Scuole chiuse: la testimonianza di un Dirigente Scolastico in Veneto
Abbiamo intervistato Alfonso D'Ambrosio dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Lozzo Atestino situato nella parte occidentale dei Colli Euganei, zona interessata dalla chiusura delle scuole come misura preventiva nell’emergenza Coronavirus.
L’istituto è dislocato su tre comuni - Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo' - ed è l’unico statale della zona. Formato da una popolazione di circa 650 alunni, 84 insegnanti, 3 scuole dell’infanzia, 3 primarie, 3 secondarie di primo grado, una per comune.
- Di fronte alla chiusura delle scuole dettata dall’emergenza Coronavirus avete adottato misure di e-learning o altre modalità di studio per gli alunni che sono a casa? Se sì, quali sono?
Sì, personalmente mi sono attivato già sabato 22 febbraio successivamente alla comunicazione del Sindaco e all’ordinanza dei Comuni del venerdì. In una prima fase mi son consultato con alcuni docenti del mio staff perché c’era la possibilità di una quarantena di 2 settimane con la quasi certa chiusura delle scuole nella zona.
Abbiamo deciso di attivarci da subito, dando spazio alla voce delle maestre, dei maestri e dei professori tutti, per trovare la miglior soluzione per far fronte a questa situazione.
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Abbiamo così pensato a due soluzioni: lezioni standard di 1 ora per le scuole medie, e lezioni più semplici in diretta dalle 10 alle 12 del mattino per i bimbi più piccoli della scuola dell’infanzia e primaria sostenuti dai genitori.
Il tutto è stato concretizzato il lunedì successivo, giorno in cui ho inviato le linee guida agli insegnanti spiegando le piattaforme già esistenti come G Suite e Microsoft Teams e il registro elettronico. Abbiamo implementato il sistema della diretta per offrire attraverso la piattaforma sopracitata Microsoft Teams delle vere e proprie lezioni frontali. Una piattaforma che dispone anche della lettura facilitata per bambini con bisogni educativi speciali e con disturbi specifici dell’apprendimento, affiancati inoltre uno a uno dagli studenti di sostegno in accordo con i genitori.
Abbiamo anche lanciato un appello nazionale per chiedere suggerimenti a tutti gli istituti e son arrivati ad oggi quasi 1.000 proposte, come la condivisione di favole, scritture condivise proposte di lettura etc. Giovedì abbiamo avuto il primo ok da Tuttoscuola che ci ha offerto la piattaforma GoToWebinar, una piattaforma di e-learning gratuita.
Inoltre, martedì abbiamo fatto il primo Consiglio d’Istituto online, un’alternativa che già discutevamo tra i docenti a inizio dell’anno scolastico per sopperire a quelle situazioni dove è difficile essere fisicamente presenti.
Alcune maestre hanno condiviso un video di esperimenti nell’orto didattico invitando gli studenti a casa a fare attività manuali come piantare un fiore o una pianta, oppure c’è chi ha proposto semplici esperimenti scientifici sempre attraverso video.
- Cosa succede ai bambini che non hanno connessione internet o non possiedono le tecnologie necessarie?
Ci siamo chiesti come raggiungere tutti e non lasciare indietro nessuno. Un buon esempio è arrivato da alcune maestre che hanno condiviso ai genitori attraverso WhatsApp (App di messaggistica istantanea) un semplice video, nel quale leggevano alcune favole adatte ai bimbi più piccoli.
Tuttavia l’esperimento principale di comunicazione che abbiamo fatto è stato attraverso il nostro canale Telegram (anch’esso una piattaforma gratis di messaggistica) formato da 400 persone tra famiglie e insegnanti. Con questa riusciamo a tenerci aggiornati e a condividere risorse. La soluzione per raggiungere tutti, anche in quelle situazioni dove i genitori stessi sono a casa da lavoro e usano il PC, oppure quando non vi è accesso a internet, è semplice: queste App ci permettono di registrare le lezioni e quindi condividerle in diversi modi e basta un numero di telefono per partecipare, anche senza rete internet.
- Si sono presentate difficoltà, se sì quali?
Le difficoltà inziali erano e sono ancor in parte la paura degli insegnanti di non farcela e non essere pronti ad utilizzare gli strumenti di didattica digitale.
Su questo però abbiamo lavorato moltissimo già nei primi mesi dell’anno al fine di costruire una vera e propria comunità e questo ha fatto la differenza.
Nessuno si è tirato indietro e, anzi, sono emersi leader interni, a volte inaspettati, che hanno condiviso tutorial con gli altri insegnanti riguardo la didattica digitale, sul come fare lezione online, e a volte alcuni docenti si sono uniti in 2 o 3 per fare lezione insieme affiancandosi.
- A prescindere dalla contingenza emergenziale trova che sia un modello replicabile anche in altre scuole?
Siamo certi che tutto questo sia replicabile. In fondo anche noi siamo una scuola normalissima collocata in piccoli comuni di 2-3mila abitanti, quindi sicuramente se si può fare da noi si può fare ovunque.
- Un consiglio che sente di dare a famiglie e insegnanti in generale in questo momento di difficoltà?
Sicuramente tutti dobbiamo avere fiducia nella scuola e nella comunità. Per gli insegnanti mi sento di dire che questa esperienza ha dimostrato come la condivisone dell’expertise è la chiave per farcela.
Chiediamo ai genitori grande attenzione alla privacy nel caso della didattica a distanza così da aiutarci a tutelare i più piccoli. Inoltre mi sento di dire che senza le famiglie non si va da nessuna parte perché sono la chiave per il supporto ai figli nella didattica a distanza.
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