Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario: perché si festeggia?

Save the Children

Il 19 agosto di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario, un giorno dedicato a tutte le operatrici e gli operatori umanitari: un momento importante per ricordare lo straordinario lavoro che portano avanti ogni giorno. Mossi da impegno e dedizione nei confronti dei valori e principi che li guidano, contribuiscono a migliorare la vita e il futuro di intere comunità.

Giornata mondiale dell’Aiuto Umanitario cos’è?

La Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario è stata istituita nel 2008 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite ed è stata celebrata ufficialmente per la prima volta nel 2009. 

Lo scopo di questa Giornata Mondiale è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle condizioni dei civili di tutto il mondo coinvolti nei conflitti, nonché di sostenere e onorare operatrici e operatori umanitari che rischiano, e a volte perdono, la vita per aiutare. Oltre 130 milioni di persone in tutto il mondo sono in crisi, a causa di guerre o disastri naturali, e hanno bisogno di aiuti umanitari.

Giornata dell’Aiuto Umanitario: perché si festeggia il 19 agosto?

La Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario si festeggia ogni anno il 19 agosto per ricordare il bombardamento al Canal Hotel di Baghdad, in Iraq, avvenuto il 19 agosto del 2003: quest’anno si celebra il 20° anniversario di quella tragica giornata scritta tra le pagine di storia.

A causa dell’attentato del 19 agosto a Baghdad persero la vita 22 persone tra cui anche l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Sergio Vieira de Mellothe, e più di 150 persone sono state ferite. Da quel momento è iniziata una nuova fase, con il mondo che è cambiato negli ultimi 20 anni per gli operatori umanitari e per le persone supportano nel loro lavoro quotidiano. L’attacco del 19 agosto a Baghdad è stato un vero e proprio campanello d'allarme per la comunità umanitaria. Questo attacco è stato uno dei più letali nella storia delle Nazioni Unite ed è stata la prima volta che un'organizzazione umanitaria internazionale neutrale è stata presa di mira. 

Chi è l’operatore umanitario

L’operatore umanitario fornisce assistenza sanitaria urgente, riparo, cibo, protezione, acqua e molto altro, in aree di crisi ed emergenze. Nella cooperazione internazionale è una figura ricercata in ambiti di intervento come la tutela dei diritti umani, l’assistenza socio-sanitaria, la formazione di base, la sicurezza alimentare, lo sviluppo rurale e la valorizzazione del patrimonio culturale. Umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza sono i principi fondamentali su cui si basa l’aiuto umanitario. 

Purtroppo, il lavoro degli operatori umanitari continua ad essere un lavoro ad alto rischio.

Attacchi agli operatori umanitari

Per la Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario 2024 non possiamo non parlare di tutti gli operatori e operatrici umanitarie che hanno perso la vita durante il conflitto nei Territori Palestinesi Occupati in questi ultimi mesi. Gaza oggi è il luogo più pericoloso al mondo per i bambini, i giornalisti e gli operatori umanitari con il più alto numero di operatori umanitari uccisi in qualsiasi altro conflitto dall’inizio di questo secolo. 

Secondo quanto riportano i dati OCHA dal 7 ottobre 2023, almeno 283 operatori umanitari sono stati uccisi (276 nazionali, 7 stranieri) a Gaza, alcuni dei quali in servizio [1]. Dall’inizio della guerra sono stati uccisi 500 operatori sanitari, insieme a 163 giornalisti e collaboratori dei media uccisi durante questi 9 mesi. (Ufficio dei Media del Governo a Gaza).

In merito alla Giornata Mondiale dell'Aiuto Umanitario 2024, si è pronunciata Joyce Msuya, capo ad interim dell'ufficio umanitario delle Nazioni Unite (OCHA), che ha dichiarato: "La mancanza di rispetto per i lavoratori e la mancanza di responsabilità sono inaccettabili, inconcepibili ed estremamente pericolosi per le operazioni umanitarie in tutto il mondo".  Sempre dall'Onu, arriva la condanna per la violenza "inaccettabile" e sempre più diffusa contro gli operatori umanitari: nel 2023 sono 280 gli operatori uccisi in tutto il mondo, un record che rischia di essere superato nel 2024, alimentato dalla guerra di Gaza. [2]

Qual è la sfida più grande del lavoro umanitario?

Per rispondere a questa domanda, riportiamo una breve estratto della testimonianza della nostra operatrice Sonia Khush, Direttrice Paese di Save the Children per l'Ucraina, che per la Giornata dell’Aiuto Umanitario dello scorso anno, era stata scelta a rappresentare l’impegno umanitario della nostra Organizzazione. 

"Una delle sfide principali che dobbiamo affrontare in questo momento è l'accesso agli aiuti: cercare di raggiungere tutte le popolazioni vulnerabili, indipendentemente dal controllo che esercitano. Questo aspetto si manifesta soprattutto nei contesti di conflitto, dove spesso gruppi diversi controllano parti diverse di un territorio senza alcuna garanzia di accesso sicuro per gli aiuti o gli operatori umanitari. Come organizzazione umanitaria indipendente, neutrale e desiderosa di raggiungere tutti i bambini e le bambine, dobbiamo destreggiarci in molte politiche e restrizioni per assicurarci di poter raggiungere i più vulnerabili, ovunque si trovino."

Per continuare a leggere il resto della testimonianza dell’operatrice Sonia Khush, leggi l’articolo dedicato

Nel nostro lavoro quotidiano però abbiamo deciso di schierarci: siamo sempre, a qualunque costo, da una parte. Dalla parte buona del mondo, quella delle bambine e dei bambini, dei loro diritti, del loro bisogno di cibo, istruzione, assistenza sanitaria: 1 persona su 27 avrà bisogno di assistenza umanitaria quest'anno. Il nostro obiettivo è sostenere 27,4 milioni di persone, tra cui 15,9 milioni di bambini, in 46 Paesi. 

Continua ad approfondire:

Trovi le testimonianze che ci arrivano dai nostri operatori dal campo sul nostro Blog:

Note:

[1] Reported impact snapshot | Gaza Strip (31 July 2024) | United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs - occupied Palestinian territory (ochaopt.org)

[2] Onu: 'Record inaccettabile di violenze contro gli operatori umanitari'

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