Ucraina: i bambini non si sentono al sicuro in nessun luogo

OLEKSANDR KHOMENKO per Save the Children

In Ucraina le bambine e i bambini non si sentono al sicuro in nessun luogo e tre bambini su quattro vivono nella paura costante. È quanto emerso dal rapporto “I want a peaceful sky. Education and children’s wellbeing in wartime Ukraine”, che raccoglie testimonianze di bambini, genitori e insegnanti in Ucraina. 

La recente escalation di violenza, con attacchi missilistici e droni, rende il contesto sempre più difficile per la salute mentale dei bambini in Ucraina, spazzando via ogni residuo senso di sicurezza.

Ucraina: nessun luogo sicuro per i bambini

In Ucraina, la guerra su larga scala ha devastato la vita di 7,5 milioni di bambine e bambini, molti dei quali soffrono di gravi disagi emotivi. Ad essere maggiormente colpiti sono i minori delle regioni in prima linea, come il nord, l'est e il sud dell'Ucraina. Alla luce del Rapporto “I want a peaceful sky. Education and children’s wellbeing in wartime Ukraine”, ecco i principali dati sulla salute mentale delle bambine e dei bambini in Ucraina:

  • 9 bambini su 10 soffrono di stress psicologico ed emotivo,
  • il 73% di loro si sente insicuro o impaurito,
  • il 64% prova disinteresse per l'apprendimento,
  • il 54% è pervaso da tristezza o scarsa fiducia in sé stesso,
  • circa un bambino su tre ha provato rabbia e frustrazione a causa della difficile situazione del Paese,
  • sempre un bambino su tre è silenzioso e solitario.

I disagi emotivi dei bambini: una testimonianza dall'Ucraina

Vedere bambini che non riescono a parlare, che hanno paura di giocare o anche solo di camminare all'aperto, è straziante. Una sofferenza e un disagio emotivo che nessun bambino dovrebbe mai provare.

Traiamo dal nostro report la testimonianza di Ivanna, una donna di 43 anni che insieme ai suoi tre figli, vive in una città in prima linea nella regione di Kharkiv, area assediata e rapidamente occupata all'inizio della guerra. Il figlio maggiore di Ivanna, Danil, 16 anni, ha contato oltre 700 esplosioni mentre la famiglia si nascondeva nel seminterrato prima che questo crollasse.
Ivanna ricorda le parole di suo figlio Danil, prima che fossero costretti a fuggire nell'Ucraina centrale: “Mamma, se usciamo dal seminterrato, dobbiamo lasciare la città. E se restiamo qui, moriremo tutti insieme”, disse. “È molto doloroso sentirlo dire da tuo figlio. È cresciuto molto in fretta. La sua infanzia è finita”.

Alina, sua figlia di 7 anni, si è chiusa in sé stessa e ha iniziato a balbettare all'inizio della guerra, mentre il figlio minore David, ha smesso di parlare: “Mio figlio più piccolo parlava, cantava canzoni... Ma una notte il seminterrato ci è crollato addosso. E David ha smesso di parlare. Aveva quasi 3 anni. Non dice nemmeno 'mamma'”, ha raccontato Ivanna.

Dopo quasi un anno e mezzo Ivanna e i suoi figli sono tornati nella città natale. La madre e Danil lavorano part-time, mentre i bambini, Alina e David hanno trascorso del tempo in un nostro spazio a misura di bambino, allestito per consentire ai più piccoli di giocare in un ambiente protetto. Questo è l'unico posto in cui i bambini possono farlo in sicurezza, poiché i dintorni sono disseminati di mine e munizioni inesplose.

Cosa chiediamo

Come sempre il nostro appello è rivolto a tutte le parti per chiedere di rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario e dai diritti umani. I civili e i luoghi come ospedali, case e scuole non possono essere attaccati e tutti i minori devono essere difesi da qualsiasi violazione dei loro diritti.

“Sono 10 anni in realtà che l’Ucraina è in guerra e ora c'è un'intera generazione di bambini che non ha visto altro che la guerra nella propria vita. Come comunità internazionale, dobbiamo garantire che i bambini ucraini possano avere la loro infanzia qui ora, nonostante l'infuriare del conflitto, perché non ci sarà tempo per loro di recuperare la perdita in futuro”, ha dichiarato Sonia Khush, Direttrice di Save the Children in Ucraina.

Il nostro intervento

Lavoriamo in Ucraina dal 2014 e abbiamo intensificato le operazioni dopo l'escalation della guerra nel febbraio 2022. Lavoriamo a stretto contatto con diversi partner e abbiamo raggiunto circa 160.000 bambine e bambini con programmi di protezione, creando una rete nazionale di 28 spazi a misura di bambino in cui possono giocare e comunicare, oltre a fornire servizi a sostegno della salute mentale e di supporto psicosociale a bambini, genitori e personale di assistenza. Stiamo anche formando insegnanti e operatori sociali sul primo soccorso psicologico (PFA), sull'apprendimento sociale ed emotivo (SEL) e sulle competenze psicosociali di base, compresa l'autocura.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa

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