Migranti a Lampedusa: muore un bambino di 5 mesi
La terribile morte di un bambino di 5 mesi annegato prima di raggiungere il porto di Lampedusa, non può essere considerata una fatalità, ma richiama ancora una volta l’urgenza di un’assunzione di responsabilità europea e nazionale che preveda l’attivazione di un sistema di ricerca e soccorso coordinato nel Mediterraneo. La situazione a Lampedusa negli ultimi giorni è estremamente complessa per l'incremento dei flussi migratori in un lasso di tempo così ristretto: da domenica sono arrivate oltre 7 mila persone.
Lampedusa: un’altra innocente vittima
È terribile apprendere la notizia della morte di un altro bambino di soli 5 mesi, l’ultima innocente vittima del Mediterraneo, annegato dopo essere caduto in acqua poco distante dal porto di Lampedusa. Esprimiamo il più sentito cordoglio alla mamma e la vicinanza alle persone sopravvissute e a tutti i soccorritori impegnati giorno e notte per salvare vite umane.
Ancora una volta sottolineiamo quanto sia necessario un impegno europeo di solidarietà rispetto alla gestione dei flussi migratori. L’UE e gli Stati Membri hanno l'obbligo di cooperare e coordinarsi per soccorrere le persone in difficoltà nel Mediterraneo, ai propri confini, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale.
I nostri team sono presenti a Lampedusa con Unicef, e stiamo operando in queste giornate di grande difficoltà a sostegno dei più vulnerabili, come minori non accompagnati, donne sole e famiglie con bambini. Sperando inoltre che i trasferimenti avvengano al più presto, visti gli ultimi dati parziali che riportano la presenza tra hotspot e molo Favaloro di un numero compreso tra le 6 e le 7 mila persone.
Potenziare il sistema di accoglienza
Inoltre, chiediamo che in Italia venga potenziato il sistema di accoglienza per i minori non accompagnati. Solo nel 2023, secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno, sono arrivati sulle nostre coste oltre 11.600 minori soli. Rappresentato circa il 10% sul totale degli arrivi, con l’incremento di bambini molto piccoli. Non preoccupa solamente l’alto numero, quanto il fatto che vi siano tra i minori soli in arrivo, molti bambini e bambine. In alcuni casi addirittura di 3 o 4 anni.
“È necessario, dunque, potenziare il sistema di protezione per fare in modo che tutti i minori che giungono da soli, a partire da quelli più vulnerabili, siano immediatamente presi in carico e accolti in centri dedicati, scongiurando ogni rischio di tratta e sfruttamento” afferma Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children che prosegue, “È necessario che tutti i Paesi europei cooperino nel soccorso e nell’accoglienza di tutti coloro che fuggono da guerre, violenza, povertà estrema e che il Parlamento e il Consiglio europeo mettano al centro delle negoziazioni sul Patto Asilo e Migrazione la protezione e rispetto dei diritti dei minori, a partire dalla velocizzazione e dalla semplificazione dei ricongiungimenti familiari, dal rafforzamento delle vie legali per ottenere protezione in Europa e dalla previsione di meccanismi obbligatori di relocation.”
Rinnoviamo l’appello alle istituzioni affinché si ampli la rete di accoglienza per i minori stranieri, a partire dalla attivazione di centri di prima accoglienza in tutte le Regioni e l’ampliamento della accoglienza diffusa nella rete SAI dei comuni, per assicurare quanto stabilito dalla legge 47/17 un percorso di accoglienza e di inclusione sociale adeguato alle effettive esigenze e vulnerabilità.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.