Adottare a distanza: cosa facciamo per le bambine e le ragazze

I nostri programmi di Adozione a Distanza sono attivi in Asia, Africa e America Latina. Paesi dove le bambine lottano ogni giorno contro malattie, violenza e subiscono discriminazioni di genere. 

Che cosa significa adottare a distanza una bambina? 

Le famiglie che vivono in condizioni di povertà spesso si trovano a scegliere quale figlio iscrivere a scuola e decidono di investire sui figli maschi. Le bambine, anche quando riescono ad andare a scuola rischiano di abbandonarla perché costrette a sposarsi precocemente.

Una volta adolescenti, il tasso di assenteismo dalle lezioni è molto alto. Questo succede per diversi motivi tra cui il fatto che spesso a scuola non ci sono bagni e servizi adatti a loro e durante il ciclo mestruale preferiscono stare a casa. 


Con l’Adozione a Distanza diamo un aiuto concreto alle bambine: garantiamo loro cibo nutriente, acqua pulita, cure mediche, un’istruzione di qualità e informazioni per crescere sane, consapevoli dei propri diritti e con gli strumenti utili a costruirsi un futuro migliore.

Posso scegliere di adottare una bambina a distanza?


Chiediamo di non scegliere il Paese o il sesso del bambino poiché l’abbinamento avviene sulla base dei bisogni indicati dai nostri colleghi sul campo e delle disponibilità.

Con il tuo sostegno non aiuti solo il bambino o la bambina del quale ricevi la foto ma ci permetti di portare avanti progetti duraturi e sostenibili a beneficio di tutti i bambini che beneficiano del programma, incluse appunto le bambine!


Adotta anche tu un bambino a distanza oppure approfondisci.


Quali sono i progetti dedicati alle bambine


Le bambine beneficiano di tutti i progetti che avviamo grazie al Sostegno a Distanza: controlli medici periodici contro la diffusione delle malattie più comuni, informazioni sulle buone prassi igienico-sanitarie, accesso all’acqua pulita. In particolare: 

  • Lavoriamo nelle scuole per assicurare che vi siano bagni separati o comunque adatti alle bambine così che possano occuparsi della propria igiene personale durante il ciclo mestruale o non corrano il rischio di subire abusi. 
  • I genitori vengono coinvolti nei progetti e informati sull’importanza dell’educazione anche per le figlie. Organizziamo eventi e incontri di sensibilizzazione per promuovere l’istruzione e far comprendere come alcuni pregiudizi culturali possono essere dannosi per il futuro delle bambine.
  • Le adolescenti partecipano ai nostri incontri regolari su temi legati alla pubertà, alla salute sessuale e riproduttiva, ai rischi di gravidanze precoci e alla violenza
  • Per i giovani, incluse le ragazze, organizziamo corsi di formazione professionale utili per avere un’opportunità lavorativa e un reddito sicuro.  
  • Fin da piccole le bambine che partecipano ai nostri progetti vengono stimolate a far sentire la propria voce e ad esprimere le proprie idee. Un approccio che le aiuta ad accrescere la fiducia in loro stesse e nelle loro capacità.

Bambine adottate a distanza: storie di cambiamento!


Nourhan è la maggiore di 5 figli e i suoi genitori col poco che guadagnano non potevano permettersi di mandarli tutti a scuola. La ragazza ricorda bene quando, a 16 anni, il papà le ha detto che avrebbe dovuto lasciare la scuola. Ma Nourhan non è una ragazza che si arrende facilmente: venuta a conoscenza dei corsi di formazione professionale organizzati da noi è riuscita a convincere i genitori a farla partecipare. Con il nostro aiuto la ragazza ha iniziato a vendere diversi prodotti come scarpe e farina e grazie ai suoi guadagni è tornata a studiare:

“Sono molto orgogliosa di potere aiutare la mia famiglia.”

Racconta Nourhan. Oggi la ragazza frequenta il primo anno dell’istituto industriale e sta studiando con impegno per ottenere il diploma.


Marian è una bambina filippina di 11 anni, il cui carattere vivace e solare e le sue abilità comunicative probabilmente non sarebbero emerse se non fosse entrata a far parte del programma di Sostegno a Distanza. La piccola infatti era timida e molto tranquilla, per nulla sicura di sé. Partecipando al programma in cui si insegna ai bambini ad affrontare i disastri naturali, ha acquisito conoscenze, fiducia in se stessa e desiderio di aiutare gli altri. Oggi è lei stessa a spiegare ai suoi coetanei cosa fare in caso di emergenza.

“Ora non mi vergogno più di parlare davanti agli altri. Aiuterò Save the Children a raggiungere i bambini che vivono nelle aree più remote per insegnare anche a loro
ciò che ho imparato.”

Ci racconta con un sorriso la piccola Marian.

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