Rottura della tregua a Gaza
Da quando il 7 ottobre 2023 la drammatica escalation di violenza è esplosa tra i gruppi armati palestinesi e le forze israeliane in Israele e a Gaza, la situazione nella regione è quanto mai allarmante. La vita e il benessere dei bambini e delle loro famiglie sono profondamente a rischio. Le vittime civili sono migliaia, tra questi tantissimi bambini. Sale a quasi 8.000 bambini il bilancio pesantissimo dei minori morti o dispersi a Gaza dall’escalation.
Le notizie di bambini palestinesi uccisi e feriti negli attacchi aerei e di bambini israeliani rapiti e tenuti in ostaggio rafforzano i timori di danni psicologici senza precedenti.
Gaza: la rottura della tregua è una condanna a morte per i bambini
La mancata estensione della tregua rappresenta una condanna a morte per i bambini di Gaza, che sono già stati feriti dopo il ritorno ai combattimenti. Nelle ore successive alla rottura della tregua di questa mattina, il Ministero della Sanità di Gaza ha riferito che almeno 32 persone sono morte e decine di persone ferite, tra cui alcuni bambini. Queste vite innocenti spezzate sono una macchia sulla nostra coscienza collettiva, e non possiamo restare a guardare e lasciare che queste violenze aumentino ulteriormente.
Le conseguenze della rottura della tregua di questa mattina ricadono su tutti i bambini di Gaza, Israele e Cisgiordania. Ancora una volta, i minori di Gaza si sono svegliati al suono degli attacchi aerei. Ancora una volta rischiano di essere uccisi dalle bombe, dalla fame, dalle malattie o dalla disidratazione.
Dopo due proroghe della pausa che hanno portato al rilascio di 110 ostaggi da Gaza e di 240 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, secondo le Nazioni Unite, le parti in conflitto non sono riuscite a prolungare la tregua. Ma abbiamo bisogno di un cessate il fuoco definitivo, poiché è l’unico modo per tenere i bambini al sicuro e creare condizioni che ci consentano di fornire assistenza urgente con tempi e modi adeguati a salvare vite umane.
Gli aiuti limitati durante la tregua
Nonostante l’aumento di alcuni aiuti in entrata a Gaza durante la tregua durata una settimana, sono rimaste restrizioni e ritardi nella consegna, e l’ONU ha affermato che il volume dei beni di prima necessità in arrivo è stato insufficiente a soddisfare le ampie esigenze di 1,8 milioni di persone sfollate dalle loro case.
La quantità di aiuti umanitari che potevano passare il confine ogni giorno era limitato dalla mancanza di carburante e veicoli, dai danni alle infrastrutture e dai controlli al confine. Due dei tre valichi di Gaza, Erez e Kerem Shalom, controllati dalle autorità israeliane, sono rimasti sempre chiusi agli aiuti.
“56 giorni di intensa violenza e distruzione hanno prodotto una delle peggiori crisi umanitarie mai viste nella regione e questa pausa di sette giorni non ci ha permesso di portare a Gaza gli aiuti e il personale necessari per fornire assistenza salvavita a 1,1 milioni di minori e alle loro famiglie.” dichiara Jason Lee, direttore di Save the Children nei Territori palestinesi occupati.
Ci sarà una conferenza stampa su Zoom oggi alle 16 con Jason Lee, Direttore dell’Organizzazione per i Territori palestinesi occupati sul mancato prolungamento della tregua, che rappresenta una condanna a morte per i bambini mentre riprendono i bombardamenti sulla Striscia. Per partecipare:
- Meeting ID: 826 9476 8577
- Passcode: 821691
Per approfondire leggi il comunicato stampa.