Forum UE: Bambine e bambini al centro delle riflessioni
Il focus tematico del 14° Forum promosso dalla Commissione Europea sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si tiene dal 27 al 29 settembre, è «Collocare al centro i minori: valorizzare, proteggere e includere i minori» al quale interviene Inger Ashing, CEO di Save the Children International.
Il Forum sarà l’occasione per fare il punto sull’applicazione della strategia UE sui diritti dei minori adottata a marzo 2021. Uno dei temi al centro della riflessione è il coinvolgimento di bambini e bambine nei conflitti armati, tra cui coloro che sono in fuga dalla guerra contro l’Ucraina.
Durante le giornate di riflessione, verrà inoltre presentata la “piattaforma europea per la partecipazione dei minori”, strumento importante per garantire l’inclusione nella vita democratica e politica dell’UE, che è uno dei primi risultati concreti della strategia. La piattaforma, che vede anche il nostro contributo, permetterà di mettere in collegamento i meccanismi di partecipazione di ragazze e ragazzi esistenti a livello locale e nazionale.
L’Europa deve mettere i bambini e le bambine al primo posto nella sua risposta al conflitto in Ucraina
Il 24 febbraio, Halyna (nome di fantasia, per proteggere la sua identità) si è svegliata a Kiev e ha trovato sua madre in lacrime mentre guardava le notizie alla televisione. "Ho capito che la guerra era iniziata", ha raccontato, "e le mie prime parole sono state: 'Vivrò fino a 12 anni?'".
Di lì a poco, Halyna ha cominciato a sentire missili passare sopra la sua testa ed esplosioni che facevano tremare le finestre di casa sua. Dopo essersi nascosta in un rifugio antiatomico per sei giorni, la sua famiglia ha preparato le valigie ed è andata a vivere in un rifugio a Chernivtsi, nell'Ucraina occidentale. E’ lì che Halyna ha raccontato la sua storia a Save the Children.
Questa è la realtà vissuta da milioni di bambini e bambine in Ucraina e da altri milioni che sono fuggiti dalla violenza nel Paese. È in questo contesto che oggi inizia a Bruxelles il Forum europeo sui diritti dei minori. È un momento fondamentale per l'Unione Europea per fare il punto sul suo impegno nella protezione dei diritti dei minori.
L'UE può essere giustamente orgogliosa di molti dei suoi sforzi per proteggere i bambini provenienti dall'Ucraina. Grazie alla rapida attivazione della Direttiva sulla Protezione Temporanea, 2 milioni di bambini rifugiati hanno trovato la sicurezza e la stabilità di cui hanno disperatamente bisogno. L'UE ha mobilitato più di 700 milioni di euro per la risposta umanitaria in Ucraina. Ma per quanto queste misure siano benvenute, l'enorme portata della crisi ha creato sfide enormi per i governi.
L'intervento di Inger Ashing, CEO di Save the Children International
Quando mi sono recata in Polonia ho potuto constatare di persona la portata della crisi e gli sforzi delle autorità e delle organizzazioni nazionali per rispondervi. Le amministrazioni locali stanno facendo un lavoro incredibile per garantire ai bambini l'accesso all'istruzione, ma di fatto, anche se riuscissero a trovare personale docente aggiuntivo, non hanno i fondi per assumerlo.
Ho visto quanti pochi insegnanti di lingua ci fossero per aiutare i bambini ucraini a imparare il polacco e prepararli a iscriversi a scuola. E non è solo il supporto linguistico che serve a questi bambini: molti, come Halyna, hanno ricordi terribili del conflitto; avranno bisogno di un supporto psichico e psicosociale per integrarsi a scuola. Si tratta di una sfida che riguarda tutta l'UE, con Paesi come la Spagna che ospitano 140.000 rifugiati, metà dei quali sono minori. L'inserimento di così tanti bambini nei sistemi educativi nazionali richiederà uno sforzo concertato e risorse significative per ampliare la ricettività delle scuole.
Il fatto stesso che i minori ucraini siano protetti e che i governi si stiano prodigando per fornire servizi è un passo positivo per l'UE. Troppo spesso infatti i bambini che cercano sicurezza in Europa subiscono violenza, discriminazione ed emarginazione. La risposta alla crisi Ucraina può fungere da "modello" per accogliere tutti i minori che arrivano in Europa con dignità e rispetto, come ha sottolineato di recente la Presidente Von der Leyen nel discorso sullo Stato dell'Unione.
Il conflitto in Ucraina colpisce anche altri bambini in Europa, avendo portato con sé, come conseguenza, un aumento dell'inflazione e avendo contribuito a un grave aumento del costo della vita. Nei Paesi Bassi, ad esempio, il costo dei generi alimentari negli ultimi 11 mesi è aumentato del 18,5%, mentre il 17,1% dei bambini in Spagna vive in famiglie che a causa di difficoltà finanziarie non riescono a pagare puntualmente le bollette, il mutuo o l'affitto. Gli effetti più pesanti sono quelli che riguardano i bambini che già vivono in condizioni di povertà, con famiglie a basso reddito che si trovano ad affrontare una scelta terribile tra mangiare e riscaldarsi.
Le priorità da rispettare
L'UE non deve perdere di vista gli impegni assunti per affrontare la povertà minorile in Europa o distogliere le risorse da questo sforzo a favore dell'altrettanto importante sostegno ai bambini rifugiati provenienti dall'Ucraina. Una parte della risposta dovrebbe consistere nello stanziamento di ulteriori fondi da parte dell’Unione Europea, che potrebbero essere trasferiti agli Stati - come nel caso della ripresa post-pandemia - o generati attraverso contributi nazionali. Gli sforzi per contrastare l'inflazione devono essere accompagnati da aumenti degli assegni familiari e delle prestazioni sociali per affrontare l'emergenza dell’aumento del costo della vita.
Alla base della crisi del costo della vita c'è la drastica riduzione delle forniture di combustibili fossili dalla Russia, su cui gran parte dell'economia dell'UE ha fatto grande affidamento. Il modo in cui l'Europa reagirà a questa situazione è importantissimo. Se i Paesi europei non si libereranno della loro dipendenza dai combustibili fossili, tradiranno questa e le future generazioni di bambini e bambine.
Inoltre, gli effetti degli shock economici derivanti dal conflitto sul territorio europeo si fanno sentire ben oltre il continente. Oltre 205 milioni di persone in 45 Paesi si trovano in una situazione di grave insicurezza alimentare e 60 milioni di bambini sono gravemente malnutriti. Alimentati dal conflitto in Ucraina, gli aumenti dei prezzi dei generi alimentari e dei carburanti in Somalia e nei Paesi del Sahel stanno spingendo sempre più bambini verso la fame e trasformando una crisi in una catastrofe, in un momento in cui molti governi europei stanno riducendo i budget per gli aiuti o li stanno dirottando a sostegno dei rifugiati nei loro Paesi.
In risposta, l'UE deve usare il suo peso diplomatico e finanziario. La stessa priorità deve essere data alla negoziazione di soluzioni per alleviare l'interruzione delle esportazioni alimentari e alla fornitura di finanziamenti aggiuntivi e flessibili per aumentare i servizi salvavita e i programmi di resilienza per i bambini più colpiti dalla crisi alimentare globale.
In Ucraina, in Europa e nel mondo, i bambini stanno sopportando il peso degli effetti diretti e indiretti del conflitto. L'UE ha gli strumenti per affrontarli, ma saranno necessari una volontà politica forte e impegni a lungo termine per garantire che tutti i minori siano equamente sostenuti e protetti.