Il valore formativo dello sport: perché è importante fin dall’infanzia
Negli ultimi anni il valore formativo dello sport nell’educazione si è visto riconoscere una consolidata dignità scientifica. Grazie ad un’originale e innovativa riflessione pedagogica, le attività motorie sono rientrate finalmente a pieno titolo nelle scienze dell’educazione offrendo una nuova prospettiva culturale. Lo sport e le attività motorie infatti sono portatori di uno straordinario potenziale educativo, se mossi da una vera cultura pedagogico-sportiva.
Educazione e sport
Educazione e sport è un binomio che necessita di sinergia. Oggi più che mai è fondamentale una forte alleanza tra le istituzioni sportive ed educative per attivare una contaminazione positiva di valori universali e intramontabili dello sport, poiché la strutturazione della società richiede un patto culturale e sociale che garantisca in tutti gli ambienti “formali” e “non formali” l’apprendimento di competenze che potrebbero trasformare la vita dei bambini: il movimento è vita, il movimento educa e forgia il carattere, definisce le nostre scelte e il futuro collettivo, il primo passo verso il successo.
Si può affermare che lo sport rappresenta la terza agenzia educativa dopo la famiglia e la scuola. In un momento in cui da molte parti si segnala una fase particolarmente delicata vissuta dalle tradizionali agenzie educative, il movimento sportivo non può essere a vantaggio di pochi perché i momenti aggregativi che riesce ad esprimere diventano spesso una vera e propria àncora di salvezza per molti giovani.
Quali sono i valori dello sport
I valori educativi dello sport sono fondamentali e possono offrire un contributo decisivo all'educazione e alla formazione dei giovani. Ecco come:
- sostenendo i processi di sviluppo di competenze motorie, cognitive, emotive e relazionali, veicolando valori come il rispetto di sé, degli altri e dell'ambiente, parità di opportunità, solidarietà;
- aiutando a maturare, cioè ad ammettere i propri limiti, ma evidenziando le proprie potenzialità;
- costruendo il successo sulla fatica fisica;
- stimolando il confronto continuo con se stessi e con gli altri con spirito critico.
Gli studi dimostrano infatti come le competenze acquisite in ambito sportivo siano trasferibili efficacemente in altri contesti culturali sin dalla primissima infanzia. Lo sport e il gioco, oltre a diffondere i valori della solidarietà, della lealtà, del rispetto della persona e delle regole, che sono i principi fondanti di ogni società sana, sono straordinari strumenti per costruire competenze trasferibili in altri contesti di vita. L’organizzazione di una competizione, la definizione dei ruoli, la determinazione dei tempi, le strategie di gioco, sono vere competenze intellettive che si possono trasferire in qualsiasi contesto lavorativo e rappresentano abilità che ognuno dovrebbe essere in grado di mettere in pratica quando deve prendere delle decisioni o preparare un programma di azione.
Le attività di movimento sono occasioni per privilegiare la creatività e l'emotività, perché l’ottica educativa è di sostenere i processi che portano all’autonomia, alla crescita dell’autostima, alla capacità di iniziativa e alla consapevolezza di sé a vari livelli, fisico ed emotivo.
Fare sport adattandosi alle restrizioni: l’esempio di Futuro Prossimo
All’interno di Futuro Prossimo, un progetto sostenuto dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, la funzione di UISP (Unione Italiana Sport per tutti) è quella di porsi come un’antenna che si attiva per costruire interventi integrati per rafforzare la comunità educante e il protagonismo giovanile nelle attività di contrasto alla dispersione scolastica ed alla povertà educativa.
In un momento storico fortemente condizionato dalla normatività e dal divieto, le attività sportive che hanno caratterizzato l’evoluzione del progetto si sono dovute reinventare, hanno cercato di trovare nuove modalità, hanno cercato di ridare ai ragazzi una possibilità parziale di approcciarsi allo sport, si sono poste come alternativa all’impossibilità di svolgere attività sportive più canoniche e strutturate.
Esempi positivi in questo senso sono riscontrabili in alcune proposte specifiche quali il rugby e il pattinaggio.
Il rugby, da sempre associato all’immagine di uno sport a forte contatto fisico, è riuscito a reinventarsi attraverso una modalità più giocosa nella quale il contatto o anche semplicemente il passaggio della palla, hanno ceduto il passo a momenti più leggeri e divertenti. Lo ha fatto affidandosi al gioco inteso nella sua accezione più ampia: corse, staffette, slalom; il tutto condito da una sana dose di leggerezza e divertimento. “Se non possiamo giocare a rugby, possiamo giocare a fare delle attività più semplici che ci serviranno in futuro quando potremmo tornare sul campo”. Questa la mission operativa dei formatori della Bulldog Rugby, una dichiarazione d’intenti che è sembrata produrre dei risultati importanti e che si è posta come esempio virtuoso nella lista delle attività di Futuro Prossimo.
Un’evoluzione positiva, in questo senso, si è osservata anche nel laboratorio di pattinaggio. L’impossibilità di accedere al pattinodromo cittadino ci ha portati a riappropriarci di spazi e contesti prima trascurati. Le nostre location sono così diventate una vecchia piazza poco frequentata nel quartiere di Latte Dolce, un parcheggio, un parco, spazi che abbiamo riconquistato perché mossi dalla necessità di portare lo sport oltre gli spazi dedicati. I ragazzi hanno potuto continuare a muoversi, divertirsi, fare attività fisica in modo nuovo, hanno scoperto che le cose si possono fare in sicurezza anche stando dentro una fitta rete di regole e proibizioni, forse hanno anche scoperto che spingersi oltre l’impossibilità è un’attività che richiede ingegno, accortezza, slancio e lo hanno fatto senza rinunciare al divertimento, alla socialità, ai sorrisi.