Piccoli Schiavi Invisibili: 12 milioni di minori vittime di schiavitù moderna

Gianfranco Ferraro per Save the Children

In occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che si celebra il 30 luglio, ritorna come ogni anno una delle nostre più importanti ricerche: "Piccoli schiavi invisibili", il rapporto giunto alla XIV edizione che quest’anno restituisce voce alle vittime minorenni, accolti nel sistema di protezione anti-tratta, incontrate nei nostri progetti o ancora nelle case di accoglienza per minori non accompagnati in Italia.

"Piccoli Schiavi Invisibili 2024" è dedicato alle storie di minori vittime di tratta e sfruttamento, che rappresentano la “punta dell’iceberg”, di un fenomeno sommerso, ampio e diffuso. Parliamo di bambini, bambine e adolescenti traditi dal mondo degli adulti che ha abusato della loro fiducia e calpestato i loro sogni.

Piccoli Schiavi Invisibili

Il Report fornisce un quadro del fenomeno della tratta e dello sfruttamento a livello internazionale, europeo e nazionale. Dallo studio dei dati vengono evidenziate le tendenze e le evoluzioni del fenomeno nelle sue varie forme. Le storie dei Piccoli Schiavi Invisibili sono spesso dai tratti comuni, ma allo stesso tempo uniche. Storie che raccontano di sogni rubati, di fiducia tradita, assenza, di violenze subite, fino all’emersione e al riscatto. Ecco le loro voci:

12 milioni di minori vittime di schiavitù moderna

Partiamo intanto dal definire "Schiavitù moderna", che, come mostra il rapporto Global Estimates of Modern Slavery, si caratterizza da due componenti principali:

  • il lavoro forzato
  • il matrimonio forzato

Entrambe si riferiscono asituazioni di sfruttamento che una persona non può rifiutare a causa di minacce, violenza, coercizione, inganno o abuso di potere.

Nel mondo sono quasi 50 milioni le persone vittime di varie forme di schiavitù moderna. Tra queste oltre 12 milioni sono minorenni, con una tendenza in aumento. Sono diversi le tipologie di schiavitù moderna, elenchiamo qui i dati in riferimento ad ogni forma di sfruttamento:

Forme di schiavitù moderna, lavoro forzato e matrimoni forzati

L’analisi svolta su “Piccoli Schiavi Invisibili 2024” mostra che, tra i minori 3,3 milioni sono coinvolti nel lavoro forzato, in prevalenza per:

  • sfruttamento sessuale, 1,69 milioni;
  • per sfruttamento lavorativo, 1,31 milioni, in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attività illecite.
  • 320mila risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate.

I minorenni vittime di matrimoni forzati sono 9 milioni. Il fenomeno dei matrimoni forzati geograficamente interessa maggiormente:

  • l’Asia Orientale, con 14,2 milioni di persone coinvolte nel 2021 (più del 66% dei casi stimati);
  • seguita a distanza dall’Africa con 3,2 milioni di persone coinvolte (il 14,5%);
  • dall’Europa e Asia Centrale, con 2,3 milioni di persone (il 10,4%).

Nel 73% dei casi i matrimoni forzati sono organizzati dai genitori delle vittime o da parenti stretti (16%) e spesso si lega a situazioni di forte vulnerabilità, quali servitù domestica o sfruttamento sessuale.

Minori vittime di tratta e sfruttamento in Italia

In Italia dal 1° gennaio al 31 maggio 2024 il Numero Verde Nazionale in Aiuto alle Vittime di Tratta e/o Grave Sfruttamento ha svolto 1150 nuove valutazioni con potenziali vittime di tratta. I minorenni valutati in questi primi cinque mesi del 2024 sono stati 62, il 5,4% del totale, di cui il 62,7% di genere maschile e il 37,3% femminile. L’81,3% dei minori valutati è nella fascia 16-18 anni.

Sebbene i flussi migratori dalla Nigeria abbiano subito un forte calo, è la nazionalità nigeriana ad avere il maggior numero di nuove valutazioni in Italia (25,2%), seguita da quella ivoriana (13,6%) e marocchina (11,2%). Durante la nostra ricerca, abbiamo incontrato Precious, una ragazza nigeriana di 19 anni fuggita da un matrimonio forzato cui era destinata per ripagare un debito, violentata e chiusa in una stanza per molto tempo da un uomo molto più grande di lei. Appena le è stato proposto di andare in Europa per studiare, non ha potuto rifiutare, si è detta: "Non voglio sposare questo vecchio. Qualsiasi cosa mi faccia evitare di sposarlo e di rimanere in questo posto, in Nigeria, va bene". Tramite una donna, conosce chi l’aiuta ad arrivare in Libia, dove però si ritrova in mezzo a tanti uomini e apprende l’amara verità di essere lì per essere forzata alla prostituzione.

“Quella donna mi aveva mentito. Allora ho pianto. Ho detto che non potevo vivere questo tipo di vita. Ho lasciato la Nigeria per lo stesso motivo. Piangevo. Ho detto: "No, non posso restare in questo posto”.

Le vittime di tratta e sfruttamento in Europa

In Europa, in 5 anni, dal 2017 al 2021 sono state circa 29.000 le vittime di tratta per sfruttamento sessuale e lavorativo, registrate nel database del Counter Trafficking Data Collaborative. Nella maggior parte dei casi, le vittime di tratta sono persone adulte, ovvero l’84%, e di sesso femminile (66%), ma una percentuale significativa è composta da minorenni: si tratta del 16%. Tra le vittime più piccole di età, fino agli 11 anni, sono in egual misura bambini e bambine, mentre in tutte le altre fasce d’età la prevalenza di sesso femminile è netta: si nota un picco del 77% di ragazze nella fascia d’età fra i 15 e i 17 anni.

