Ventimiglia: giovani migranti eritree prese a cinghiate
Daniele Biella per Save the Children
A Ventimiglia un gruppo di giovani eritree sono state prese a cinghiate da un uomo mentre le faceva scendere da un camion, sul quale si trovavano nel tentativo di attraversare il confine con la Francia. Il video che mostra queste immagini disumane è diventato virale e testimonia la violenza a cui sono sottoposte le persone che fuggono in cerca di protezione.
Immagini disumane a Ventimiglia: giovani eritree prese a cinghiate
Invisibili, per chi non li vuole vedere, continuamente esposti al rischio di incidenti, abusi, tratta, violenze psicologiche e fisiche. Invisibili sono le persone che fuggono da guerre, violenza e povertà. Sono i minori migranti, le giovani donne e le famiglie che tentano di raggiungere un luogo sicuro in Europa, ma dove spesso non trovano un sistema che riconosca i loro diritti, li tratti con rispetto e dignità e li protegga.
In mancanza di vie regolari e sicure queste persone si spostano a piedi, nascosti sotto i camion o sui treni, trasportati in macchina in autostrada dai passeur, attraversano boschi e montagne pericolose tra Italia e Francia, spesso di notte, per superare confini blindati.
I nostri team presenti a Ventimiglia, in collaborazione con la Caritas Intemelia hanno dato assistenza e supporto alle giovani ragazze eritree.
Le frontiere: tra i posti più pericolosi per i migranti
Le frontiere continuano a essere uno dei posti più pericolosi per un migrante, rischiando di rappresentare in molti casi un cono d’ombra dei diritti umani, anche quando si tratta di confini tra Paesi europei.
Il nuovo Patto Europeo Asilo e Migrazione non risolve la situazione. Questo a causa della persistente mancanza di vie regolari e sicure e di previsioni sul ricollocamento obbligatorio tra Stati Europei delle persone bisognose di protezione, entrambe misure urgenti e necessarie a prevenire i cosiddetti “movimenti secondari” attraverso le frontiere interne dell'UE, che mettono a rischio la vita di chi è costretto ad affrontarli.
“Quello che è accaduto ci mostra come ancora una volta che la mancanza di vie regolari e sicure e di meccanismi di relocation costringe persone in cerca di protezione a viaggi pericolosi e a violenze. Il Patto europeo migrazione e asilo recentemente approvato non ha risolto questa situazione gravosa, servono misure di protezione alle frontiere. […] In vista dell’implementazione del Patto europeo, Save the Children rinnova l’invito alle istituzioni italiane ed europee a mettere al centro la vita e la tutela delle persone in ogni decisione sulle politiche migratorie. Tale impegno va accompagnato anche dall’apertura di vie regolari di accesso, tra cui corridoi umanitari e ricongiungimenti familiari più rapidi, ma anche meccanismi di relocation fra Stati membri dell’UE, come da anni chiediamo alle istituzioni” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.
Per approfondire, leggi il comunicato stampa.