Il business criminale della tratta e dello sfruttamento dei minori
La Commissione europea ha indicato la tratta di esseri umani come la seconda fonte di reddito a livello globale per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di droga, per un giro di affari pari a 32 miliardi di dollari.
Solo nel nostro Paese le vittime di tratta nel 2016 sono state complessivamente 1.172, di cui 954 donne e 111 bambini e adolescenti, in gran parte di genere femminile (84%).
Il profilo sociale ed economico delle vittime, infatti, restituisce la geopolitica della disuguaglianza globale: l'81% è rappresentato da donne e minori reclutati in Paesi gravati da disoccupazione, povertà, instabilità e debolezza dello stato di diritto.
Le principali forme di sfruttamento a danno dei minori sono la prostituzione forzata (67%) e lo sfruttamento lavorativo (21%) e le vittime under 18 nel nostro Paese sono, rispettivamente, soprattutto adolescenti nigeriane e rumene e ragazzi bengalesi e egiziani.
CHI LUCRA SULLA TRATTA E SULLO SFRUTTAMENTO DEI MINORI: LE FIGURE CHIAVE
I fenomeni della tratta e dello sfruttamento sono gestiti da vere e proprie filiere criminali sempre più organizzate, da cui i minori vengono adescati all’origine, spostati attraverso i confini e costretti a subire violenze di ogni tipo.
La filiera criminale della tratta delle adolescenti nigeriane
La filiera criminale nigeriana che gestisce la tratta a scopo di sfruttamento sessuale in Europa e in Italia è basata su fasi e ruoli ben definiti:
- le adescatrici: soggetti appartenenti alla rete amicale e parentale delle vittime attive in Nigeria nel reclutamento delle ragazze e nell’organizzazione del loro trasferimento in Libia;
- i boga e i trolleyman: generalmente nigeriani, responsabili del trasferimento delle vittime dalla Nigeria in Niger dove le cedono a gruppi criminali arabi che le trasportano in Libia e le sequestrano nelle connection houses;
- i brother e le maman: intermediari che dall’Italia riacquistano le vittime segregate nelle connection houses libiche e ne organizzano e facilitano l’ingresso in Italia e in Europa;
- i controller e i luogotenenti: attivi al momento dello sbarco in Italia. Informano i trafficanti attivi in Nigeria e in Italia sull’arrivo delle ragazze e istruiscono le vittime sull’iter da seguire. Molti di essi sono a loro volta vittime a cui viene promessa una decurtazione del debito in cambio del controllo esercitato sulle connazionali;
- i sodali: operanti sul territorio nazionale, attivi nello “smistamento” e nella gestione delle ragazze presso i luoghi di prostituzione in Italia in cambio di compensi occasionali.
Il fidanzato: la figura chiave nella tratta delle adolescenti rumene
Le ragazze rumene sono il secondo gruppo più numeroso dopo quello nigeriano tra le giovani vittime di tratta per lo sfruttamento sessuale in strada in Italia. Nella tratta a scopo di sfruttamento sessuale delle ragazze rumene, fin dalla fase di reclutamento, assume un ruolo centrale il cosiddetto fidanzato, il quale è spesso un adulto anche molto più grande di età.
Questi soggetti incoraggiano le vittime ad abbandonare la famiglia qualora quest’ultima ne contrasti la relazione. In questi casi, lo sfruttamento viene legittimato proprio in virtù del legame sentimentale con la vittima, che la rende incapace di percepire con chiarezza lo stato di costrizione e sottomissione in cui vive, non accorgendosi, ad esempio, dell’influenza esercitata dal partner che arriva ad attuare un controllo costante attraverso continue telefonate, appostamenti sul luogo di lavoro e minacce e abusi. In virtù della relazione sentimentale, la ragazza viene portata a credere di decidere volontariamente riguardo al suo lavoro su strada e di agire nel suo stesso interesse, venendo invece coinvolta anche come pedina attiva nei circuiti dello sfruttamento. In questo percorso la vittima finisce col divenire recluta.
Le altre figure chiave: facilitatori, passeur, scafisti e abusanti
- I facilitatori e i passeur: figure conosciute nelle stesse comunità di origine dei minori, in quanto gestori della logistica del viaggio verso l’Europa. In alcuni casi, i facilitatori della tratta vengono contattati dai parenti dei minori. Altre volte, invece, i ragazzi vengono intercettati da adulti che li convincono a partire con promesse di facili guadagni e di denaro. I minori egiziani e bengalesi sfruttati attraverso queste reti devono far fronte alla restituzione di un debito nei confronti dei loro trafficanti, da ripagare una volta giunti in Italia o nel Paese di destinazione.
- Gli scafisti: complici o fiancheggiatori dei trafficanti, deputati alla conduzione delle imbarcazioni e solitamente posti al livello più basso della gerarchia criminale. Si assiste ad un incremento da parte dei trafficanti nell’impiego dei minori come scafisti, in cambio di uno sconto sul prezzo del viaggio oppure perché obbligati.
- Gli abusanti: uomini italiani adulti che approfittano dello stato di bisogno dei minori stranieri non accompagnati offrendo loro beni, alloggio e assistenza in cambio di prestazioni sessuali. I minori in transito sul territorio italiano, infatti, vivono condizioni di estrema precarietà e sono sistematicamente esposti ad abusi e violenze.
La lotta ai trafficanti e agli sfruttatori
La lotta ai trafficanti e agli sfruttatori dei minori deve essere ferma e inflessibile, a partire dai paesi di origine e di transito dei tanti bambini e adolescenti soli che raggiungono poi anche il nostro Paese e l’Europa, e invece della sicurezza e di una opportunità di futuro si ritrovano di nuovo nelle mani di chi è pronto a sfruttarli e ad approfittare di loro. Sono fondamentali:
- l’accesso alla procedura di ricollocamento dei minori soli;
- l’applicazione della nuova legge 147/2017 che istituisce finalmente un sistema nazionale strutturato di accoglienza e protezione dei minori stranieri soli;
- il Piano Anti-Tratta 2016-18, che rappresenta una grande opportunità se verrà previsto un adeguato e specifico intervento dedicato ai minori attraverso servizi di contrasto e fuoriuscita a loro destinati.
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