Scuole Disuguali: il PNRR e gli investimenti sulla scuola

Francesco Alesi per Save the Children

In Italia solo 2 bambini su 5 della scuola primaria hanno accesso al tempo pieno, mentre meno della metà degli alunni della primaria e secondaria può utilizzare una palestra o una mensa. Sembra che il nuovo anno scolastico non riparta con il piede giusto, al contrario, è segnato dalla mancanza di servizi educativi.

In occasione della riapertura delle scuole, pubblichiamo il Rapporto “Scuole disuguali. Gli interventi del PNRR su mense, tempo pieno e palestre”, che mostra le disuguaglianze territoriali nell’offerta di spazi e servizi educativi nella scuola italiana.

Scuole Disuguali su mensa, tempo pieno, palestre

Mensa, tempo pieno, palestre: sono questi i temi affrontati in Scuole disuguali, insieme ad un’analisi degli investimenti PNRR, da cui emerge il rischio che molte province, con famiglie in condizioni socioeconomiche di svantaggio, continuino a rimanere indietro.

La scuola rappresenta uno spazio essenziale in cui dare a bambini, bambine e adolescenti uguali opportunità di crescita, contrastando la povertà educativa. I servizi e le strutture scolastiche, come il tempo pieno, la mensa e le palestre, sono importanti per ridurre la dispersione scolastica. Offrono a bambini e ragazzi la possibilità di partecipare a attività educative, ricreative, culturali e sportive, migliorando così il loro apprendimento.

Cosa servirebbe per affrontare la povertà minorile e garantire le stesse opportunità nella scuola italiana? Direttamente dai banchi di scuola, ci rispondono i veri protagonisti:
 

Per superare le disuguaglianze di offerta educativa tra nord e sud, tra centri urbani e aree interne, il PNRR rappresenta un’occasione unica grazie all’investimento di oltre 17 miliardi di euro destinati al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Eppure, soprattutto in alcune zone più svantaggiate, le risorse e gli interventi del PNRR per l’istruzione già avviati non riescono a ridurre le disuguaglianze.

A partire dalla mensa e dal tempo pieno o prolungato, alla costruzione di palestre, alcuni dati sui servizi essenziali per il contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica: 

PNRR e mense: le diseguaglianze tra Nord e Sud

La mensa scolastica è fondamentale per garantire a studentesse e studenti, soprattutto quelli in condizioni di maggior bisogno, il consumo di almeno un pasto sano ed equilibrato al giorno. Stando agli ultimi dati, poco più di un bambino su due della scuola statale primaria ha accesso alla mensa, ovvero il 55,2% e solamente il 10,5% nella secondaria di I grado, con profonde differenze territoriali.

Infatti, sono le regioni del Centro e del Nord ad avere province con oltre il 50% di accesso al servizio mensa per gli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado:

  • punte del 70% e oltre a Biella e Monza e della Brianza, e fino al 91,3% della Provincia Autonoma di Trento.

Se paragoniamo questi valori con i dati del Sud, salta subito all’occhio una distribuzione disomogenea delle risorse del PNRR per mense scolastiche. Dalla nostra analisi svolta sui 975 interventi del PNRR [1] emerge che:

  • alle regioni del Sud e Isole è stato destinato il 38,1% delle risorse, sebbene queste risorse finanzino circa il 50% del totale dei progetti. 

Investimenti PNRR e disuguaglianze territoriali

Come già visto, quindi, il risultato dell’analisi provinciale dei fondi del PNRR investiti sino ad oggi, mostra che queste risorse, utili ad ampliare l’offerta complessiva, stanno producendo un impatto disomogeneo nella riduzione delle disuguaglianze territoriali. Ecco un ulteriore dato a dimostrazione di quanto finora evidenziato:

  • Agrigento, Foggia, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa, sono le province dove gli studenti che usufruiscono della mensa sono meno del 10%. Queste 6 province hanno ricevuto finanziamenti per 49 interventi di costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di spazi mensa per un valore di circa 21 milioni 500 mila euro.
  • Invece, Trento, Biella, Monza e della Brianza, Verbano-Cusio-Ossola, Udine e Milano, sono le province con le più alte percentuali di alunni che usufruiscono del servizio mensa a livello nazionale cioè oltre il 65%. Queste 6 province hanno ricevuto 30 milioni di euro per 34 progetti.

Inoltre, dall’analisi emerge che anche tra le stesse province più svantaggiate la distribuzione delle risorse per l’accesso al servizio mensa è disomogenea. Ad esempio, Palermo ha ricevuto circa 2 milioni di euro per la realizzazione di 6 interventi, mentre Foggia, dove gli studenti che usufruiscono del servizio mensa è simile (8,7% contro il 6,7% di Palermo), ha ricevuto quasi 6 milioni e mezzo di euro per 18 interventi.

Tempo pieno: quante scuole lo offrono?

La mensa scolastica è un servizio utile essenziale anche nell'ottica estendere il tempo pieno e quindi di potenziare l’offerta formativa: ciò porterebbe benefici sia per le ragazze e i ragazzi, sia per le famiglie, con effetti positivi soprattutto per l’occupazione femminile. Eppure, solo 2 alunni su 5 della scuola primaria beneficiano del tempo pieno.

