Rohingya: cosa abbiamo fatto a un anno dalla crisi
Il 25 agosto segna l’inizio della crisi dei Rohingya. È in questa data che si fa riferimento all’intensificarsi delle violenze e di tutte le atrocità perpetuate nei confronti del popolo Rohingya nella stato di Rakhine in Myanmar. È in quel periodo che centinaia di migliaia di Rohingya hanno deciso di rifugiarsi nel vicino Bangladesh per scappare alle violenze.
Ad oggi, a un anno dall’inizio della crisi, più di 720.000 persone sono arrivate a Cox’s Bazar, in Bangladesh che è diventato il più grande campo profughi al mondo, dove migliaia di famiglie vivono in rifugi temporanei con la speranza di poter un giorno tornare nelle loro case.
La maggior parte delle persone è partita con niente con sé ritrovandosi senza cibo, supporto medico e nulla per ripararsi. La mancanza di cibo ha messo subito a rischio la salute delle persone più vulnerabili e portato molti bambini a soffrire di malnutrizione. Un altro problema che spesso si scatena all’interno dei campi profughi è il rischio di epidemie, la mancanza di acqua pulita infatti può portare al diffondersi di malattie.
Molti rifugiati Rohingya hanno inoltre assistito a violenze, hanno visto i loro cari venir uccisi, hanno visto i loro villaggi dati alle fiamme e ne portano appresso i traumi.
Grazie all’aiuto dei sostenitori però siamo riusciti a rispondere a questa crisi, lavorando a stretto contatto con il Governo del Bangladesh, per fornire ai bambini e alle loro famiglie acqua, cibo e protezione e garantendone la salute psicofisica e l’educazione.
Di seguito cosa abbiamo fatto in un anno grazie all’aiuto dei nostri sostenitori:
Abbiamo sostenuto l’educazione dei bambini
- Creando 115 spazi temporanei dove 12.250 bambini hanno potuto continuare ad imparare.
- Distribuendo zaini e materiale scolastico.
Abbiamo garantito la salute e la nutrizione dei bambini
- Gestendo 11 punti di distribuzione del cibo nei quali abbiamo distribuito cibo a 573.855 persone tra cui 354.304 bambini.
- Costruendo 10 centri medici e 9 centri per la cura della malnutrizione nei quali abbiamo fornito più di 211.000 consulti medici.
Abbiamo assicurato rifugio ai bambini e alle loro famiglie
- Distribuendo kit per la creazione di rifugi temporanei a 33.495 famiglie delle quali facevano parte 85.939 bambini e costruendo rifugi per 182 famiglie vulnerabili.
Abbiamo fornito protezione ai bambini
- Costruendo 90 Spazi a Misura di Bambino, 49 Spazi a Misura di Bambino mobili, 2 spazi dedicati ai bambini soli. Spazi dove i bambini possono giocare, sentirsi sicuri e partecipare ad attività terapeutiche per superare i traumi vissuti.
- Creando un gruppo di 20 specialisti psicosociali per supportare la salute mentale dei bambini.
Ed è grazie ai nostri sostenitori che possiamo raccontare questa bellissima storia. La storia di Rozina, la prima bimba nata in un nostro centro di cure primarie.
Humaira, la mamma di Rozina, racconta:
“Ho pensato che la clinica fosse il posto migliore per noi due. La prima volta che sono andata lì ero incinta ed ho scoperto che c’erano molti dottori pronti a prendersi cura di noi. Vicino alla mia casa c’è uno Spazio a Misura di Bambino, grazie a questo sono venuta a conoscenza di Save the Children.”
“Quando ho iniziato a sentire i primi dolori del travaglio c’era con me un’ostetrica tradizionale la quale mi ha suggerito di recarmi alla clinica. Ha chiesto aiuto per avere una barella e mi hanno portata alla clinica.”
“Lo staff mi ha dato tutte le attenzioni di cui avevamo bisogno io e la mia bambina. Ancora oggi mi reco da loro per i controlli. Sono davvero felice di aver ricevuto il loro aiuto!”.
Per approfondire leggi l'ultimo comunicato stampa sulla crisi Rohingya.