Territori Palestinesi Occupati: com’è nata la questione palestinese

In seguito alla Dichiarazione d’Indipendenza Israeliana, il 14 maggio del 1948 scoppiava la prima guerra arabo-israeliana, conclusasi con la vittoria e l’insediamento dello Stato d’Israele. Da allora, diverse altre guerre hanno tormentato le popolazioni che vi vivono. Ma qual è la situazione attuale dei Territori Palestinesi Occupati?

Dopo oltre 50 anni di occupazione da Israele dei territori palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, i bisogni umanitari rimangono enormi: a Gaza, già prima del 7 ottobre, l'80% della popolazione faceva affidamento sull'assistenza umanitaria.*

i Territori palestinesi occupati

I Territori palestinesi occupati (OPT), costituiti dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono occupati da Israele dal 1967.

La principale causa della crisi di protezione e dei relativi bisogni umanitari nei Territori palestinesi occupati è l'occupazione militare del governo di Israele: i palestinesi stanno affrontando una crisi umanitaria, di protezione e di diritti umani senza precedenti, i cui fattori principali sono la sistematica negazione dei diritti umani dei palestinesi, il continuo conflitto e le frequenti esplosioni di violenza.

Il blocco israeliano della Striscia di Gaza, che dura da oltre 16 anni, e la politica di insediamento in corso in Cisgiordania sono altri fattori chiave che hanno contribuito a far sì che almeno 2,9 milioni di palestinesi, il 50% dei quali sono bambini e bambine, vivessero costantemente il rischio di conflitti e violenze, sfollamenti e negazione dell'accesso ai mezzi di sussistenza. Il blocco di Gaza, è uno degli impatti più duri del conflitto nei territori orientali e punisce gli abitanti di Gaza con quella che è stata descritta come la più grande prigione a cielo aperto del mondo. 

I bambini e le famiglie nel Nord di Gaza sono sull’orlo della carestia. L'ultima analisi dell'IPC mostra che l'intera Striscia di Gaza è attualmente classificata nella fase 4 dell'IPC (emergenza). Il rischio di carestia rimane alto finché i combattimenti continuano e l'accesso umanitario rimane limitato. Secondo gli ultimi dati dell'Ufficio stampa governativo di Gaza, dal 7 ottobre 2023 più di 17.818 degli 1,1 milioni di bambini della Striscia sono stati uccisi.**

Il Governo di Israele e Hamas hanno finalmente raggiunto un accordo. Leggi l'articolo sulla tregua delle ostilità a Gaza.  

Striscia di Gaza: le conseguenze del blocco

Oltre 16 anni diblocco terrestre, marittimo e aereo e quattro grandi conflitti hanno avuto un grave impatto sull'ambiente, le infrastrutture, i servizi e le prospettive di vita di base nella Striscia di Gaza, privando più di un milione di bambini e bambine palestinesi dei loro diritti fondamentali. La divisione tra l'Autorità Palestinese e le autorità de facto di Gaza ha ostacolato in modo significativo gli sforzi di costruzione dello Stato e ha contribuito in modo sostanziale alla frammentazione della Cisgiordania da Gaza.

Negli ultimi anni, la situazione è stata esacerbata dai tagli agli aiuti complessivi e aggravata dalle misure adottate dall'Autorità Palestinese. Il blocco imposto da Israele ha paralizzato l'economia e i servizi di base, tra cui la sanità e l'istruzione. Le pressioni combinate stanno avendo un impatto devastante sull'economia e su quasi tutti i servizi critici, compresi i medicinali, le forniture alimentari e l'istruzione.

Cisgiordania: I diritti negati dei palestinesi

I palestinesi in Cisgiordania sono soggetti a un complesso sistema di controllo composto da barriere. Le barriere fisiche riguardano il muro di separazione, i checkpoint, i blocchi stradali. Le barriere burocratiche, invece sono i permessi e le chiusure aeree. Il sistema di controllo a cui sono sottoposti i Palestinesi in Cisgiordania ne limita il loro diritto alla libertà di movimento, minano i mezzi di sussistenza e aumentano la dipendenza dagli aiuti umanitari. [1] I palestinesi possono costruire legalmente solo in meno dell'1% dell'Area C [2] - e anche all'interno di questo 1%, i permessi sono per lo più rifiutati dalle autorità israeliane.

Molti palestinesi in tutta la Cisgiordania si sentono anche a rischio di sfollamento e/o trasferimento forzato a causa di un ambiente coercitivo generato dalle politiche israeliane. Di fatti, i palestinesi della Cisgiordania raccontano alle agenzie delle Nazioni Unite e alle ONG internazionali che continuano a subire minacce alla loro vita, alla loro sicurezza fisica e alla loro libertà a causa delle politiche e delle pratiche legate all'occupazione israeliana, che hanno un grave impatto sui diritti civili, politici, economici, sociali e culturali del popolo palestinese. Queste pratiche includono la demolizione, o la minaccia di demolizione, di case, scuole e rifugi di sostentamento a causa della mancanza di permessi di costruzione che, come già detto, sono quasi impossibili da ottenere. 

Il 2023 segna un anno darecord per i bambini palestinesi. Dal nostro Report Stop the War on Children: Pathways to Peace, nei Territori Palestinesi Occupati si è verificato il maggior numero di crimini contro i bambini, dove sono state accertate 8.434 gravi violazioni con un aumento del 170% rispetto all'anno precedente.

