Quando la didattica a distanza diventa di vicinanza
Si è parlato molto, e molto si continua a parlare, degli effetti negativi della DAD/DDI che ha caratterizzato la vita scolastica nell’ultimo anno; effetti che vanno a toccare principalmente la sfera relazionale ed emotiva di tutti gli studenti, in particolare preadolescenti e adolescenti. Tuttavia, esistono storie di successo, come quella che vi presentiamo, in cui la tecnologia è stata davvero usata in modo creativo e consapevole in chiave didattica.
Ce ne ha parlato Giusi Grasselli, Insegnante IC Galilei Reggio Emilia Scuola dell’Infanzia Comunale e Primaria Statale al Centro Internazionale Loris Malaguzzi, che ci ha raccontato come gli insegnanti sono riusciti ad avvicinare la scuola ai bambini anche durante la DAD.
strumenti digitali per una didattica di vicinanza
Una didattica di vicinanza è incentrata su un utilizzo multimodale degli strumenti digitali di connessione, in un'alternanza di attività sincrone e asincrone con i compagni e con i docenti. Durante la pandemia gli insegnanti della scuola di Reggio Emilia hanno messo al centro le competenze emotive e spostato virtualmente l’ambiente di apprendimento della scuola, nella casa dei bambini e delle bambine.
Le piattaforme utilizzate (Padlet e G Suite for Edu di Google Classroom) sono state strutturate per i momenti assembleari del gruppo classe, ma anche per gli incontri in piccoli gruppi, per gestire in autonomia le strategie per affrontare i problemi. Ogni ambiente della casa è divenuto un luogo interessante da scoprire, raccontare, contare, misurare, disegnare…persino il frigorifero si è rivelato un'importante risorsa per leggere e scrivere: è stato chiesto ad esempio ai bambini di usare le etichette dei prodotti che trovavano in frigo per tirare fuori delle parole con cui costruire delle micro-storie (“Un salmone italiano mangia un piatto di pasta”).
La lezione frontale tradizionale non si presta ad essere trasmessa in digitale e rischia di diventare noiosa, faticosa, improduttiva e distante.
La tecnologia nella didattica come opportunità
L’esperienza diretta e sensoriale produce un apprendimento significativo e duraturo. Come dicono le neuroscienze, la tecnologia favorisce il pensare con le mani e aiuta a dare forma alla creatività delle idee dei bambini. Il digitale è la forma di tecnologia più recente ad essere entrata a scuola e ha messo in evidenza molte potenzialità per l’innovazione didattica.
I bambini portano nella scuola i loro saperi, che sempre più spesso sono legati culturalmente alla loro precoce esperienza digitale, anche se il loro essere “nativi” non implica che possiedano le competenze digitali.
È la scuola che deve occuparsi di costruire consapevolezze e competenze. Questo è il punto di partenza, per ragionare con i bambini, problematizzare e costruire esperienze di senso per l’apprendimento. In questa scuola primaria, durante l'insegnamento di italiano, inglese, geostoria e musica le tecnologie vengono usate trasversalmente, in modalità analogica e digitale. I bambini hanno la possibilità di sperimentare da subito una molteplicità di linguaggi espressivi, che facilita i diversi approcci individuali. Insegnare oggi, significa accompagnare e sostenere il processo di costruzione dei saperi dei bambini, senza cedere alla tentazione di trasmettere i nostri saperi. Questa è la parte più difficile del ruolo di docenti, ma il riscontro positivo è evidente e lo si ritrova nella qualità e nella motivazione all’apprendimento.
Per concretizzare il passaggio a una didattica integrata con le tecnologie, la formazione dei docenti è fondamentale. L’insegnamento richiede insegnanti preparati e formati in modo professionale e dinamico. Occorre promuovere ed incoraggiare un aggiornamento continuo ed efficace, capace di rispondere agli stimoli e ai cambiamenti della società.
La scuola post-COVID
L’esperienza della pandemia ha accelerato i processi di innovazione e modernizzazione della scuola, costringendo anche i più reticenti a doversi cimentare con strumenti digitali e a riprogettare l’azione pedagogica. Oggi non si può pensare di tornare indietro, anzi, bisogna cogliere questa opportunità per continuare a guardare avanti e affrontare con spirito critico i temi della cittadinanza digitale e delle Life Skills, le “Competenze per la vita e per il benessere personale”, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato come abilità psicosociali privilegiate e che il Parlamento Europeo ha declinato nelle otto “Competenze chiave”: «quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, l'occupabilità, l'inclusione sociale, uno stile di vita sostenibile, una vita fruttuosa in società pacifiche, una gestione della vita attenta alla salute e la cittadinanza attiva.».