo, Vie d’Uscita, lanciato nel 2012, e realizzato nel Lazio, in Veneto, Piemonte, Marche ed Abruzzo in collaborazione con i partner Equality Cooperativa Sociale, PIAM Onlus, Comunità dei Giovani, Società Cooperativa Sociale On the Road e Cooperativa CivicoZero.
Nel 2021 è nato il progettoNuovi Percorsi, realizzato in collaborazione con il Numero Verde Anti-tratta, gli enti anti-tratta attivi in tutta Italia e altri enti territoriali, sia pubblici che del privato sociale, per supportare la presa in carico di mamme vittime e dei loro figli in modo integrato, delineando un percorso individualizzato per ciascun nucleo e attivando Doti di Cura finalizzate a favorire l’autonomia della madre e percorsi sani di crescita per i figli.
Nel 2022, è in corso l’attivazione sperimentale, a Roma, di un vero e proprio sportello di supporto a nuclei vulnerabili, vittime o a rischio di tratta e sfruttamento.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.