Yemen: almeno 100 bambini vittime dell’offensiva nella città di Hodeidah

Tra giugno e agosto, a Hodeidah, si è registrata oltre la metà (51%) di tutte le vittime civili nello Yemen, con almeno 349 persone che hanno perso la vita, tra queste almeno 100 bambini, in questa zona a fronte dei 685 civili uccisi in tutto il Paese. Nei primi cinque mesi di quest'anno, tra gennaio e maggio, a Hodeidah ci sono state in media 44 vittime civili al mese, mentre nei successivi tre mesi (giugno-agosto) il numero delle vittime è cresciuto del 164%, toccando una media mensile di 116. Un’impennata dovuta all’offensiva lanciata a giugno dalla Coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati per riconquistare la città e il suo porto sotto controllo degli Houthi.

In concomitanza con l’avvio dei lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York invitiamo i leader mondiali ad impegnarsi per garantire massima protezione ai bambini dello Yemen e a tutti i minori che vivono in contesti di conflitti.
 
Siamo impegnati sul campo supportando i bambini che hanno subito gravissime lesioni causate da armi esplosive, da attacchi aerei o da mine. Trattare queste ferite è particolarmente difficile in Yemen, dove il sistema sanitario è ormai al collasso, le protesi sono difficili da reperire e ci sono pochi chirurghi formati per curare questo genere di ferite.

“Sappiamo che i bambini sono particolarmente vulnerabili quando armi esplosive come missili o mortai colpiscono aree popolate, come città, mercati, scuole e ospedali. I loro corpi sono più piccoli, hanno maggiori probabilità di essere feriti alla testa e al collo e le schegge hanno maggiori probabilità di colpire i loro organi vitali. È difficile per il mondo ascoltare questi racconti, ma è la dura realtà per un bambino che vive nello Yemen in questo momento”, ha affermato Tamer Kirolos, Direttore di Save the Children in Yemen.  
 
"Migliaia di bambini hanno perso braccia, gambe o la capacità di parlare o camminare a causa degli effetti delle armi esplosive. Le strutture sanitarie nello Yemen non sono attrezzate per curare questo tipo di lesioni. Questi traumi possono rendere invalido un bambino per il resto della sua vita. Le parti in conflitto devono sedersi al tavolo dei negoziati per porre fine alle sofferenze dei bambini yemeniti. Dovrebbero cominciare fermando l'uso di armi esplosive nelle zone popolate, in modo che i bambini non rischino più di morire o di rimanere feriti”, ha proseguito Kirolos.
 
“Mentre i leader mondiali si incontrano questa settimana all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, li esortiamo a usare la loro voce per difendere il diritto internazionale umanitario ed essere chiari sul fatto che certe violazioni non saranno più tollerate. Quando i bambini vengono presi di mira e uccisi o quando la fame viene usata come arma di guerra, il mondo deve parlare apertamente e fare tutto quanto in suo potere perché i responsabili se ne assumano la responsabilità. Il tempo stringe per i bambini che ho incontrato in Yemen”, ha affermato dalle Nazioni Unite a New York Helle Thorning-Schmidt, Direttore di Save the Children International, da poco rientrata da una visita in Yemen, dove ha incontrato i bambini e le famiglie colpite dalla guerra.

"Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un picco scioccante delle violenze, da un attacco aereo che ha colpito uno scuolabus pieno di bambini a un bombardamento vicino ad un ospedale. Gli scontri avvengono in aree urbane densamente popolate e i bambini rimangono intrappolati, rischiando la morte o ferite che stravolgono le loro vite. Gli attacchi contro scuole e ospedali aumentano anche se questi sono luoghi sicuri che non dovrebbero mai essere presi di mira. Questa è una guerra contro i bambini. Il mondo sembra accettare l’oltraggioso disprezzo per le convenzioni di guerra e i bambini ne pagano il prezzo. È sconvolgente che nel 21° secolo stiamo rinnegando un principio così semplice, come quello secondo cui i bambini dovrebbero essere protetti”. 
 
Per approfondire leggi il comunicato

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