  • Anche qui, ritroviamo le percentuali più basse in Molise (9,4%), in Sicilia (11,1%) e in Puglia (18,4%).
  • Tra le più alte, invece, segnaliamo Lazio (58,4%), Toscana (55,5%) e Lombardia (55,1%), e solo poco più di un quarto delle scuole offrono il tempo prolungato: ovvero il 28,1% delle classi della primaria e secondaria di I grado.

Sono ancora troppo pochi i bambini, le bambine e gli adolescenti che usufruiscono del tempo pieno e con profonde disuguaglianze territoriali che rischiano di penalizzare diverse zone d’Italia, in particolare nel Mezzogiorno. Come sottolineato nel Report, infatti:

  • la maggior parte delle province dove la percentuale di classi a tempo pieno o prolungato è inferiore al 10% si trova nelle regioni del Sud e nelle Isole: Ragusa, Catania, Palermo, Siracusa, Campobasso, Isernia. In molti casi si tratta delle stesse province dove minore è anche l’offerta del servizio mensa e, allo stesso modo, dove la percentuale di alunni che provengono da famiglie con bassi livelli socioeconomici è particolarmente elevata.
  • Le province del Centro e del Nord, invece, mostrano percentuali di offerta superiori alla media nazionale e, in alcuni casi, come la Provincia Autonoma di Trento, Milano e Monza e della Brianza, superiori al 65%.

Fondi PNRR per le palestre a scuola

Dall' analisi svolta nel report Scuole disuguali è evidente la necessità di integrare le risorse del PNRR con altri investimenti per garantire livelli essenziali delle prestazioni per l’accesso alle mense scolastiche, e così il tempo pieno, in tutte le scuole primarie e secondarie di I grado, insieme alla presenza di palestre a scuola su tutto il territorio nazionale.

In generale, i progetti sulle strutture sportive scolastiche avviati con il PNRR sono insufficienti a garantire la copertura di palestre in Italia e a ridurre i divari tra le province. Soprattutto in alcune zone del nostro Paese dove la scuola spesso rappresenta l’unica opportunità sportiva per bambini e adolescenti. In Italia, un minorenne su tre che proviene da famiglie con scarse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportive e tra gli adolescenti di 15-16 anni il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso.

  • Tuttavia, ad oggi, meno della metà delle scuole statali primarie e secondarie (I o II grado) hanno una palestra. Stiamo parlando del 46,4% di queste scuole.

Nella nostra analisi notiamo che sui 433 interventi del PNRR per costruire o riqualificare le palestre a scuola emerge che il 62,8% è stato avviato nelle regioni del Sud e Isole, a cui sono stati destinati il 52,7% dei fondi complessivi. In questo caso, la distribuzione delle risorse sembra favorire soprattutto le province più svantaggiate:

  • le province con una percentuale di scuole con la palestra inferiore o uguale al 30% hanno ricevuto circa 51 milioni 330 mila euro per 72 interventi, ovvero 3 progetti ogni 100 scuole.
  • Alle province con percentuali di palestre uguali o superiori al 65% sono stati destinati circa 17 milioni 600 mila euro per 21 interventi, ovvero 1,3 progetti ogni 100 scuole.

Il futuro dei giovani va messo al centro dell’agenda politica

Come abbiamo cercato di portare all’evidenza nel report, la scuola in Italia è attraversata da profonde disuguaglianze nell’offerta dei servizi educativi, che compromettono i percorsi di crescita di bambini e adolescenti, soprattutto al Sud e nelle Isole.

L’obiettivo di riequilibrare la distribuzione delle risorse e degli interventi sembra raggiunto solo parzialmente: “È un campanello di allarme che deve spingere a realizzare al più presto un’analisi di impatto sulla povertà educativa di tutti gli investimenti della missione 4 del PNRR, dedicati all’istruzione, in corso ed in programma. Nei territori più svantaggiati, è necessario integrare le risorse del PNRR con altri fondi disponibili, per garantire un’offerta di servizi educativi a tutti i minori”, quanto riferito da Raffaela Milano, Direttrice Ricerca di Save the Children Italia.

Chiediamo al Governo di definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) sulla mensa e il tempo pieno alla scuola primaria, assicurando il servizio mensa gratuito alle bambine e ai bambini in condizioni di povertà. È necessario agire sulle disuguaglianze territoriali che con l’autonomia differenziata rischiano di aggravarsi ancor di più.

“Il futuro dei giovani va messo al centro dell’agenda politica, è l’investimento più importante per lo sviluppo del Paese", ha dichiarato Giorgia D’Errico, Direttrice Affari pubblici e Relazioni istituzionali di Save the Children Italia.

I nostri progetti in contrasto a povertà educativa e dispersione scolastica
  • Dal 2012 portiamo avanti il progetto Fuoriclasse rivolto a studenti, docenti e famiglie, attraverso attività a supporto della motivazione e dell’apprendimento: dai laboratori ai campi scuola, dall’accompagnamento allo studio ai percorsi di inclusione e a spazi di dialogo tra docenti e studenti.
  • Nel 2017 nasce Fuoriclasse in Movimento, la rete di scuole impegnate nella promozione della partecipazione studentesca e nel potenziamento delle competenze dei docenti sui temi della didattica inclusiva sostegno alleanza con le famiglie e le comunità educanti promozione di buone pratiche tra le scuole.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa.

Note:

[1] I dati sono presenti sulla piattaforma ReGIS (giugno 2024), la piattaforma unica attraverso cui le Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, gli Enti Locali ed i soggetti attuatori, possono compiere tutta una serie di operazioni per rispettare gli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal PNRR.
 

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