La paura di uscire e giocare all’aria aperta: consigli per genitori
Da qualche giorno è iniziata la fase due e con questa la possibilità di uscire di casa, incontrare i parenti e gli amici, mantenendo però le misure di protezione personali per proteggersi dal possibile contagio da coronavirus.
Da un lato questa nuova fase ci permette di uscire dal lock down sofferto da molti, dall’altro però fa scaturire in altri la paura di affacciarsi a un mondo dove il virus non è scomparso.
Alcuni genitori ma anche bambine e bambini piccoli e adolescenti non percependo esattamente da quale pericolo difendersi, sentono una forte angoscia con la conseguente difficoltà nel riprendere questa “nuova normalità”. Il rischio però è quello di rinunciare ai benefici della relazione con i pari, della possibilità di ritrovare gli amici per giocare insieme e passare del tempo fuori casa.
Il gioco è un diritto di tutte le bambine e i bambini sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e il 28 maggio si celebra la Giornata Mondiale del Gioco proprio per sottolinearne l’importanza fondamentale che questo ha sulla crescita pisco-fisica dei bambini e sullo sviluppo delle capacità sociali e relazionali.
Fino a poco tempo fa abbiamo sperimentato molto le attività ricreative in casa, oggi però possiamo uscire e godere dei benefici che l’aria aperta può portare a genitori e figli.
Abbiamo dunque pensato di scrivere, insieme alla nostra psicologa specializzata in interventi d’emergenza, alcune riflessioni su questo tema e dare dei consigli utili per genitori e figli. Siamo partiti proprio da alcune domande che abbiamo ricevuto sul nostro gruppo Facebook di supporto emotivo e psicologico dove sono gli stessi genitori a scriverci e farsi portavoce dei loro figli.
Come affrontare il gioco all’aria aperta nella fase 2
- Mio figlio ha troppa paura di uscire di casa, come posso aiutarlo?
In questo momento di ripresa di alcune sane abitudini come per esempio, uscire di casa per fare una passeggiata, può provocare paure nei bambini. I genitori sono punti di riferimento importanti e hanno il compito di accompagnare i bambini e le bambine o i ragazzi anche in questa fase di ripresa. Decidere insieme, anche ai più piccoli, o far scegliere loro un luogo famigliare che li faccia sentire a loro agio potrebbe abbassare i livelli di ansia. Evitare di proporre destinazioni vaghe come “usciamo a fare una passeggiata” e con parole chiare descrivere il luogo che si andrà a visitare può rassicurare i bambini e ridurre le possibili fantasie negative legate ad un mondo totalmente stravolto da questa emergenza.
- Come giocare con gli altri in sicurezza?
In questa fase di convivenza con il coronavirus è importante più cha mai prendere le dovute precauzioni per la protezione individuale e collettiva. Tra queste c’è anche la scelta di recuperare le relazioni amicali e di decidere insieme alcuni giochi che possano tutelare anche i più piccoli. In questo modo è possibile non rinunciare al divertimento, alla vitalità e al gioco condiviso. Possiamo proporre o organizzare insieme ai nostri figli attività come giocare con la palla, correre al parco, andare in bicicletta e simili.
- Ho paura per le conseguenze psicologiche di questa emergenza sui miei figli
Nonostante l’impatto sulle nostre vite e su quelle dei nostri figli sia forte e potenzialmente traumatico ricordiamoci sempre che i bambini hanno un’enorme capacità di resilienza, risposta e adattamento alle condizioni critiche. Se supportati adeguatamente da noi adulti di riferimento avranno enormi capacità di superare questa fase così complessa senza gravi conseguenze. Il gioco è un ottimo strumento che può essere utilizzato anche per far comprendere, rielaborare e superare anche momenti più difficili. Il gioco aiuta ai bambini a decodificare una realtà spesso a loro incomprensibile. È nostro compito quindi proporre storie, favole, disegni e piccole rappresentazioni teatrali rappresentino una realtà a misura di bambino.
- Come insegnare a mio figlio l’importanza del proteggersi
Il gioco su questo può essere d’aiuto. Per esempio, la mascherina può “magicamente” trasformarsi in un oggetto familiare se abbellito e colorato può diventare espressione della fantasia e della creatività del bambino stimolandone così l’utilizzo quotidiano. Il gesto di lavarsi le mani può essere arricchito da filastrocche, canzoni e ritornelli da condividere anche con gli altri compagni. L’obiettivo non è banalizzare i sistemi di protezione ma, al contrario, far comprendere l’importanza di questi ai bambini. Rendendo anche i più piccoli maggiormente consapevoli e capaci di saper proteggere se stessi e gli altri.
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