Rischio di carestia in Sud Sudan a causa delle inondazioni

Joel Bebe/ Save the Children

In Sud Sudan le massicce inondazioni in arrivo rischiano di portare il Paese sull’orlo della carestia.

In Sud Sudan nel 2018 è stato raggiunto l'accordo di pace, ma tutt’oggi il Paese affronta una delle crisi umanitarie più gravi al mondo, con circa 9 milioni di persone, ovvero il 75% della popolazione che necessitano di assistenza umanitaria. Tra questi ci sono quasi 5 milioni di bambine e bambini.

Sud Sudan: rischio carestia

Alla luce dei nuovi dati pubblicati ieri dal Famine Early Warning Systems Network [1], che mostrano come le massicce inondazioni contribuiranno al rischio di carestia in Sud Sudan dal giugno 2024 al gennaio 2025.

Il Sud Sudan rischia di dover affrontare un disastro umanitario e climatico nei prossimi mesi: si prevede infatti che il Paese sarà colpito dalle più gravi inondazioni degli ultimi 60 anni, che spingeranno alcune zone sull'orlo della carestia.

Le famiglie in Sud Sudan sono già state afflitte dai diversi anni di conflitti, dalla fame, dalle precedenti inondazioni e, più recentemente, dal crescente flusso di rifugiati e rimpatriati a causa del conflitto che dall’aprile scorso è in atto in Sudan. Il mondo dedica meno attenzione a questo conflitto, ma nel frattempo stando ai dati delle Nazioni Unite [2], più di 700.000 persone hanno attraversato il Sud Sudan nel tentativo di fuggire dalle terribili violenze in Sudan. Quasi tutti hanno attraversato il valico di frontiera di Joda per entrare nella contea di Renk, nel Sud Sudan, già alle prese con una crisi alimentare. 

Perché il Sud Sudan rischia la carestia

Secondo gli studi, la carestia prevista è in parte causata da un grande evento alluvionale, che sarà più imponente di quelli del 2020 e del 2022. L'attuale livello delle acque del lago Vittoria, una delle sorgenti del Nilo, ha raggiunto il massimo degli ultimi 128 anni e il governo del Sud Sudan ha lanciato l'allarme sul pericolo che le acque del lago possano inondare vaste zone del Paese nella seconda metà di quest’anno. Secondo le stime di FEWS-NET, l'area colpita dalle inondazioni potrebbe superare i 65.000 chilometri quadrati, ovvero l'equivalente dell'intera superficie dello Sri Lanka.

Nel rapporto di FEWS-NET, lo Stato di Unity in particolare, situato nella parte centro-settentrionale del Sud Sudan, frequentemente soggetto alle inondazioni, è stato classificato come particolarmente vulnerabile alla carestia. Già nel febbraio del 2017, in questa zona quasi 80.000 persone hanno dovuto affrontare condizioni di carestia e molte vittime sono state salvate solo grazie a una risposta umanitaria efficace e rapida. Oltre allo Stato di Unity, le inondazioni dovrebbero interessare gli Stati di Jonglei, Bahr el Ghazal settentrionale, Nilo superiore e Warrap.

Il nostro intervento

"Save the Children sta lavorando ad un piano di risposta alle inondazioni, preparando le comunità e dando priorità alle aree più vulnerabili e ad alto rischio. Tuttavia, il nostro allarme rischia di rimanere inascoltato. Le comunità del Sud Sudan sono minacciate da un disastro imminente, ma senza un aumento degli aiuti, le prossime alluvioni sono destinate a creare caos nel Paese. Assisteremo alla distruzione di un gran numero di case, all'allagamento di strade e insediamenti a bassa quota e a gravi aumenti dei livelli di fame ”, ha dichiarato Pornpun Jib Rabiltossaporn, Direttrice di Save the Children in Sud Sudan.

Lavoriamo in Sud Sudan dal 1991 per fornire l'accesso all'istruzione, all'assistenza sanitaria e al supporto nutrizionale ai bambini e sicurezza alimentare e assistenza alle loro famiglie. Nel 2023, i nostri programmi hanno raggiunto oltre 1,9 milioni di persone, tra cui 1,1 milioni di bambini, mentre quest'anno conta di raggiungere 1,4 milioni di persone nel Paese.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa

Note:
[1] https://reliefweb.int/report/south-sudan/south-sudan-food-security-outlook-june-2024-january-2025-forecasted-severe-flooding-elevates-risk-famine-ipc-phase-5-flood-prone-areas

[2] https://data.unhcr.org/en/situations/sudansituation 

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche