Depressione infantile: quali sono i segnali per riconoscerla?
Spesso, erroneamente, si usa la parola “depressione”per indicare quando ci sente particolarmente giù. In realtà la depressione è qualcosa di molto più specifico. Sono tantissime le persone che soffrono di depressione e la percentuale negli ultimi anni, anche come conseguenza della pandemia da Covid-19, sembra essere in costante aumento, dato confermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Purtroppo, una percentuale allarmante riguarda i più giovani. Infatti, il costante aumento non riguarda solo la depressione in età adulta. La depressione nei bambini e nei ragazzi, infatti, sta aumentano sempre di più. Riguardo questa problematica come conseguenza da Covid-19, leggi il nostro articolo.
Il ruolo dei genitori è dunque fondamentale per accorgersi del malessere e intraprendere un percorso che possa aiutare il piccolo o la piccola a ritrovare la propria serenità.
Depressione nei bambini: cos'è e cosa osservare?
Prima di tutto è molto importante comprendere che la depressione è una cosa molto diversa dalla semplice tristezza che chiunque può provare in qualsiasi fase della vita. Un bambino o una bambina triste non è automaticamente depresso/a. Tuttavia se tale umore persiste in loro e si manifesta con segnali in tutti i contesti di vita, compromettendo la quotidianità, allora bisogna cominciare a trattare seriamente la questione e rivolgersi ad un esperto.
Quali sono i sintomi della depressione infantile?
Spesso può capitare che le bambine e i bambini si sentano tristi e irritabili. Perdono interesse ed entusiasmo verso le attività che, fino a poco tempo prima, venivano svolte con piacere. I bambini o le bambine con depressione appaionoinfelici, si sentono sfiduciati e impotenti.
Trattandosi di una condizione psicologica, non tutte le bambine e bambini manifestano allo stesso modo la presenza di un disturbo depressivo. Questo purtroppo ne rende più complicato il riconoscimento, anche perché spesso si confondono i segnali della depressione con i normali mutamenti emotivi che caratterizzano la crescita dei piccoli.
Tuttavia, esistono sintomi generici che si possono considerare campanelli d’allarme:
- La costante sensazione di tristezza,
- Gli eccessi dirabbia,
- La scarsa capacità di concentrarsi e il basso rendimento scolastico,
- Sentimenti di inutilità e colpa,
- Mancanza di fiducia in sé stessi,
- Modificazioni nel sonno, con ipersonnia, ovvero la sonnolenza diurna o insonnia,
- Alterazione nell’alimentazione, con inappetenza o iperalimentazione;
- Presentare stanchezza, poca motivazione o difficoltà ad iniziare attività.
Questi atteggiamenti possono preoccupare molto i genitori e le persone vicino al bambino. Per questo, dunque, è importante prestare attenzione ai segnali e rivolgersi a professionisti in grado di accogliere la sofferenza del bambino e della loro famiglia.
Cosa può fare un genitore?
Sebbene possa sembrare un argomento complesso da affrontare, è possibile curare la depressione.
Ciò che un genitore può fare è vigilare i comportamenti dei propri figli e delle proprie figlie, soprattutto in presenza di contesti che potrebbero mettere a rischio la loro serenità, come la perdita di un caro o dei problemi in famiglia. A volte non è semplice distinguere una situazione passeggera da una situazione che rischia di cristallizzarsi e permanere nel tempo. È importante, però, offrire alla bambina e al bambino uno spazio di parola, uno spazio sicuro dove iniziare a capire cosa sta succedendo e cominciare ad affrontarlo.
Di fondamentale importanza è quindi parlare apertamente con i propri figli. Cercare di creare un ambiente in cui si sentano a proprio agio nell'affrontare alcune delle loro più grandi sfide è la chiave per sostenere la loro salute mentale. Senza dirgli cosa fare ma stimolandoli a condividere i propri pensieri cercando di coinvolgere i bambini e le bambine su ciò di cui sono interessati e di cui sono disposti a parlare: “entrare nel loro mondo", parlando dei loro giochi preferiti, dei loro interessi e dei loro sogni.
In caso di chiari segnali prolungati nel tempo o oltre le due settimane, la cosa migliore è richiedere una visita presso il pediatra di riferimento per accertare che non vi siano cause di salute dietro tale malessere.
Qualora dal punto di vista fisico fosse tutto in ordine, allora può essere il caso di rivolgersi ad uno specialista, il quale attraverso questionari e colloqui personali con il piccolo o la piccola indagherà sui comportamenti, i fattori ambientali che influiscono sulla quotidianità e la frequenza delle manifestazioni potenzialmente depressive. In caso di diagnosi positiva, sarà compito del professionista scelto stabilire una cura per accompagnare il bambino o la bambina in un percorso che possa riportarli alla serenità dei loro anni.
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