Safer Internet Day 2024: per un uso consapevole e sicuro della rete
Il 6 febbraio, si celebra la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete, il Safer Internet Day 2024. Una ricorrenza istituita e promossa dall’Unione Europea per riflettere sull’uso consapevole degli strumenti digitali e sul ruolo attivo che hanno i giovani nell’utilizzo della rete. Un'occasione importante per considerare un rafforzamento delle misure di protezione per i pre-adolescenti e potenziare l’educazione a un uso consapevole e sicuro della rete.
Safer Internet Day 2024
In vista del Safer Internet Day 2024, #SID24, cogliamo l’opporturnità per ricordare l'importanza dell’uso consapevole e sicuro della rete e di promuovere un'educazione sull’utilizzo degli strumenti digitali, che passi attraverso il coinvolgimento di istituzioni e figure adulte di riferimento. Nel farlo, ne approfittiamo per rilevare alcuni trend significativi:
- è in diminuzione l’età media del primo accesso in rete,
- in aumento, invece il tempo medio trascorso online dai più giovani, specialmente dopo la pandemia.
Nonostante la legge preveda che un utente possa avere accesso ai social media solo dopo aver compiuto 13 anni, la realtà mostra una presenza massiccia di preadolescenti che hanno aperto un profilo indicando un’età maggiore o hanno usato quello di un adulto, spesso un genitore più o meno consapevole: il 40,7% degli 11-13enni in Italia usa i social media, con una prevalenza femminile (47,1%) rispetto a quella maschile (34,5%). Se per molti ragazzi stare in Rete, scambiarsi contenuti e messaggi, rappresenta un elemento di apertura al mondo, al tempo stesso, alcune rilevazioni sugli adolescenti di 11, 13 e 15 anni, mostrano che il 13,5% del campione fa un uso problematico dei social media e il 24% dei videogiochi.
Il mondo virtuale è in evoluzione e i giovani risultano essere sempre al passo con i cambiamenti. Leggi il nostro articolo con 8 consigli per navigare sicuri in rete.
Cyberbullismo, Dipendenza e Hikikomori
I giovani passano la maggior parte della loro giornata utilizzando social media o app di messaggistica, in cui discutono e si confrontano. Oltre ad opportunità, questi luoghi virtuali possono esporre ragazzi e ragazze a diversi pericoli: dal rischio di bullismo a quello di non comprendere le regole della privacy o le modalità di interazione con gli altri o di subire le scelte degli algoritmi. Nel 2022, rispetto al 2021, sembrano infatti in crescita gli atti di cyberbullismo nei preadolescenti, in particolare tra gli 11 e i 13enni rispetto ai 15enni e le vittime sono più frequentemente le ragazze. A 15 anni si assiste negli anni considerati a un calo del fenomeno e a una riduzione del divario tra maschi e femmine, complici una maggiore capacità di difendersi dagli attacchi, anche di denunciarli, e una più concreta consapevolezza dei propri atti.
I comportamenti a rischio di dipendenza tecnologica, da social media o da gioco online, sono correlati a un aumento dell’ansia sociale, della depressione e dell’impulsività, a un rendimento scolastico scarso e un maggior rischio di sovrappeso o obesità. In Italia, le rilevazioni sugli adolescenti di 11, 13 e 15 anni, mostrano che il 13,5% del campione fa un uso problematico dei social media. Sono soprattutto le ragazze a soffrirne e l’età più critica è quella dei 13 anni: tra le principali motivazioni dell’uso intensivo dei social media c’è quello di scappare da sentimenti negativi. Uno degli effetti legati alla dipendenza da internet è l’autoisolamento, che può raggiungere le forme più estreme nel fenomeno degli hikikomori, che letteralmente significa “stare in disparte”, un fenomeno che si manifesta soprattutto tra i 15 e i 17 anni.
Adescamento online: diminuisce l’età delle vittime
Di fronte a una vita sempre più online, per bambini e adolescenti cresce il rischio di essere oggetti di attenzioni sessuali da parte di adulti: è proprio la fascia preadolescenziale che, da quanto emerge nel report della Polizia Postale, nel 2023 ha avuto più interazioni sessuali tecno-mediate (206 su 351 casi totali). Tra i rischi, uno dei più seri riguarda la possibilità di entrare in contatto con adulti male intenzionati. Se è vero che, come emerge dall’ultimo resoconto della Polizia Postale nel 2023 sono leggermente diminuiti i casi di adescamento online di minori, è anche vero che si è abbassata l’età delle vittime: sono sempre più preadolescentitra i 10 e i 13 anni mentre il 9% ha meno di 10 anni. La maggior parte di questi episodi avvengono nella preadolescenza, età nella quale l’uso dei dispositivi dovrebbe essere fortemente mediato dalle figure adulte.
Ambienti digitali più sicuri
Diventa sempre più necessario rafforzare le misure di protezione per i pre-adolescenti e potenziare l’educazione a un uso consapevole e sicuro della rete: “L’ambiente digitale rappresenta per le giovani generazioni una straordinaria opportunità di abbattimento delle disuguaglianze e di ampliamento degli orizzonti, ma è necessario che tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti siano accompagnati nella acquisizione delle competenze indispensabili per navigare in rete in modo creativo e consapevole.” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Programmi e Advocacy Italia-Europa di Save the Children.
L’Unione Europea ha avviato un processo di definizione e approvazione della Proposta di Regolamento sulla prevenzione e la lotta contro gli abusi sessuali sui minori. In attesa dell’adozione della nuova regolamentazione, è importante estendere la deroga temporanea al Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche (Codice dell’ePrivacy), per evitare che i fornitori di servizi di comunicazione non siano più autorizzati a utilizzare tecnologie per rilevare la circolazione sia di immagini già note sia di nuove immagini di abusi sessuali su minori, né i casi di adescamento di bambini e bambine a fini sessuali, e segnalarlo alle autorità pubbliche.
Martedì 6 febbraio, dalle 9:30, parteciperemo all’evento online del Safer Internet Day 2024, con Daniele Catozzella, esperto di educazione e didattica digitale, per approfondire rischi e opportunità dell’applicazione dell’intelligenza artificiale negli studenti con bisogni educativi speciali.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.