Paternità e lavoro: diritti e tutele dei papà

Save the Children

Ultimo aggiornamento: 17/03/2025


In questo articolo illustriamo quali sono le tutele e i diritti per i papà a lavoro attualmente in vigore.

Come per le mamme lavoratrici, esistono normative che prevedono la paternità (obbligatoria e facoltativa) e diversi tipi di congedo di paternità.

Il coinvolgimento di entrambi i genitori nella crescita dei figli è fondamentale per il benessere dell’intera famiglia e per la creazione di un nucleo che si fondi sulle pari opportunità. 

DIRITTI E TUTELE PER PAPÀ LAVORATORI

Tra il 2022 e il 2023 sono state introdotte alcune novità per quanto riguarda i congedi per i papà lavoratori

  • Congedo di paternità obbligatorio per i lavoratori dipendenti (pubblici e privati): prevede per il padre lavoratore (dipendente pubblico o privato) l’astensione obbligatoria di 10 giorni dal lavoro, che possono essere usufruiti tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto. Se ne ha diritto anche in caso di adozione e affidamento. I giorni diventano 20 in caso di parto gemellare o plurimo. Durante il congedo, il padre ha diritto a un’indennità del 100% della sua retribuzione. Viene riconosciuto anche un giorno facoltativo in più di congedo di cui il papà può usufruire in alternativa alla mamma.
  • Congedo parentale per i lavoratori dipendenti (pubblici e privati): è un periodo di astensione facoltativa che il padre lavoratore può prendere per occuparsi del suo bambino o della sua bambina nei primi mesi e anni di vita (entro i 12 anni del bambino). Il congedo parentale può essere richiesto dai genitori per un periodo massimo di 10 mesi: il padre lavoratore ha diritto per un periodo massimo di 3 mesi (non trasferibili alla madre) a cui può aggiungere altri 3 mesi, se non utilizzati dalla madre (questi 3 mesi sono infatti fruibili in alternativa tra i due genitori). In totale il padre può quindi prendere 6 mesi di congedo (elevabili a 7 nel caso in cui si astenga dal lavoro per almeno per un periodo intero o frazionato non inferiore a 3 mesi). In questo caso il periodo di congedo cumulativo tra i due genitori si estende a 11 mesi. In totale tra i due genitori i mesi di congedo indennizzabili sono 9 (3 mesi per ciascun genitore “non trasferibili” per un totale di 6 mesi, più ulteriore periodo di 3 mesi “trasferibile” che possono anche essere utilizzati in maniera ripartita da entrambi i genitori).
  • Congedo parentale per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata: dal 2022 il padre ha diritto a 3 mesi di congedo parentale indennizzato, non trasferibile all’altro genitore, da usufruire entro il 12° anno di vita del figlio (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento). Ulteriori 3 mesi di congedo (indennizzato) spettano al padre, se non ne usufruisce la madre.
  • Congedo parentale per i lavoratori autonomi: dal 2022 (Decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105) è stata introdotta la possibilità di poter fruire di 3 mesi di congedo parentale con indennità, da utilizzare entro l’anno di vita (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) del minore.
  • Rimangono invariate le regole relative ai congedi di paternità per lavoratori autonomi, iscritti alla Gestione Separata e liberi professionisti. Queste categorie di lavoratori possono usufruire di un periodo di astensione dal lavoro solo in presenza di determinate condizioni che impediscono alla madre di beneficiare del congedo di maternità: quando la madre del bambino sia deceduta o gravemente inferma, in caso di abbandono da parte della madre o affidamento esclusivo al padre.

La legge di bilancio 2025 ha introdotto un’importante novità, prevedendo alcune modifiche in senso migliorativo rispetto a quelle introdotto con la legge di bilancio 2024: tre mesi di congedo parentale indennizzati all’80%, da fruire in alternativa da entrambi i genitori, entro i primi sei anni di vita del figlio. Questo nuovo intervento riguarda i lavoratori dipendenti che terminano il periodo di maternità o paternità successivamente al 31 dicembre 2024.

ESSERE PAPÀ LAVORATORE IN ITALIA

Il congedo di paternità e il congedo parentale sono istituti che hanno grande impatto positivo sul benessere delle famiglie. È fondamentale un forte impegno a livello culturale e legislativo per aumentare il coinvolgimento degli uomini nel lavoro di cura e familiare, investendo nel rafforzamento della tutela giuridica dei padri. 

Anche se permane uno squilibrio di genere tra i due genitori nella cura dei figli, qualcosa nel mondo della paternità sta cambiando, e anche in positivo. Secondo la nostra ultima elaborazione dei dati INPS, in Italia il tasso di utilizzo del congedo di paternità è più che triplicato fra il 2013 e il 2022. Più elevato il numero di padri che ne usufruisce nelle regioni del Nord, più contenuto tra chi lavora in aziende piccole e ha un reddito più basso. Il tasso di utilizzo del congedo di paternità è passato dal 19,2% dei padri aventi diritto nel 2013 al 64, 5% nel 2023. Scopri di più su Congedo di paternità: più di 3 padri su 5 lo utilizzano.

Promuovere il congedo di paternità produce effetti concreti: favorisce un legame precoce tra padre e figlio, con benefici duraturi sulla loro relazione, e contribuisce a una distribuzione più equilibrata delle responsabilità familiari e della conciliazione vita-lavoro delle donne. Il congedo di paternità ricopre un ruolo fondamentale nella redistribuzione dei carichi familiari e nella promozione di una diversa concezione della figura paterna.

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All'interno dell'ottava edizione del nostro rapporto "Le Equilibriste" parliamo anche di questo. Scopri di più su “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2024”. 

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