Le vittime di tratta e sfruttamento sono spesso invisibili e se si tratta di minori, soli, indifesi, vessati da violenze fisiche o psicologiche, diventa ancora più difficile aiutarle nell’emersione. 
I bambini e le bambine vittime della tratta sono maggiormente soggetti a forme di abuso psicologico, fisico e sessuale rispetto alle vittime adulte, dai dati di Piccoli Schiavi Invisibili, evidenziamo in particolare che:

  • il 69% dei minori subisce una forma di controllo psicologico,
  • il 52% è minacciato e ingannato attraverso false promesse,
  • mentre un 46% è soggetto a controllo fisico.

Le forme di controllo esercitate dai trafficanti sui bambini e giovani creano una rete fittissima dalla quale è estremamente difficile liberarsi. 

Vittime di tratta e sfruttamento nel mondo

Durante la pandemia, nel 2020, secondo i dati diffusi dall’UNODC nel mondo sono state identificate 53.800 vittime di tratta e sfruttamento. Tra quelle per cui è stato possibile stabilire genere ed età, il 35% è costituito da minorenni (18% femmine e 17% maschi). Queste cifre rappresentano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più ampio e sommerso. 
Se invece prendiamo in considerazione un periodo di tempo più lungo che va dal 2011 al 2021, in totale poco più di un quarto delle vittime identificate sono bambine, bambini o adolescenti, cioè il 26,2%. La fascia di età in cui si stima il maggior numero di vittime di tratta e sfruttamento è quella compresa tra i 9 e i 17 anni (21,8%).

Contro tratta e sfruttamento: i nostri interventi in Italia

Siamo attivi da più di 12 anni in Italia sul tema della protezione delle vittime di tratta e sfruttamento con una rete qualificata di organizzazioni partner.

Il nostro primo progetto è stato Vie d’Uscita che, dal 2012 , si occupa di individuare le vittime anche su strada, di avviare percorsi di fuoriuscita dai circuiti della tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo e di accompagnamento all’autonomia economica e sociale.
Dal 2021 è attivo il progettoNuovi Percorsi, realizzato in collaborazione con il Numero Verde Anti-tratta, gli enti anti-tratta attivi in tutta Italia e altri enti territoriali pubblici e del privato sociale, per supportare la presa in carico di mamme vittime e dei loro figli, delineando un percorso individuale e attivando Doti di Cura educative o materiali.
Con lo scopo di realizzare un intervento per promuovere opportunità di crescita e garantire a bambini, bambine e adolescenti l’accesso ai loro diritti fondamentali nei contesti legati allo sfruttamento del lavoro agricolo, nel 2022 abbiamo scelto la Fascia Trasformata di Ragusa per avviare il progetto Liberi dall’Invisibilità nei territori di Vittoria e di Marina di Acate, grazie alla collaborazione con altri enti del territorio e alla partnership con l’Associazione I Tetti Colorati e la Caritas Diocesana di Ragusa.
Nel 2023 abbiamo avviato il progetto europeo E.V.A. (Early identification and protection of Victims of trafficking in border Areas), di cui siamo capofila, che punta a supportare i minori, le ragazze e le giovani donne migranti fino ai 30 anni d’età con o senza figli, vittime di tratta o a rischio di re-trafficking, che transitano in alcune zone di confine tra Italia, Francia e Spagna.

Le richieste per la protezione e la tutela dei minori

“Solo un anno fa, il rapporto “Piccoli Schiavi invisibili” squarciava il velo sulla condizione dei figli e delle figlie dei braccianti che lavorano nei terreni agricoli di Ragusa e Latina, mettendo in luce una condizione di sfruttamento portata oggi alle cronache a seguito della morte di Satnam Singh. È necessario che alla commozione e allo sdegno per questo e per altri drammi faccia seguito una azione continuativa e capillare di contrasto al traffico e allo sfruttamento degli esseri umani, nonché un impegno deciso a sostegno delle giovani vittime accolte nel sistema di protezione affinché, dopo aver vissuto una delle esperienze più devastanti che un ragazzo o una ragazza possono trovarsi ad affrontare, siano accompagnate nella costruzione di un futuro diverso e libero” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice ricerca e formazione di Save the Children. 

Chiediamo a tutte le istituzioni competenti di potenziare l’impegno per contrastare la tratta degli esseri umani, con particolare attenzione nei confronti delle vittime minorenni. È necessario attuare e aggiornare le azioni del Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025, rafforzando l’impegno di approfondire i fenomeni emergenti sulla tratta dei minori, includendo nuove forme di tratta e/o sfruttamento come l’e-trafficking, lo sfruttamento all’interno delle case e in luoghi chiusi (indoor), il coinvolgimento in attività illecite, lo sfruttamento multiplo o quello negli insediamenti informali.

Bisogna garantire che le procedure di referral per l’identificazione dei e delle minori vittime di tratta siano messe in atto all’arrivo, nei luoghi di frontiera, nei casi di rintraccio sul territorio nazionale e in fase di prima e seconda accoglienza, per un accesso rapido a servizi di protezione e per un accompagnamento multidimensionale (sociale, sanitario, legale, educativo, ecc.) che risponda in maniera puntuale ai bisogni specifici dei minori stranieri, in particolare i minori non accompagnati.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa.
 

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