Ucraina: 100 giorni di guerra
Dal 24 febbraio, in Ucraina, tutti i bambini sono in grave pericolo di danni fisici e di gravi disagi emotivi. I combattimenti hanno esacerbato una situazione umanitaria già grave. Prima dell'escalation della violenza, molti bambini nell'Ucraina orientale erano già troppo spaventati per frequentare le lezioni e angosciati dalla presenza di soldati armati dentro e intorno alle loro scuole.
In 100 giorni di guerra, sono state danneggiate e distrutte dai bombardamenti e dall'intensificarsi del conflitto, almeno 1.888 scuole. Più del doppio delle 750 attaccate nei primi 7 anni di conflitto nella parte orientale del paese.
Ogni guerra è una guerra contro i bambini
Attualmente, 7 milioni e mezzo di bambini si trovano senza istruzione. Sebbene sia una priorità assoluta per bambini e genitori in crisi, troppo spesso è il primo servizio a essere sospeso e uno degli ultimi a riprendere.
Ma per molti minori sfollati all’interno del Paese, le scuole non colpite sono diventate un luogo di riparo dalla violenza incessante del conflitto. Come le testimonianze che ci arrivano dal campo, in cui a parlare è Mariia*, una bambina di soli 10 anni, che è stata costretta a scappare, sotto le bombe, e lasciarsi tutto alle sue spalle
“Quando abbiamo lasciato la nostra regione d'origine, ero felice che non avremmo sentito più quelle esplosioni. Ma ero triste di lasciare la casa, il nostro appartamento", ha detto Mariia. “Ora viviamo in un'atmosfera diversa, ci sono molte persone qui. Tutto è cambiato. Fisicamente mi sento bene, ma emotivamente è stato difficile. Spero di poter tornare a casa. Se non sarà possibile, ci sistemeremo qui. Spero che tutte le persone stiano bene e trovino serenità”.
Da aprile Mariia e la sua famiglia vivono in una classe e condividono i bagni con altre 60 persone nella scuola di Chernivtsi, nell'Ucraina occidentale. La madre, Olena*, ha spiegato che il conflitto sta mettendo a dura prova la salute fisica e mentale di sua figlia.
Lo stress della vita quotidiana sotto i bombardamenti ha gravi conseguenze sulla salute mentale degli adulti, e specialmente dei bambini. Leggi l'articolo su L’impatto della guerra in Ucraina sulla salute mentale dei bambini, in cui viene raccontata l'esperienza della psicologa Maria con i bambini ucraini.
100 giorni di paura
Se continuano gli attacchi alle scuole, i minori come Mariia continueranno a sopportare il peso maggiore della guerra. Un singolo attacco non solo può causare danni devastanti ai bambini, fisici ed emotivi, ma anche privare centinaia di studenti della possibilità di ricevere un'istruzione di buona qualità. Ogni giorno che passa, mette sempre più a rischio le vite e il futuro dei bambini.
"Il fatto che il numero di scuole bombardate negli ultimi 100 giorni sia più che raddoppiato rispetto ai 7 anni di conflitto prima di questa escalation è assolutamente deprecabile. Ogni attacco a una scuola è un attacco ai bambini”, ha affermato Onno van Manen, Direttore pro tempore di Save the Children in Ucraina.
Occorre fare ogni sforzo per trovare una soluzione diplomatica e scongiurare una guerra ancora più catastrofica. Chiediamo fermamente a tutte le parti in conflitto di cessare gli attacchi e le minacce contro le scuole e di astenersi da qualsiasi uso militare delle strutture educative. La presenza di forze militari o altri gruppi armati nelle scuole danneggia le strutture, interrompe l'istruzione degli studenti e può provocare attacchi da parte delle forze avversarie. Le scuole devono essere protette come spazi sicuri che offrono riparo dai pericoli e l'opportunità di imparare e giocare.
In Ucraina, con l'aiuto di partner locali, stiamo fornendo alloggio, cibo, denaro, carburante, supporto psicologico, kit per l'infanzia e l'igiene alle famiglie sfollate. Stiamo distribuendo giocattoli e kit educativi per far sì che i bambini imparino ovunque sia possibile, incluse le stazioni ferroviarie e le metropolitane dove si rifugiano per proteggersi dalla guerra. Stiamo anche lavorando con il Ministero dell'Istruzione e della Scienza, le autorità locali e i partner per creare spazi di apprendimento digitale nei centri di accoglienza in tutto il Paese, dove i bambini possono accedere ai dispositivi o utilizzare i propri per continuare l'apprendimento.