Le sfide educative per minori migranti e rifugiati
Secondo i dati ISTAT, sono oltre un milione le bambine e i bambini, i ragazzi e ragazze di origine straniera che oggi vivono in Italia.
Dietro la definizione di minorenne di origine straniera si nasconde una molteplicità di condizioni ed esistenze, anche molto diverse tra loro, accomunate dal medesimo status giuridico rispetto alla cittadinanza. Sono minorenni con background migratorio i minori stranieri non accompagnati (MSNA), arrivati in Italia da soli, senza un familiare o un tutore; ma anche bambine e bambini nati all’estero e poi cresciuti in Italia, parlando l’italiano come prima lingua; le seconde generazioni, nate sul suolo italiano da genitori di origine straniera e dunque considerate tali a loro volta; i bambini e le bambine che hanno ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato insieme alle loro famiglie.
Le sfide poste alla società contemporanea dall’integrazione e dall’inclusione di queste nuove generazioni di bambini e ragazzi sono tante e diverse; la scuola e il mondo dell’educazione in generale sono sempre in prima linea, dovendo rispondere ad esigenze specifiche in rapido mutamento, adottando un approccio multiculturale capace di valorizzare i differenti background e di capitalizzare le esperienze virtuose di inclusione finora collezionate sul territorio nazionale.
Fragilità e disuguaglianze
L’immigrazione cambia a un ritmo molto veloce. In pochi anni si sono modificati i dati, i flussi, i luoghi di nascita, le storie e i progetti dei nuovi cittadini.
Dopo questi due anni di pandemia, le fragilità si sono accentuate e le disuguaglianze economiche e sociali, approfondite.
Ecco alcune delle criticità che già penalizzano i minori e le famiglie di cittadinanza non italiana.
- Povertà delle famiglie
il 29% delle famiglie straniere si trova in condizione di povertà assoluta a fronte del 5% delle famiglie italiane. - Povertà educativa
I bambini e le bambine da 3 a 6 anni nativi sono inseriti nella scuola dell’infanzia nel 93.6% dei casi, mentre i loro coetanei con cittadinanza non italiana la frequentano solamente nel 79% dei casi. Il tasso di scolarità tra i 14 e i 16 anni indica inoltre che circa il 10% circa non prosegue gli studi dopo la scuola media, mentre quello tra i 17 e i 18 anni, di parecchi punti minore di quello degli italiani, evidenzia una maggiore rilevanza di percorsi non lineari e di abbandoni precoci. - Dispersione Scolastica
Nel 2020 i giovani che hanno abbandonato prematuramente gli studi sono stati il 13,1%, percentuale che raddoppia se parliamo di alunni di origine straniera. - Ritardo scolastico
Sulla base dei dati del Ministero dell’Istruzione pubblicati nel 2021 e relativi all’a.s. 2019/20, si trova in situazione di ritardo scolastico (e cioè frequenta una o più classi inferiori rispetto all’età, per collocazioni iniziali o ripetenze) il 29.9% degli alunni con cittadinanza non italiana (fra gli italiani l’8.9%). - Segregazione formativa
Gli studenti provenienti da contesti migratori scelgono dopo la scuola secondaria di primo grado il comparto tecnico-professionale, molto più di quello liceale. I consigli orientativi alla fine della scuola media che, anche a parità di performance, raccomandano il liceo meno frequentemente che agli studenti italiani, segnalano il rischio di riproduzione delle diseguaglianze esistenti (ISMU, Rapporto 2020, Ministero dell’Istruzione, 2021).
Più in generale, è tutto l'orientamento scolastico e professionale che richiede un'attenzione speciale, considerate anche le maggiori difficoltà di informazione e valutazione autonoma delle famiglie immigrate. Nelle scuole del primo ciclo di più realtà territoriali, soprattutto metropolitane, si stanno determinando processi di spiccata polarizzazione etnico-sociale che non favoriscono l’integrazione.
La scuola, come l’educazione non formale, necessita di nuovi strumenti e di un confronto e una collaborazione costante tra i professionisti del settore, per colmare il gap tra gli studenti e promuovere una scuola più inclusiva, che faccia dell’intercultura un oggetto delle competenze trasversali.
Il progetto IMMERSE
In questo quadro, si inserisce IMMERSE, Integration Mapping of refugee and migrant children in schools and other experimental environment in Europe, un Progetto Horizon 2020 della durata di 4 anni, di cui siamo partner.
Il progetto IMMERSE ha come obiettivo principale quello di misurare l’effettiva integrazione ed inclusione sociale e educativa dei minorenni rifugiati e migranti in Europa, al fine di costruire società inclusive e coese.
Per far questo, IMMERSE si avvale di una nuova generazione di indicatori socioeducativi, co-costruiti con i beneficiari attraverso attività di ricerca qualitativa e servendosi di una metodologia partecipativa (qui la ricerca qualitativa condotta per la co-creazione della dashboard di indicatori che guideranno la survey).
All’interno del sito di IMMERSE, si può accedere all’HUB, una piattaforma online che si rivolge a docenti, professionisti dell’educazione, ONG e ricercatori.
All’interno di questo progetto, l’HUB di IMMERSE nasce per stimolare una collaborazione continuativa tra docenti, dirigenti scolastici, educatori, operatori e professionisti del mondo dell’educazione volta allo scambio di riflessioni, saperi e buone pratiche.
L'obiettivo dell’HUB è quello di creare una comunità educante virtuale a livello europeo tra interlocutori del mondo scuola e non formale, così come policy maker o ricercatori, e mira a fungere da piattaforma per la condivisione di conoscenze ed esperienze sulla migrazione e l'integrazione, allo scopo di contribuire a migliorare l'inclusione dei minorenni migranti e rifugiati.
Inoltre, docenti e professionisti dell'educazione che lavorano con i bambini hanno a disposizione una crescente sezione di Risorse Educative ad accesso gratuito in sette lingue: Inglese, Spagnolo, Italiano, Francese, Olandese, Greco e Tedesco.
Per accedere alla piattaforma, l'utente deve registrarsi sull'HUB attraverso il sito di IMMERSE. Una volta all'interno, nella sezione “Gruppi”, l'utente potrà scegliere il gruppo a cui partecipare.
Più sarà grande la rete dei partecipanti all’HUB di IMMERSE, maggiori saranno le possibilità di vincere le sfide che un tessuto sociale in costante evoluzione ci mette davanti.