Violenza assistita: migliaia di bambini vittime di questa piaga

Diamo il via oggi alla nuova iniziativa di sensibilizzazione “Abbattiamo il muro del silenzio” (dal 5 al 7 luglio sarà possibile partecipare all'evento esperienziale gratuito presso Palazzo Merulana, Roma) per accendere i riflettori su una piaga invisibile che ha conseguenze devastanti sulla vita e sul futuro dei minori: la violenza assistita. Per prenotarsi: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-abbattiamo-il-muro-del-silenzio-46977735672.

Il Dossier “Abbattiamo il muro del silenzio”, che lanciamo oggi, contiene inedite elaborazioni realizzate dall’Istat con un’ampia analisi qualitativa, oltre che quantitativa, del fenomeno e delle esperienze di violenza subite dalle donne.

Dal dossier emergono alcuni dati significativi. In Italia si stima che 427.000 minori, in soli 5 anni, abbiano vissuto la violenza tra le mura domestiche nei confronti delle loro mamme, nella quasi totalità dei casi compiute per mano dell’uomo. Bambini e bambine che assistono direttamente ai maltrattamenti – e di cui a volte sono vittime essi stessi - o che ne prendono coscienza in maniera indiretta notando i lividi, le ferite o i cambiamenti di umore nella loro madre, o osservando porte, sedie o tavoli rotti in casa. 

“La casa dovrebbe essere per ogni bambino il luogo più sicuro e protetto e invece per tanti si trasforma in un ambiente di paura e di angoscia permanente. Per un bambino assistere ad un atto di violenza nei confronti della propria mamma è come subirlo direttamente. Moltissimi bambini e adolescenti sono vittime di questa violenza silenziosa, che non lascia su di loro segni fisici evidenti, ma che ha conseguenze devastanti: dai ritardi nello sviluppo fisico e cognitivo alla perdita di autostima, da ansia, sensi di colpa e depressione all’incapacità di socializzare con i propri coetanei.”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Tra le donne che, nella loro vita, hanno subito una qualche forma di violenza più di 1 su 10 ha temuto per la propria vita o quella dei propri figli e in quasi la metà dei casi i loro bambini hanno assistito in prima persona ai maltrattamenti.  

Le mamme vittime di violenza domestica in Italia sono più di 1,4 milioni ma solo una piccola parte, il 7% di coloro che hanno subito violenze ripetute in casa, è fortemente consapevole dei soprusi subiti. Per contro, quasi 550.000 donne vittime di violenza domestica sono vittime silenti, che quasi mai denunciano o si rivolgono a medici e che nel 57% dei casi non considerano la violenza subita come un reato, ma solo come “qualcosa di sbagliato”.

“È impressionante il numero di donne con bambini, che pur in presenza di continue violenze non denuncia. Le istituzioni e la comunità civile devono garantire ad ogni mamma un clima di fiducia e un sostegno concreto e tempestivo, tale da spezzare la catena della violenza e consentire di riconquistare una vita autonoma e serena.” Continua Milano.

Per quanto riguarda gli autori delle violenze, i dati sulle condanne con sentenza irrevocabile per maltrattamento in famiglia evidenziano che nella quasi totalità dei casi (94%) i condannati sono uomini e che la fascia di età maggiormente interessata è quella tra i 25 e i 54 anni, l’arco temporale nel quale solitamente si diventa padri o lo si è già.  

“È indispensabile mettere in campo un sistema di protezione diffuso capillarmente che non lasci mai da sole le donne ad affrontare il complesso e doloroso percorso di liberazione dalla violenza domestica e che si prenda cura immediatamente dei bambini fin dalle prima fasi in cui questa emerge, senza attendere la conclusione degli iter giudiziari”, ha affermato Raffaela Milano.

“Occorre creare una vera e propria rete di prevenzione, emersione e protezione che coinvolga istituzioni, enti locali, scuole, servizi territoriali e associazioni. Allo stesso tempo, è necessario potenziare su tutto il territorio nazionale la rete antiviolenza e i servizi psico-sociali territoriali. È importante inoltre il coinvolgimento delle scuole, sia sul piano educativo nei confronti dei bambini e dei genitori, che per il riconoscimento precoce delle vittime della violenza domestica, attraverso percorsi formativi qualificati. Infine è essenziale garantire la protezione giuridica dei minori coinvolti nella violenza per consentire l’avvio tempestivo di una presa in carico volta al recupero dei danni subiti, senza attendere l’iter dei processi”, ha concluso Raffaella Milano.

Per saperne di più visita la pagina "Abbattiamo il muro del silenzio".

Per approfondire leggi il comunicato

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