La comunità educante contro la dispersione scolastica e la povertà educativa

Ogni volta che un ragazzo o una ragazza lascia la scuola, ogni volta che un giovane smette di credere nel proprio futuro, a fallire è un’intera comunità. Sono ancora tanti, troppi, i casi di dispersione scolastica.

Succede in tutta Italia, da nord a sud, in aree dove l’offerta educativa è carente, mancano i luoghi di aggregazione e c’è disagio sociale. Proprio da questi luoghi parte la scommessa di Futuro Prossimo, un progetto pilota che nei prossimi 4 anni punta a far dialogare tutti gli attori coinvolti nel processo di educazione, quella che viene definita la comunità educante: ragazzi, famiglie, scuole, associazioni e istituzioni.

Futuro Prossimo sarà attivo a Napoli, Sassari e Venezia, rispettivamente nei quartieri di Chiaiano, Latte Dolce e Marghera. Il progetto, che è stato selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, coinvolge 26 partner, con capofila Save the Children.

L’obiettivo è far sì che tutti i giovani abbiano le stesse opportunità e nessuno sia costretto a rimanere indietro, dicendo addio alla scuola e ai propri sogni.
Futuro Prossimo si propone di contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa attraverso il ruolo fondamentale della comunità educante. 

La dispersione scolastica è un fenomeno diffuso: l’Italia è al quarto posto tra i Paesi dell’Unione Europea per numero di giovani che rinunciano agli studi. Stando agli ultimi dati disponibili, nel 2016 la quota di ragazzi tra i 18 e i 24 anni in possesso solo della licenza media era del 14%, contro una media europea dell’11% . Il fenomeno coinvolge l’intero paese e registra punte maggiori al Sud e nelle isole. 


La povertà educativa priva i bambini e i ragazzi della possibilità di apprendere, sperimentare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Bambini e ragazzi che vivono in contesti senza servizi o che devono rinunciare ad una adeguata offerta formativa per ragione economiche.  Tra le conseguenze ci sono l’esclusione in partenza dalla società e dal mondo del lavoro, l’assenza di relazioni tra pari, l’impossibilità di andare alla scoperta di se stessi e del mondo. 


La comunità educante potrebbe essere la soluzione per cancellare con un colpo di spugna povertà educativa e dispersione scolastica. Troppo spesso questi fenomeni vengono ridotti a due attori: alunni e insegnanti. La vera rivoluzione è considerare l’educazione una questione che coinvolge tutta la comunità. Una comunità che diventa appunto “educante” e che   si concretizza nella rete di soggetti che, in un determinato territorio, decide di assumere una responsabilità condivisa per la crescita dei bambini, delle bambine e degli adolescenti. 


Costruire una Comunità educante vuol dire quindi impegnarsi per rigenerare il territorio, a partire dai diritti dei bambini, promuovendo la bellezza, l’inclusione e l’accoglienza, la legalità, la cultura, l’ambiente, la valorizzazione delle differenze, la cittadinanza attiva.

La sfida di Futuro Prossimo è mettere la comunità educante al centro della lotta contro la dispersione scolastica, coinvolgendola nella promozione di un nuovo modello sociale ed educativo. L’esperimento parte da tre quartieri accomunati da alto tasso di abbandono scolastico, di maternità precoce e dalla carenza di offerte educative: Chiaiano a Napoli, Latte Dolce a Sassari e Marghera a Venezia.


In tutte e tre le aree, avvalendosi della collaborazione di istituti scolastici, associazioni ed enti locali, Futuro Prossimo ha in agenda:

  • lo sviluppo di un piano integrato di contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa;
  • l’elaborazione di interventi educativi e metodologie didattiche inclusive nelle scuole;
  • la realizzazione di laboratori identificati dalla comunità educante su proposta dei ragazzi;
  • la creazione di un modello di intervento di successo, che potrà essere applicato anche ad altre realtà.

Queste le tappe di un percorso condiviso che permetterà alla comunità di diventare davvero “educante” e di partecipare alla costruzione del futuro del proprio territorio.
 

Per approfondire leggi il progetto

Leggi il comunicato stampa.

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche