Circa 4 milioni di studenti di nuovo in DAD

Il ritorno alla didattica a distanza coinvolgerà circa 4 milioni di studenti in tutta Italia. Tra gli alunni delle scuole secondarie superiori e la sospensione della didattica in presenza in tutte le scuole di ordine e grado nelle regioni considerate più a rischio, è indispensabile non perdere di vista quegli alunni che vivono nelle zone più fragili del Paese.

Territori in emergenza educativa

La dispersione scolastica in Italia, negli ultimi cinque anni, ha raggiunto anche il 15% del totale degli studenti e oggi non è ancora scesa sotto il 13,5%. Le difficoltà nel mantenere continuità nel legame forte e diretto con la scuola possono avere una conseguenza pesante per gli studenti. Una particolare attenzione va dedicata a quei territori che sono “rossi” anche sul piano dell’emergenza educativa, dove si rilevano i picchi più alti di dispersione scolastica, come ad esempio la Calabria, dove il numero dei dispersi è del 21,5% e dove le diseguaglianze digitali sono molto accentuate.

Gli strumenti della Dad

È importante sottolineare che sono ancora moltissime le lacune nei territori rispetto agli strumenti necessari per la didattica a distanza. Le scuole necessitano ancora di 283.461 pc e ben 336.252 studenti non hanno alcuna connessione internet. Inoltre come certifica l’Istat, il 12,3% dei minori non ha un computer o un tablet in casa per seguire le lezioni a distanza (850 mila minori in termini assoluti), percentuale che arriva al 20% nel Mezzogiorno, e il 57% di coloro che ne dispongono, lo deve condividere con altri componenti della famiglia per esigenze sia di studio che di lavoro. Solo il 30% dei ragazzi che si sono trovati impegnati nella didattica a distanza, peraltro, presentava competenze digitali elevate ed idonee all’uso delle piattaforme online mentre due terzi hanno competenze basse o di base (ed il 3% nessuna).

Il rischio dispersione scolastica

Già abbiamo registrato segnali preoccupanti dai territori su casi di ripetute assenze e perdita di motivazione nello studio che sembrano protrarsi anche dal primo periodo di lockdown. Facciamo appello a tutte le scuole, dirigenti e insegnanti, perché si faccia ogni sforzo possibile per non perdere il contatto con gli studenti più vulnerabili, attivando un monitoraggio serrato delle assenze ripetute da scuola e dei bisogni di chi manifesta maggiori difficoltà, anche attraverso task force territoriali con il coinvolgimento del terzo settore, per prevenire, rintracciare e recuperare ogni caso di dispersione.


È inoltre necessario garantire agli studenti più fragili la possibilità di frequentare la scuola in presenza, secondo quanto previsto dalle disposizioni governative, e – per chi vive in condizioni di precarietà abitativa – la messa a disposizione di spazi dove potersi concentrare per seguire le lezioni online e fare i compiti. Non possiamo permetterci che le conseguenze della crisi sanitaria si riversino proprio sui percorsi di studio dei più giovani.

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

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