Gaza senza carburante: blocco delle operazioni di assistenza
Il 7 ottobre 2023 una drammatica escalation di violenza è esplosa tra i gruppi armati palestinesi e le forze israeliane in Israele e a Gaza. La situazione nella regione è quanto mai allarmante, la vita e il benessere dei bambini e delle loro famiglie è profondamente a rischio. Le vittime civili sono migliaia, tra questi tantissimi bambini.
Le notizie di bambini palestinesi uccisi e feriti negli attacchi aerei e di bambini israeliani rapiti e tenuti in ostaggio rafforzano i timori di danni psicologici senza precedenti. Insieme alle organizzazioni umanitarie che operano a Gaza, abbiamo lanciato un appello urgente: le riserve di carburante sono esaurite. Così, gli ospedali e le strutture sanitarie, già gravemente paralizzati e in molti casi sotto attacco, sono ad un passo dall’interrompere ogni servizio ai pazienti gravemente malati e feriti, anche l’assistenza medica di base.
Inoltre, gli unici due impianti di distribuzione dell’acqua ancora in funzione cesseranno di operare tra poche ore, lasciando senza acqua potabile 2.2 milioni di persone, con il rischio di un immane disastro per la salute pubblica.
Gaza: si bloccano le operazioni di assistenza
Ieri, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA) e l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) hanno annunciato che a Gaza l’ultimo serbatoio di carburante è esaurito. Questo rende impossibile una risposta alla popolazione e accelera inesorabilmente l’aggravarsi dell’attuale catastrofe umanitaria, che rischia di raggiungere dimensioni inimmaginabili. Infatti, in assenza di carburante le morti prevedibili causate dagli ostacoli all’accesso sanitario subiranno una crescita esponenziale così come la sofferenza della popolazione.
La situazione si aggrava ulteriormente se si considera che nelle ultime settimane un’ancora di salvezza per le famiglie di Gaza è stata l’entrata di camion che trasportavano aiuti umanitari, beni di primissima necessità. Neanche questo è più possibile senza carburante e i camion, che già erano pochi, adesso sono completamente fermi.
Infine, nella condizione attuale, anche i generatori elettrici smetteranno di funzionare: ci aspettiamo un ennesimo black out completo delle comunicazioni e un’interruzione di ogni collegamento con i nostri colleghi umanitari, senza alcuna previsione su quando potranno essere ripristinate.
Assenza di acqua potabile: una tragedia annunciata
A Gaza nelle prossime ore gli unici due impianti di distribuzione di acqua rimasti operativi cesseranno di funzionare. Questo lascia 2.2 milioni di persone senza acqua potabile e comporta anche il rischio di un immane disastro per la salute pubblica. Le agenzie umanitarie sono già state tragicamente costrette a valutare se utilizzare il carburante per alimentare gli ospedali o per fornire l’accesso all’acqua. Presto nessuno dei due sarà possibile.
Cosa chiediamo
Esortiamo tutte le parti a riconoscere e rispettare i propri obblighi previsti dal diritto internazionale. Questi includono il dovere di garantire la fornitura di assistenza umanitaria e la protezione dei diritti dei civili. La decisione del governo israeliano di negare e limitare beni essenziali come elettricità, acqua, internet, connessioni telefoniche e, soprattutto, carburante, costituisce una violazione di tali obblighi.
La comunità internazionale deve agire in maniera congiunta e con risolutezza per garantire il flusso ininterrotto di aiuti e il carburante necessario per fornirli, salvaguardando la dignità e i diritti di tutti i civili colpiti. Gli ostacoli a una risposta umanitaria adeguata ed efficace devono essere affrontati attraverso un’azione diplomatica urgente.
È necessario agire in modo immediato e decisivo per evitare un completo collasso umanitario a Gaza.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.