Vite parallele: quei bambini rifugiati che hanno perso tutto, anche la scuola

D'estate si chiudono le scuole e i bambini vanno in vacanza ma, per alcuni bambini, restare fuori da scuola, non è una vacanza ma la negazione di un diritto a cui sono costretti a rinunciare. Sono i bambini migranti che stanno affrontando dei viaggi che non hanno scelto, che non li condurranno in luoghi di vacanza con le loro famiglie ma in terre straniere dove vivono da rifugiati, spesso non accompagnati, senza un adulto al loro fianco.  

Sono oltre 11.460 i minori migranti non accompagnati dall'inizio dell'anno ad oggi e il numero è più che raddoppiato rispetto al 2015. Questi bambini, dopo aver superato rischi di tratta, sfruttamento e abuso, durante i loro pericolosi spostamenti, sono costretti a vivere da rifugiati perdendo il loro fondamentale diritto all'istruzione

Se passano più di 6 mesi dal momento in cui è sfollato un rifugiato è condannato a restare per almeno 3 anni in queste condizioni, ma la media a livello globale ha oramai raggiunto i 17 anni: un bambino rifugiato ha una possibilità di frequentare la scuola 5 volte inferiore rispetto a tutti gli altri bambini. Chiediamo ai leader della comunità internazionale che nessun di loro resti fuori da scuola per più di un mese perché, visti i dati globali sul periodo di permanenza nei campi rifugiati, è necessario intervenire subito: per noi questo è un conto alla rovescia per il loro futuro e per quello dei loro Paesi d'origine se e quando avranno la possibilità di farvi ritorno.

Non li aspetta un tuffo in spiaggia ma una fuga per la salvezza

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L’Unione Europea deve riconoscere l’educazione come un bisogno chiave per i bambini rifugiati, attualmente bloccati soprattutto in Grecia e nei Balcani, e fornire maggiore sostegno ai Governi di questi Paesi, spesso in via di sviluppo e privi di tutte le risorse utili. È inoltre necessario creare centri temporanei per l’apprendimento nei campi che siano a lungo termine e non solo soluzioni informali di breve periodo. L'istruzione nei campi è un modo per ritrovare quel senso di normalità e stabilità che hanno smarrito attraversando esperienze terribili e traumatiche, nel loro Paese e durante la fuga da conflitti e violenze, in cerca di un posto sicuro.  Per tutti questi bambini abbiamo anche istituito una HelpLine per rispondere a tutte le loro domande e a quelle dei loro familiari, in pericolo e in difficoltà anche perché privi delle informazioni necessarie a difendersi dai rischi e da tutte quelle situazioni in cui viene a mancare loro una protezione.

Il numero verde 800 14 10 16 (per Lycamobile: 351 2 20 20 16) è attivo dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 17

L’Helpline è un servizio di orientamento multilingue e potrà essere un riferimento anche per i familiari, residenti in Italia e in altri Paesi, per gli operatori di strutture e comunità, per operatori pubblici, volontari e cittadini.

Per maggiori informazioni sulla Helpline leggi il comunicato

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