RDC: bambini non accompagnati tra i rifugiati verso il Burundi

Save the Children

Ci sono molti bambini non accompagnati e separati dalle proprie famiglie tra i 35.000 rifugiati che nelle ultime settimane hanno attraversato il confine dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) diretti in Burundi.

Sarebbero almeno 4 i bambini morti all'arrivo in Burundi a causa delle malattie contratte. Le condizioni nei campi di transito sono squallide. Si aggiunge anche la mancanza di forniture mediche, che lasciano i più piccoli estremamente vulnerabili alle malattie e alla morte.

RDC: Bambini non accompagnati e separati tra i 35.000 rifugiati

In Repubblica Democratica del Congo negli ultimi giorni si è verificato un forte aumento del numero di bambini e delle loro famiglie che attraversano il confine con il Burundi. Secondo l’ONU, è la più grande ondata di rifugiati ad entrare nel Paese negli ultimi 25 anni, la maggior parte dei nuovi arrivi è rappresentato da donne e bambini. Molti di questi bambini, costretti a fuggire per salvarsi la vita, arrivano affamati, esausti e traumatizzati.

Per non parlare delle violenze a cui hanno assistito o alla perdita di genitori e persone care. I nostri operatori hanno documentato 76 casi di minori, 43 nel centro di transito di Rugombo e 33 in quello di Gihanga, che nel caos, sono stati separati dalle famiglie e dai parenti. Alcuni invece, sono rimasti orfani a causa della violenza e altri hanno viaggiato da soli oltre il confine. Mentre la maggior parte di questi bambini è stata ora riunita ai familiari, molti non si sono ancora ricongiunti con le famiglie e altri devono ancora essere ufficialmente identificati come non accompagnati.

RDC: gravi rischi per i bambini non accompagnati e separati

Nei campi di transito in Burundi i bambini non accompagnati e separati affrontano gravi rischi, sia per la loro salute che il loro benessere a causa dell’assenza di cure e di protezione delle loro famiglie. 

Quando vivono in situazioni inadeguate o senza adulti di riferimento, i minori sono maggiormente esposti al pericolo di essere rapiti o di essere vittime di tratta e sfruttamento, nonché di violenza fisica, o di abusi. Inoltre, soprattutto gli orfani e i bambini non accompagnati sono maggiormente esposti all’alto rischio di abusi sessuali e sono meno propensi a denunciare queste violenze alle autorità.

Stiamo facendo ogni sforzo per rispondere a questa emergenza, ma c’è un urgente bisogno di risorse aggiuntive per soddisfare esigenze sempre più crescenti. I donatori sono più che mai necessari per garantire di poter raggiungere le persone più vulnerabili.

Il nostro intervento in Burundi e in RDC

Lavoriamo in Burundi dal 2016, fornendo servizi di protezione dell'infanzia, prevenzione e risposta alla violenza di genere, salute, governance dei diritti dell'infanzia ed educazione. Stiamo lavorando con il governo del Burundi, l'UNHCR e altre agenzie per supportare i bambini appena arrivati e le loro famiglie nel Paese, inclusa la registrazione dei minori non accompagnati e separati dalle proprie famiglie. Stiamo inoltre agendo tramite un team specializzato nella protezione e abbiamo distribuito kit di gioco per bambini.

Lavoriamo nella RDC dal 1994 per soddisfare le esigenze umanitarie legate all'arrivo dei rifugiati e allo spostamento delle popolazioni a causa del conflitto armato in corso nelle province dell’est. Abbiamo ampliato la sua risposta umanitaria per supportare i sistemi di assistenza esistenti, formando leader e comunità locali per prevenire e rispondere allo sfruttamento e agli abusi e garantendo l'accesso all'assistenza sanitaria tramite cliniche mobili. Stiamo aiutando i bambini ad accedere all'istruzione di base costruendo aule, formando insegnanti e distribuendo materiale didattico.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa

Il nostro intervento in Italia e nel Mondo:

Solo nel 2023 abbiamo sostenuto 105 milioni di bambini in 94 Paesi con interventi salvavita. Scopri il nostro intervento:

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