Cos’è la sextortion e come difendere i bambini
Con il termine “sextortion” (letteralmente “estorsione sessuale”) si indica una forma di ricatto online che utilizza materiale sessualmente esplicito, come foto o video intimi, inizialmente inviate dalla vittima.
Secondo la Polizia Postale, in Italia, il fenomeno riguarda sempre più spesso bambini, bambine e adolescenti: se nel 2022 sono stati trattati 130 casi, la maggior parte dei quali nella fascia 14-17 anni, più spesso in danno di vittime maschili, il fenomeno ha continuato a crescere. Nel corso del 2023, i casi di sextortion in danno di persone minorenni sono stati 137. La maggior parte dei casi ha riguardato l’età compresa tra i 14 e i 17 anni (prevalentemente ragazzi), ma non mancano casi relativi alla fascia 10-13 anni.
Anche l’EUROPOL ha psservato negli anni un aumento dei casi di sextortion, con un crescente coinvolgimento di bambini e ragazzi maschi e può accadere su qualsiasi sito, social, app di messaggistica o videogioco, e attraverso le piattaforme più comuni di social media.
In cosa consiste la sextortion?
L'autore di sextortion richiede somme di denaro o altri benefici (in genere di natura sessuale, come ad esempio altri contenuti simili) dietro la minaccia di condividere online e pubblicamente, il materiale intimo ricevuto dopo un primo contatto, materiale ottenuto con l’inganno. In alcuni casi, durante un primo contatto, l’autore può affermare di avere già un'immagine o un video rivelatore di un bambino o bambina che verrà condiviso se la vittima non invia più immagini o denaro. Più spesso, tuttavia, l’autore falsifica la propria identità, presentandosi come un/una coetanea, interessato/a a una relazione o a uno scambio, anche inviando una prima propria (finta) immagine intima.
Una parte sempre più grande di questo fenomeno è legato ad organizzazioni criminali interessate a chiedere un “riscatto” del materiale intimo, per ottenere denaro in cambio, senza ulteriori fini, come invece avviene nell’adescamento online. I ricattatori minacciano di inoltrare le foto/ video intimi direttamente ad amici, followers, compagni di classe, parenti o altri contatti, chiedendo somme di denaro ed emettendo un ultimatum. A volte le foto vengono anche manipolate per renderle peggiori.
Indipendentemente da come (o se) l'autore ottiene il materiale, la paura che venga condiviso può causare sentimenti di vergogna, paura, ansia e impotenza. Può dunque accadere che per bambini, bambine e adolescenti sia particolarmente difficile chiedere aiuto o denunciare gli abusi, perché si sentono responsabili o colpevoli di essersi fidati. A questa difficoltà si aggiunge anche la paura derivante dal dovere pagare somme di denaro che vengono loro richieste per smettere di essere perseguitati e terrorizzati.
Cosa fare se sei stato vittima di estorsione sessuale
- È normale che tu ti senta spaventato/a, ma ricorda che non ne sei responsabile, non è colpa tua, e non sei solo/a.
- Rivolgiti ai tuoi genitori o parla con qualcuno/a di cui ti fidi in modo che possa aiutarti a ottenere aiuto.
- Smetti di comunicare con il ricattatore, non rispondere più e non negoziare.
- Non cedere alle minacce inviando denaro o contenuti più intimi.
- Conserva le “prove” del ricatto e delle minacce, facendo gli screenshot alla conversazione, ma non inoltrare mai i contenuti intimi.
- Insieme con i tuoi genitori, rivolgiti alla a Polizia Postale e delle Comunicazioni o ad altro presidio di Polizia (Questura, Commissariati di Polizia di Stato o Caserme dei Carabinieri, anche tramite il sito online).
- Segnala la persona sulla piattaforma pertinente (ad esempio Instagram) e bloccala.
Se puoi, disattiva temporaneamente il profilo sul social dove sei stato contattato o impostalo su “privato”, in modo da non essere rintracciato, neanche in altri social (se limiti l’accesso al tuo profilo le persone che non conosci non possono visualizzare ad esempio la tua lista di contatti e non puoi essere identificato nella tua foto del profilo).
Cosa fare se sei il genitore di una vittima di estorsione sessuale
- Mantieni la calma, lascialo/a parlare e fai domande senza giudicare.
- Non colpevolizzarlo/a anche se è stato/a imprudente o impulsivo/a.
- Non cancellare foto, contatti, chat sullo smartphone/tablet/pc di tuo figlio/a.
- Non sostituirti nei contatti con la persona sconosciuta.
- Recati quanto prima in un ufficio della polizia postale o contattala online.
Sextortion: come difendersi
Il miglior modo per prevenire fenomeni come quello della sextortion, come sempre, è parlare!
Il dialogo, il confronto, la condivisione di regole (adeguate all’età) sull’uso delle tecnologie sono fondamentali per un’educazione positiva all’utilizzo delle tecnologie.
In particolare, spiega a tuo figlio/a che non è il caso di accettare da sconosciuti online richieste di invio di informazioni personali o foto; parla del fatto che le chat dei social o dei videogiochi sono frequentate anche da e adulti, che possono avere altre intenzioni oltre al gioco o alle relazioni tra coetanei; se riceve richieste che lo/la turbano deve sapere che ne può parlare, non è colpa sua.
Continua ad approfondire:
- Se entri in contatto con materiale pedopornografico, in qualsiasi contesto online, puoi segnarlo anche anonimamente aSTOP-IT, il servizio di hotline di Save the Children Italia, nato nel 2002, attraverso il portale Stop-it dedicato.
- Se sei un genitore e vuoi saperne di più sul rischio di adescamento online, scarica la Guida per genitori realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato.
- Leggi anche l'articolo "Adescamento online: che cos'è e come riconoscerlo".
- Per approfondire altre tematiche legate ai giovani e alle tecnologie digitali, sfoglia la XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Tempi digitali” in cui esploriamo le opportunità e i rischi che bambini, bambine e adolescenti stanno affrontando dentro la nuova rivoluzione dell’onlife e di una vita spesa tra reale e virtuale.