La situazione dei bambini nei Territori Palestinesi Occupati

La situazione economica, sociale e politica di oltre 50 anni di occupazione da parte di Israele, sommate ai conflitti in corso, hanno continuato ad avere gravi implicazioni per i minori. 

I Territori Palestinesi occupati, in particolare Gaza, sono il luogo più letale al mondo per essere un bambino. I bambini palestinesi sono stati sradicati più e più volte, è stato loro negato l'accesso ai beni di prima necessità per sopravvivere, le loro speranze e i loro sogni sono stati infranti e la loro istruzione è stata rubata. Quelli che riescono a sopravvivere vivono una vita che nessun bambino dovrebbe avere.

Le bambine e i bambini della Striscia di Gaza che hanno bisogno di accedere a cure mediche specialistiche al di fuori di Gaza devono richiedere un permesso. Nei primi sei mesi del 2023, quasi 400 bambini a Gaza, cioè almeno due bambini al giorno, non hanno potuto ricevere le cure mediche necessarie in Cisgiordania, rimanendo senza accesso a interventi chirurgici salvavita o farmaci urgenti. 

I Territori Palestinesi Occupati rientrano nella lista dei 10 Paesi peggiori in cui vivere per i bambini. L’Afghanistan, insieme a i Territori Palestinesi Occupati nel 2021 hanno registrato il più alto numero di bambini uccisi o mutilati a causa dei conflitti. 

I bambini palestinesi e gli attacchi all’istruzione

Quasi mezzo milione di bambini e bambine palestinesi non può accedere a un'istruzione di qualità in un ambiente sicuro e a misura di bambino: demolizioni di scuole, confisca di attrezzature, restrizioni di movimento, doppi turni, attacchi delle forze israeliane vicino alle scuole o al loro interno con l'uso di munizioni vere e gas lacrimogeni, incapacità di dare priorità all'istruzione e finanziamenti insufficienti sono solo alcuni degli ostacoli principali.  

I bambini e le bambine palestinesi ci hanno già detto che i pericoli che affrontano quando vanno e tornano da scuola in Cisgiordania negano loro il diritto all'istruzione. Questi incidenti ripetuti li fanno sentire spaventati, ansiosi e stressati, e alcuni di loro hanno sperimentato sintomi fisici ed emotivi come tremori incontrollabili, svenimenti, perdita di fiducia in sé stessi e disperazione. Nel 2021, più di 80 scuole in Cisgiordania hanno affrontato la presenza quotidiana delle forze israeliane, e più di 58 scuole sono sottoposte a un ordine di demolizione o di interruzione delle attività. [3]

Nei Territori Palestinesi Occupati è stato registrato il maggior numero di attacchi a scuole e ospedali in situazioni di conflitto nel 2021, seguiti da Mali e  Afghanistan. 

Il nostro intervento nei Territori Palestinesi Occupati

Forniamo servizi essenziali e sostegno ai bambini palestinesi dal 1953 e siamo presenti permanentemente nei Territori palestinesi occupati dal 1973.

Il nostro team opera in tutto il territorio palestinese, con partner locali, per garantire che le bambine e i bambini sopravvivano, abbiano la possibilità di imparare, siano protetti da ogni tipo di abuso e che tutti gli attori si impegnino a rispettare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell’Adolescenza (UNCRC).

Supportiamo l'educazione prescolare e la transizione alla scuola primaria, a stretto contatto con le autorità locali e le comunità, per migliorare la copertura e la qualità dei servizi mirati allo sviluppo della prima infanzia per i minori di 0-6 anni in Cisgiordania e a Gaza. Nel 2021 abbiamo raggiunto 7.710 persone. Scopri di più sui nostri Centri di Educazione Preprimaria

Creiamo un ambiente favorevole e sicuro per le persone con disabilità, in particolare ragazze e ragazzi, giovani, donne e le loro famiglie, affinché abbiano un accesso equo ai servizi e godano dei diritti e delle libertà fondamentali. Nel 2021 abbiamo raggiunto 1.379 persone. 

Rafforziamo il sistema di protezione nei territori occupati, sia in Cisgiordania, dove lavoriamo per potenziare la risposta in caso di minori coinvolti in attacchi militari, demolizioni e violenze legate all’occupazione, sia a Gaza, dove adottiamo un approccio NEXUS: non ci limitiamo a rispondere all’emergenza, ma creiamo le basi per uno sviluppo a medio-lungo termine investendo nelle capacità di giovani e adolescenti.

Tutte le parti devono mettere al primo posto i diritti dei bambini e delle bambine. 

Note:

[1] OCHA oPt,https://www.ochaopt.org/country/opt
[2] L'Area C contiene tutti gli insediamenti israeliani, le strade di accesso utilizzato per gli insediamenti, zone cuscinetto (vicino a insediamenti, strade, aree strategiche, e in Israele) e quasi tutta la Valle del Giordano e il deserto di Giuda.
[3] https://www.ochaopt.org/content/humanitarian-response-plan-2021 
[4] https://www.ochaopt.org/content/un-reiterates-its-call-demolitions-end-and-international-law-be-respected

Ultimi aggiornamenti: 24/06/2024 *; 16/01/2025 **

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