Sudan: malnutrizione alle stelle nelle nostre cliniche

Save the Children

Il conflitto in Sudan va avanti da oltre 15 mesi e ha ucciso e ferito migliaia di bambini, costretto molti al lavoro minorile, distrutto l’assistenza sanitaria e l’istruzione, creando la peggiore crisi di sfollamento infantile del mondo, con 6,7 milioni di minori costretti ad abbandonare le loro case. A complicare ulteriormente la situazione, apprendiamo dalle equipe delle nostre cliniche, che la malnutrizione acuta grave è arrivata alle stelle.

Abbiamo svolto una recente analisi sui dati dell’IPC, scoprendo che in Sudan 16,4 milioni di bambini, ovvero tre su quattro, hanno dovuto affrontare livelli di fame di “crisi”, “emergenza” o “catastrofe”. Lo scorso dicembre questi numeri erano pari a 8,3 milioni, parliamo di quasi il doppio.

Malnutrizione in Sudan 

In Sudan le cliniche sono sopraffatte e il numero di bambini in cerca di cure per la malnutrizione acuta grave (SAM) è salito a livelli senza precedenti. Gli avvertimenti da parte degli esperti globali sottolineano alcune parti del Paese si trovano nella fase peggiore di fame possibile.

Un nostro responsabile sanitario e nutrizionale che si trova nello stato centro-meridionale del Sud Kordofan racconta che il numero di bambini sotto i 5 anni, ammessi nella clinicacon malnutrizione acuta grave solo nel mese di giugno rappresentava il 99% del carico di lavoro previsto dal programma per l’anno. In una clinica i casi con la forma più estrema di malnutrizione sono aumentati di quasi 4 volte tra giugno 2023 e giugno di quest’anno: i ricoveri di bambini per SAM sono stati 395 a giugno e 1457 a giugno 2024.

Lavoro minorile in Sudan

Il conflitto in Sudan non porta solo i bambini sull’orlo della fame. Tra le conseguenze della crisi si presenta anche il lavoro minorile, poiché le famiglie sono costrette a prendere misure disperate per avere sufficiente cibo per sopravvivere. Ci sono bambini costretti a lavorare in condizioni inimmaginabili, alcuni a temperature che raggiungono i 45°C. Altri bambini, incontrati dal nostro personale nel Darfur centrale sono stati separati dai membri della famiglia e vulnerabili allo sfruttamento e agli abusi. Nel Sud Kordofan, i minori di età inferiore ai 15 anni svolgono lavori manuali come trasportare pesanti taniche piene d'acqua, lavare carri, scaricare merci pesanti dai camion, costruire e persino guidare risciò.

Gli sfollati interni in Sudan

Anche la situazione degli sfollati è drammatica: scuole, moschee, istituzioni pubbliche, villaggi e alcune strade di città piene di sfollati che dormono in teli di plastica senza materassi né letti. È ciò che è stato descritto dal responsabile sanitario e nutrizionale di Save the Children nel Sud Kordofan, Munir, che continua: “Molti di loro lamentano malattie croniche e costi elevati di medicine e cibo, e alcuni dipendono per il cibo dai sussidi di enti o organizzazioni caritative, ma gli aiuti non sono sufficienti. Il mestiere del mendicante si è diffuso nelle zone del Kordofan. […] Gli sfollati interni (IDP) hanno perso tutti i beni primari a causa del conflitto, possono mangiare solo cibo inadeguato e la maggior parte dei bambini mostra segni di esaurimento, stanchezza, grave deperimento e malattia. La maggior parte dei casi di infezioni respiratorie acute (ARI) ARI sono collegati a cattiva alimentazione e malnutrizione”.

Cosa chiediamo

Chiediamo un cessate il fuoco immediato, l’accesso umanitario sicuro e senza ostacoli ai civili, la salvaguardia delle infrastrutture essenziali per i sistemi alimentari e un intervento immediato della comunità internazionale per finanziare interamente il Piano di risposta umanitaria per salvare le vite dei bambini.

Il nostro intervento

Operiamo in Sudan dal 1983 e attualmente sosteniamo le bambine, i bambini e le loro famiglie in tutto il Sudan fornendo assistenza sanitaria, nutrizionale, educativa, di protezione dell'infanzia, nonché di sicurezza alimentare e sostegno ai mezzi di sussistenza. Offriamo supporto anche i rifugiati sudanesi in Egitto e Sud Sudan.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche