Come tornare a sentirsi sicuri a scuola dopo il terremoto
Le conseguenze di calamità naturali come un sisma possono essere particolarmente traumatiche per i bambini, che possono non aver ancora sviluppato sufficienti risorse cognitive per una rielaborazione consapevole dell’evento, già difficile da realizzare per un adulto.
Nonostante ciò, hanno una naturale capacità di resilienza e adattabilità.
Uno dei fattori di protezione principali per un bambino è la sua famiglia e più in generale gli adulti di riferimento. Per questo motivo è tanto importante e prioritario, sia durante la fase acuta che nel post-emergenza, prevedere interventi a supporto degli adulti che sono più vicini ai bambini, quindi rivolti a genitori, familiari e docenti.
La sensazione di smarrimento e perdita d’identità conseguente al sisma la racconta Gilda, insegnante di lettere presso l’ITS E. Fermi di Ascoli Piceno, che si è occupata di coordinare l’intervento post-sisma.
“La scuola è uno dei luoghi più familiari per i bambini ma anche per gli insegnanti, in cui trascorrono buona parte della loro giornata sentendosi protetti e al sicuro. Le continue scosse di questi mesi hanno minato profondamente la sicurezza e la familiarità di questi luoghi per le persone che vi abitano: si sono persi punti di riferimento, si è persa la quotidianità della vita scolastica, anche in conseguenza dei molti giorni di chiusura disposti a causa degli eventi sismici ripetuti e della neve. La ripresa e il proseguimento delle lezioni per i ragazzi è stata molto complessa.
Nel nostro Istituto, Save the Children e gli psicologi dell’emergenza del Centro Alfredo Rampi sono intervenuti con un percorso di supporto emotivo di risposta alla prima emergenza, svolgendo tre incontri con i docenti e uno o due incontri con 10 gruppi classe, in base alle necessità riscontrare negli alunni.
I nostri studenti sono prevalentemente ragazzi che vengono da contesti molto colpiti dal sisma. Inizialmente, come docenti ci siamo sentiti incapaci di porci in modo adeguato con i nostri alunni e, man mano che si susseguivano le scosse, ci siamo resi conto della necessità di un intervento strutturato e più duraturo nel tempo; di qui la proposta fatta a Save the Children di realizzare un ulteriore corso di formazione rivolto ai docenti che si realizzerà prossimamente. Gli incontri a cui abbiamo partecipato sono stati per tutti noi fondamentali, abbiamo fatto tesoro dei consigli degli psicologi su come comportarci e questo ci ha aiutato ad acquisire consapevolezza.
Grazie al percorso svolto, nei mesi successivi siamo stati in grado di reagire con maggiore tranquillità e serenità e trasmettere queste sensazioni positive anche ai nostri studenti, nonostante dentro di noi albergasse ancora una forte paura.
Dal canto loro, i ragazzi si sono liberati, sono riusciti ad aprirsi e raccontare le loro paure e ansie: al primo incontro alcuni non hanno partecipato non percependone il bisogno, poi man mano grazie al passaparola degli altri ragazzi e degli insegnanti, ne hanno compreso l’utilità e agli ultimi incontri hanno voluto essere presenti anche loro. Ci siamo finalmente sentiti tutti di nuovo più sicuri e tranquilli, più consapevoli e stabili”.
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